9.2 - Quando si rompe la diga

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~Mother Superior - Did you see it?~

Alex sapeva che Dean si sarebbe arrabbiato ma non le importava, le aveva detto di aspettarlo dalle scale mentre lui si faceva dare il numero della stanza che credevano Sam avesse pagato, invece lei sapeva già qual era.
Salì i gradini fino all'ultimo dei cinque piani e guardò l'unica porta bianca che dava sul corridoio. La Suite "Luna di Miele" era un cliché in tutti gli alberghi.
Si avvicinò cercando di essere il più leggera possibile mentre affinava l'udito per ascoltare al di là delle pareti, ma da quella camera non sembravano provenire rumori.
Aprì silenziosamente la porta dopo aver scassinato la serratura ed entrò nella stanza. Oltre a lei nessuno sembrava esserci, forse avevano sbagliato posto. Il letto era sfatto, ma nulla faceva pensare che qualcuno fosse ancora lì e se Alex non fosse stata una cacciatrice non avrebbe notato nulla di strano.
Erano almeno le undici di sera e qualunque coppia che poteva permettersi quella stanza avrebbe portato con se almeno un bagaglio. Decisamente qualcosa non andava.
Mentre stava per tornare in corridoio un leggero scricchiolio, da dietro un separé di legno, la bloccò. Si accostò contro una parete e sfilò il pugnale dalla cintura pronta a colpire chiunque si fosse rivelato una minaccia.
Ruby comparve davanti a lei e la sua espressione si fece seriamente stupita non appena la riconobbe, ma Alex non si bloccò e cercando di mantenere la mente più lucida possibile si lanciò contro il demone.
Ruby venne presto sopraffatta dalla cacciatrice, era stata colta di sorpresa e non era nella sua forma migliore, visto quanto Sam era assetato fino a pochi minuti prima, e dopo pochi istanti si ritrovò a fissare la lama in grado di ucciderla avvicinarsi mentre non riusciva più a contrastare la furia cieca della ragazza.
Se non fosse stato per Sam probabilmente Ruby sarebbe morta quella notte, ma il cacciatore rientrò nella stanza e appena vide la scena si lanciò contro la sua ex ragazza allontanandola del demone.
«Che cazzo fai?» chiese Dean pochi passi dietro di lui ma ancora fermo sulla soglia.
Aveva visto tutto.
Sam era entrato e senza alcuno scrupolo aveva spinto Alex lontano da Ruby e ora aiutava il demone a rialzarsi dal pavimento.
Sam si voltò verso di lui e Dean poté scorgere oltre che la sorpresa anche della speranza nei suoi occhi, ma lo ignorò avvicinandosi ad Alex e controllare se stesse bene, anche se lei era nuovamente in piedi e con sguardo truce fissava il demone e Sam.
«Vi siete divertiti vedo» disse indicando con un pollice il letto alle sue spalle.
Sam abbassò lo sguardo sentendosi colpevole ma subito lo risollevò appena gli parve di rivedere Alex e suo fratello che dormivano abbracciati sul divano di Bobby. Lei lo aveva lasciato settimane prima e non aveva più alcun diritto di fargli la morale.
«Sono contento che siate qui» disse Sam cambiando argomento.
Ma suo fratello era sempre più dubbioso e si rigirava tra le mani il pugnale che alcuni istanti prima aveva sfilato ad Alex.
«Ruby, esci di qui» disse Sam continuando a farle scudo con il proprio corpo.
«No, lei non va da nessuna parte» esclamò Dean alzando il coltello verso il demone «Non vedi cosa ti sta facendo? Appare e scompare lasciandoti in astinenza! Ti manovra come un burattino».
«Ti sbagli, Dean» urlò Sam al fratello.
«Sam, stai mentendo a te stesso» ribadì il maggiore ancora una volta urlando.
«No» intervenne Alex «Sam ha ragione. Lei non lo manovra, non lo droga e basta, sta facendo molto di più» la voce della ragazza era calma e fredda come gl'inverno più rigidi e questo mise in allarme i Winchester che la conoscevano bene.
«Mi hai raccontato quello che è successo mentre ero all'inferno. Mi hai supplicato di fidarmi di te e l'ho fatto. Mi hai detto che sarebbe tornato tutto come prima e ti ho creduto. Mentimi ancora Sam, solo un'ultima volta. Dimmi che non ci sei andato a letto anche mentre stavamo insieme. Di anche a me che mi sto sbagliando!» concluse la frase urlando a pochi centimetri da Sam che non ebbe il coraggio o la prontezza di replicare niente.
Dean mise una mano sulla spalla di Alex e tirandola leggermente indietro cercò di stabilizzare la situazione, sentiva rimbombargli nella testa l'ultima raccomandazione fattagli da Bobby «Fallo tornare indietro e non allontanarlo. Devi essere comprensivo con lui».
«Siamo sulle tracce di un demone molto vicino a Lilith» disse Sam a Dean capendo il suo sguardo inquisitore «Possiamo trovarlo insieme e chiudere tutta questa storia».
Dean annuì con il capo ignorando lo sguardo pesante di Alex su di lui «Va bene, ma c'è una condizione. Dobbiamo essere solo noi tre, liberati di lei e possiamo andarci subito» concluse indicando con il coltello Ruby ancora dietro le spalle di Sam.
«Ho bisogno di lei per uccidere Lilith. Sono l'unico che può farlo» rispose il ragazzo senza un attimo d'esitazione.
Alex cercava di stare tranquilla mentre sentiva il sangue ribollirle nelle vene, il demone era ancora nella stanza e continuava a guardarla con malizia e soddisfazione, giocando con le sue espressioni per sembrare un cucciolo bastonato quando Sam posava lo sguardo su di lei.
«Fidatemi di me, solo io posso farlo» disse esasperato il minore dei Winchester.
«No, non sarai tu a farlo» esclamò Dean «Ho parlato con Castiel, lo farò io».
Sam sorrise incredulo a quell'affermazione.
«Pensi che non possa riuscirci?» replicò Dean sentendosi sbeffeggiato.
«No» esclamò Sam «Non ce la puoi fare. Non sei abbastanza forte» poi si voltò verso Alex «Tu glielo hai lasciato fare?».
«Non farmi la predica!» esclamò la ragazza da dietro le spalle di Dean «Non sono la vostra baby-sitter».
«Peccato che a me stavi sempre col fiato sul collo» ribadì lui alzando le mani al cielo.
«E guarda i risultati! Bevi sangue demoniaco, ti scopi un demone e pensi di avere ragione! Controlla le tue manie di onnipotenza Sam!» disse la ragazza indicandolo con il dito minacciosa.
«Sto solo facendo quello che deve essere fatto» rispose avvicinandosi di un passo e Dean immediatamente si frappose tra i due, ma prima che potesse intervenire Sam parlò direttamente a lui.
«Per tutta la mia vita hai comandato tu, hai preso tu le decisioni e mi sono fidato di te perché sei mio fratello. Ora ti sto chiedendo di avere fiducia in me».
«Non sai quello che stai facendo, Sam».
«Si che lo so».
«Allora è peggio di come pensavo!».
In quel momento era Dean che andava trattenuto, ma per quanto Alex avesse provato a fermarlo, i suoi tentativi erano stati inutili.
«Sam!» si intromise per la prima volta Ruby.
«Dobbiamo andare» disse afferrando una mano del giovane.
Alex la fulminò con lo sguardo ma cercò di mantenere la calma fino a quando il demone non parlò nuovamente.
«Prima che tuo fratello e la sua nuova fidanzatina ci facciano fuori entrambi».
Alex colpì il braccio di Dean facendogli allentare la presa sul coltello, lo sfilò dalle sue dita e si lanciò per la seconda volta sul demone, ma Sam si intromise nuovamente.
Con un colpo alla spalla le fece cadere il pugnale e spinse la cacciatrice contro uno specchio facendole sbattere la testa sul piano in marmo di una cassapanca.
Alex si accasciò a terra senza sensi tra i vetri rotti mentre Dean, ancora una volta, guardava di cosa era capace quello che un tempo era suo fratello.
«Guarda cosa hai fatto!» disse afferrando Sam per il colletto della camicia e costringendolo a voltare lo sguardo su Alex svenuta «Guarda cosa sei diventato».
«Dillo!» gli urlò Sam.
«Dillo!» ripeté con voce tremate per la rabbia e per le lacrime.
«Sei un mostro» disse Dean liberandosi di quelle parole che tratteneva sulla lingua mentre una lacrima gli segnava la guancia, perché sapeva che dopo quello non avrebbero più potuto rimettere le cose a posto.
Sam lo colpì con un pugno in viso facendo voltare il fratello quasi completamente. Nonostante la vista offuscata dalle lacrime sapeva benissimo quello che stava facendo, era stanco di essere considerato diverso e pericoloso. Aveva sempre cercato di fare la cosa giusta, era sempre stato lui quello riflessivo e posato, ma bastava un solo episodio per farlo diventare il cattivo della storia agli occhi delle persone che aveva amato di più.
Dean si voltò verso il fratello e lo colpì a sua volta, non risparmiò la forza e diede libero sfogo alla rabbia e alla frustrazione, si sentiva impotente e un fallito. Non aveva protetto Sammy e nemmeno Alex, non aveva fatto nulla di quello che si era ripromesso di fare, ma era comunque esausto come se non dormisse da decenni. Mentre colpiva e veniva colpito da suo fratello, in lui cresceva la consapevolezza che da quel momento Sam non sarebbe più stato una sua responsabilità.

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