10.2 - Lucifero Risorge

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~Hozier - Take me to church~

Chuck uscì dalla porta di casa, aveva sentito tutto quello si erano detti la ragazza e Castiel ma erano già alcuni minuti che non provenivano voci dal giardino sul retro, così aveva deciso di controllare.
Alex era ferma in mezzo al cortiletto trasandato e sporco, immobile con le braccia lungo i fianchi e le mani chiuse in un pugno. Sembrava una statua.
«Alex?» chiese l'uomo avvicinandosi titubante, ma non ricevette alcuna risposta così si fece coraggio e le posò una mano sulla spalla «Alex?».
La ragazza sussultò a quel lieve tocco e si voltò verso di lui. Aveva il viso stanco e le guance segnate dal pianto, ma la furia cieca mista con paura dei suoi occhi spaventarono il profeta.
«Non so che fare» disse la ragazza all'uomo sperando che lui potesse avere un consiglio o una visione «Sei un profeta, dimmi cosa devo fare!».
Chuck abbassò lo sguardo sconsolato.
«Non lo so» disse rassegnato «Possiamo solo sperare che Sam riesca a uccidere Lilith».
«Non è una buona idea» esclamò una voce alle loro spalle.
Dean ers dietro Chuck e Alex, affiancato da Castiel.
La ragazza lo guardò credendo fosse un'allucinazione, Dean stava bene e non aveva più alcun segno dello scontro con Sam. Fece un paio di passi verso di lui ma si fermò, avrebbe voluto abbracciarlo e assicurarsi che fosse davvero lui, ma non le sembrò una buona idea. Si voltò verso l'angelo lo ringraziò con uno sguardo.
«Cosa significa?» chiese Chuck titubante dalla quantità di eventi sovrannaturali che si verificavano in casa sua negli ultimi mesi.
«Lilith è l'ultimo sigillo. Se lei muore, Lucifero risorge».

Alex e Dean erano piuttosto silenziosi mentre in macchina si dirigevano al convento abbandonato di Saint Mary per fermare Sam. Castiel era rimasto indietro per tentare di rallentare gli angeli in modo da dare il tempo ai due cacciatori di fermare l'apocalisse.
Non sapevano ancora come avrebbero fatto. Se non potevano uccidere Lilith allora dovevano impedire che qualcuno lo facesse al posto loro e tenere al sicuro il demone, la cosa si faceva sempre più assurda.
Dean guardò di sottecchi la ragazza seduta accanto lui che cercava in tutti modi di distrarsi giocherellando con un nastro srotolato dal suo zaino.
«Alex» disse lui continuando a guidare «Tutto bene?».
I tagli sul suo viso erano ancora ben visibili e non accennavano a richiudersi ma la cosa che lo preoccupava di più era il suo sguardo.
Alex si voltò continuando ad armeggiare con il cordino di stoffa. «Vuoi la verità o una bugia?».
«Sono stanco delle bugie» rispose lui.
«Allora non va bene per niente» si girò completamente dal suo lato mettendo le gambe sul seggiolino «Sono spaventata a morte e non ho idea di come potremmo vincere. Questa volta non ne usciremo bene, lo sai vero?».
Dean si prese un momento per rispondere, pensava tutto quello che lei aveva detto, ma sentirlo ad alta voce rendeva il tutto terribilmente reale.
Il ragazzo accostò l'auto a bordo della strada e scese sbattendo la portiera dietro di se. Aveva bisogno di sentire l'aria fredda sulla pelle, gli sembrava di soffocare oppresso dal peso delle responsabilità. Sapeva che non aveva tempo da perdere ma non era sicuro di essere in grado di guidare anche solo per un altro metro se non avesse trovato il modo di calmarsi.
«Cosa ho detto di sbagliato?» chiese Alex in piedi dietro di lui con le braccia conserte pronta a ricevere un cazziatone.
Dean si voltò e la guardò per un istante, scosse la testa cercando di far svanire i pensieri.
«Sali in macchina» le disse indicandole la portiera, ma lei che si era appena accesa una sigaretta non aveva intenzione di ubbidire, non prima di aver ottenuto delle risposte.
Dean si avvicinò a lei aprendo lo sportello e ripetendo l'ordine.
Alex chiuse la portiera rumorosamente «Dimmi che diavolo ti prende» replicò tra un tiro e l'altro.
Dean si appoggiò all'auto con la schiena «Sento tutto questo peso addosso, dipende tutto da me e io sono bloccato nel bel mezzo della campagna e non so se riuscirò a farcela».
Alex gli posò una mano sul braccio, si chiese se anche lei avesse quell'aspetto. Per la prima volta in Dean sembrava non esserci una sola briciola si speranza.
La ragazza non si era accorta di quanto fossero vicini, persa nei suoi pensieri non aveva sentito le mani del cacciatore posarsi sui suoi fianchi e non si era accorta di aver il viso rivolto in alto verso il suo. Le sue labbra erano così vicine e avrebbe voluto sentirle sulle sue ancora una volta, ma sapeva che in tutto quello c'era qualcosa di sbagliato. Non era perché lui era il fratello del suo ex o perché si conoscevano fin da piccoli, c'era qualcosa che la spingeva verso di lui come se fosse attratta da una calamita, ma non erano i sentimenti. Era l'ennesima cosa che non poteva controllare.
Si allontanò quasi di scatto, ma Dean la trattenne per un braccio e la tirò nuovamente verso di se, baciandola come aveva fatto la sera prima.
Alex si lasciò andare sotto la stretta delle mani del cacciatore spinta dal desiderio di volerne sempre di più. Dean si voltò, lasciando che fosse lei quella contro la carrozzeria dell'Impala poi la sollevo e la mise a sedere sul cofano mentre si faceva spazio tra le sue gambe.
Alex insinuò le mani sotto la giacca aperta tirandolo per la camicia di flanella verso di se mentre le mani di lui la tenevano come se avesse paura che svanisse da un momento all'altro.
Alex lasciò per un istante le labbra del ragazzo, solo per respirare, ma quel breve tempo le bastò per riacquisire lucidità. Lo spinse via e scese dal cofano, anche Dean sembrava come risvegliato da un sogno.
«Dobbiamo andare» disse lei sbrigativa cercando di evitare il ragazzo.
Lui la guardò interrogativo «Cosa?».
«Sam sta per causare la fine del mondo» disse Alex risalendo in macchina «Penso che tu possa tenerlo nei pantaloni ancora per un po'».
«O per sempre» borbottò scettico Dean mentre risaliva al posto del guidatore per poi soffermarsi a osservare la ragazza che fissava nel vuoto dritto davanti a sé.
«Che vuoi?» chiese lei un po' imbarazzata da quello che stava succedendo.
«Ecco, non è facile da spiegare» borbottava il cacciatore forse più imbarazzato di lei «Insomma tutto questo, è strano».
«Non dirlo a me» lei abbozzò un sorriso credendo di capire a cosa lui si riferiva «Niente sentimenti, è solo fisico» disse cercando di dare una spiegazione a quello che stava accadendo tra loro nelle ultime settimane.
Dean annuì silenzioso «Già. Solo fisico».
Alex si voltò verso di lui per la prima volta da quando erano risaliti in macchina.
«Ora andiamo a salvare il mondo. Dei nostri problemi ormonali parliamo in un altro momento» disse risoluta mentre Dean metteva in moto.

The Price Of Freedom  // SupernaturalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora