1 - L'ultima colazione

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Breve premessa.
La protagonista ha un nome fittizio e se volete potete pesare tranquillamente a voi stesse quando lo state leggendo :)
Buona lettura♥️

La sveglia segnava le 8:00 in punto, mancavano solo cinque minuti prima che il suo suono fastidioso svegliasse Ela dal suo sonno profondo. Dalla finestra, un piccolo fascio di luce si appoggiò sui suoi capelli rossi, facendone risaltare ancora di più il colore.
*driiiiiiiin*
Ela girandosi verso la fonte del suono allungò una mano con molta indecisione cercando il bottone che avrebbe fatto smettere quel rumore straziante, che gli stava perforando i timpani delle sue orecchie.
"Ela!! Forza alzati!!"
La porta della sua stanza si aprì, alla soglia si trovava sua madre che, non avendo nessuna risposta da parte della figlia, con passo svelto attraversò la stanza fino ad arrivare alla finestra aprendola e facendo entrare la luce del giorno.
Ela aprì un occhio e vide sua mamma che si appoggiava a lato del suo letto.
"Oggi è il grande giorno."
A quelle parole ora gli occhi di Ela erano entrambi aperti e un sorrisetto gli si formò sulle labbra.
"Su alzati la colazione è pronta." Gli disse sua madre mentre si dirigeva fuori dalla stanza.
Ela si alzò dal letto, e con la coda dell'occhio vide le valigie pronte per affrontare un lungo viaggio. Era entusiasta, ancora non ci credeva. Fra qualche ora sarebbe partita verso una nuova esperienza, verso delle nuove opportunità. Fra qualche ora sarebbe partita verso Seoul.

"Ah!! Finalmente ti sei decisa ad alzarti." Le disse il padre. Ela si strofinò gli occhi e gli fece un sorriso che fu subito ricambiato. Si avvicinò al tavolo e incominciò a fare colazione insieme alla famiglia. Si sentivano solo i rumori dei cucchiai contro le tazze e della televisione accesa per sentire le prime notizie del telegiornale. A rompere questo silenzio fu la madre..
-"allora, hai preso tutto?"
-"Si mamma. Tranquilla" gli rispose Ela mentre mangiava un biscotto. "Non starò via per sempre, tornerò." continuò la ragazza con un sorriso rivolto alla madre.
Era la realtà dei fatti. Ela sarebbe stata via per un anno, in cerca di un lavoro che nel suo paese non era riuscita a trovare. Si era preparata a questo giorno, aveva seguito un corso intensivo della lingua coreana, ed ora era pronta a fare questo grande passo da sola. Aveva solo 21 anni, ma aveva un'anima avventurosa e non le faceva paura affrontare tutto questo senza nessuno al suo fianco.
Finita la colazione Ela incominciò a preparasi. Si fece una doccia, si vestì e si mise un po' di trucco sul viso. Prese le valigie guardò per un'ultima volta la sua stanza e chiuse la porta dietro di sé con un po' di tristezza scritta nel suo volto.
Il viaggio verso l'aeroporto sembrò durare pochi secondi. Era contenta di partire, ma era triste al pensiero di non vedere più la sua famiglia per così tanto tempo.
Arrivati dentro i genitori accompagnarono Ela fino al check-in del suo volo. La madre l'accolse in un abbraccio caldo e qualche lacrima le scese lungo la guancia.
-"Mamma dai, non rendere le cose più difficile di quanto già non lo siano." gli disse la figlia ora anche lei in lacrime. Si staccò dall'abbraccio, che la mamma voleva non finisse mai, gli diede un bacio e poi abbracciò pure il padre, che non piangeva, ma era visibilmente distrutto anche lui.
-"Chiama quando arrivi."
-"Si papà." Le dice alzando gli occhi al cielo.
Il padre la guardò, si mise a ridere e con voce tremante aggiunse.. "Ti voglio bene."

Aveva superato il check-in, ormai non vedeva più i suoi genitori. Asciugandosi il viso ancora segnate dalle lacrime, andò verso il suo imbarco. Stava per iniziare un nuovo capitolo della sua vita.

Il volo era stato stranamente tranquillo per Ela. Aveva paura dell'aereo, infatti pensava di non potercela fare ad affrontare un viaggio così lungo. Ma si sbagliò. Sarà stata sicuramente l'adrenalina che le pulsava lungo tutte le vene a non farle temere niente in quel momento.
L'aereo, dopo 14 lunghe ore, finalmente atterrò.
Ela era agitatissima, non sapeva cose le aspettava dietro le porte dell'aeroporto, ma era pronta a scoprirlo. Prese le valigie e incominciò a camminare verso l'uscita. Davanti a lei si aprì un nuovo mondo. Rimase a bocca aperta per più di un secondo vedendo quanto fosse grande tutto quello che la circondava.
Cercò un taxi libero e mostrò l'indirizzo dell'hotel al guidatore che, con un accenno del capo, incominciò a percorrere la strada. Nonostante fossero le due di notte, la città era completamente ancora viva. I ristoranti​ aperti con persone dentro che mangiavano e scherzavano, le strade trafficate e le insegne​ tutte accese mostrando mille colori agli occhi di Ela.
Arrivata in hotel raggiunse la reception dove la signora dietro di esso le rivolse un sorriso a trentadue denti...
-"Prego, come posso aiutarla?"
-"Ela Rossi. Ho prenotato." Disse la ragazza guardandosi in torno.
-"Bene! La stavamo aspettando prego..." Gli consegnò una scheda... "la stanza è la numero 54."
Ela le porse un sorriso la ringraziò e si incamminò verso la stanza.
Arrivata dentro prese il telefono e mandò un messaggio alla madre per tranquillizzarla del suo arrivo, fece una doccia e si mise davanti alla finestra della sua stanza, ammirando il panorama dinanzi a lei. Non aveva sonno a causa del fuso orario, ma cercò lo stesso di dormire perché da domani sarebbe iniziata la sua avventura a Seoul.

E adesso? | • Jung Hoseok •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora