32. Tornare indietro solo per un addio e dirti che il concerto era il mio.

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"Specifico che i fatti e personaggi sono completamente inventati da me e tutto questo non ha niente

a che fare con i veri personaggi famosi a cui si ispira questa storia.

Questa è una storia di fantasia. Nomi, personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi sono frutto dell'immaginazione

qualsiasi somiglianza con fatti, scenari, organizzazioni o persone, viventi o defunte, veri o immaginari è del tutto casuale.

Avviso, inoltre, di non continuare a leggere se qualche scena in particolare possa urtare in qualche modo

la vostra sensibilità. Detto ciò, buona lettura a tutti!"








Con il trascorrere dei giorni, le cose tra Filippo e Rolex sembrarono

diventare sempre più fredde e distaccate.

Il ragazzo dimenticava spesso e volentieri di chiamarla e trascorrevano

giorni in cui non riusciva neanche a scriverle un misero messaggio.

Rolex, dall'altro canto, non era più sorpresa da quelle reazioni.

Stava imparando a fare a meno delle attenzioni di Fil nella sua vita,

e, alcune volte non versava neanche più lacrime di dolore

quando non lo sentiva per giorni interi.

Dopo alcuni giorni, le cose sembrarono quasi precipitare nel vuoto.

Filippo divenne sempre più stanco ed era continuamente stressato

dal troppo lavoro che gli inculcavano per tenerlo occupato

il più possibile, trattandolo quasi come se fosse una macchina

e non una persona.

Passò un altro mese.

Un altro mese colmo di speranze che si dissolsero nel vento per

la povera Rolex che restava chiusa in casa a sperare

in un messaggio o in una qualsiasi chiamata che sapeva non

sarebbe mai arrivata.

Quella mattina, si svegliò presto, aveva il giorno libero

dal lavoro e decise di andare a trovare sua madre alla clinica

per vedere come stava.

Era da un po' che non aveva neanche la forza

di andarla a trovare.

Novembre.

Il gelido freddo invernale iniziò a farsi sentire al di sotto

della pelle della ragazza che indossò il suo cappotto nero ed uscì di casa

con tanto di stivali e sciarpa che le circondava il collo.

Rolex raggiunse la clinica, si avvicinò al bancone e chiese di sua madre.

-Ci sono miglioramenti, dottore?- Domandò Rol con preoccupazione, osservando

Rolex // IramaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora