-Che si fa ora?- chiese lui staccandosi da me, a mio malincuore. Perfetto, ero nuovamente un pezzo di ghiaccio.
-Non lo so.. qua fa troppo freddo- dissi guardando la neve ghiacciata che ci circondava.
-Sí, fa freddo.. io ho casa libera se vuoi venire a stare al caldo.. sennò vai a scuola.. io vado a casa in ogni caso- mi propose lui con una nota di speranza nella voce. Sorrisi e annuii, dopotutto stare in un posto al caldo non era una cattiva idea, e di tornare a scuola non se ne parla.
Ci alzammo e nel tragitto parlammo del più e del meno, ridendo e scherzando. Era simpatico, per niente male come persona: ci sarei sicuramente andato d'accordo, e per avere quindici anni era davvero maturo.
-Ecco, siamo arrivati- disse lui fermandosi dinnanzi un cancello grigio, che venne aperto dalle sue chiavi. Entrammo nel cortile e poi a casa sua: era ad un piano e non troppo grande, minimalista.
-Wow, niente male- sentenziai guardandomi attorno. Lui sorrise e mi prese per il braccio, conducendomi a fare un giro, fino ad arrivare in camera sua. Era piccola: le pareti erano nere e aveva una grande finestra che faceva sembrare il tutto più artistico, un letto a una piazza e mezza ricoperto da un piumino rosso. Una delle pareti era ricoperta da polaroid e disegni attaccati in modo casuale e disordinato.
Mi avvicinai e iniziai a guardare le foto: erano di vario genere, da foto di lui da piccolo a foto con la sua famiglia, a quelle con il presunto ex migliore amico e a quelle con un presunto fidanzato. I disegni rappresentano vari temi, e sono molto confusi.
-Non sono belli i disegni, lo so..- sentii dire da lui, con un tono imbarazzato. Mi girai a guardarlo e poi diedi un'ultima occhiata ai disegni: lo rappresentavano a pieno, erano confusi, e da quel poco che lo conoscevo avevo constatato che fosse confuso.
-Sono belli invece.. cioè, sono particolari- conclusi io sedendomi nel suo letto lasciando intendere di poterlo fare. Lui sorrise timidamente e fece lo stesso, sedendosi accanto a me. Eravamo rivolti verso la parete con le foto e alle nostre spalle c'era la finestra: chi ci vedeva da fuori avrebbe potuto pensare che fossimo più di conoscenti, e ben più di amici. Eppure eravamo semplici conoscenti, entrambi complicati e allergici alla gente.
-Quel ragazzo nelle foto che mi stava baciando era il mio ex fidanzato- mi spiegò lui indicando una delle polaroid. La guardai e mi alzai per analizzarla meglio: aveva le guance arrossate e le sue mani erano avvinghiate al collo dell'altro.
-Nella foto a sinistra eravamo sempre noi due.. il giorno prima che lui..- cominciò lui, stoppandosi bruscamente. Guardai la foto velocemente, poi guardai lui e lo vidi piangere di nuovo. Cosa sarà successo con quella persona?
-Che lui..?- azzardai io. Ero solo curioso.
-..prima che lui morisse..- conclude lui, guardando il pavimento. Oddio, non me lo sarei aspettato. Guardai nuovamente la fotografia: Andrea aveva degli occhi accesi, erano felici e spensierati, aveva un sorriso da bimbo allegro e il ragazzo accanto sembrava più sereno di lui. Erano uno spettacolo, sembrava che fossero stati disegnati insieme, per stare insieme.
-Mi.. Mi dispiace- dissi tornando a sedermi accanto a lui. Lo sentii tirare su col naso e alzò lo sguardo.
-Fa niente, ormai è successo più di un mese fa, mi ci sto abituando alla sua assenza- mormorò lui smettendo di piangere. Vederlo così era straziante, le sue emozioni riuscivano a travolgermi in una maniera impressionante.
-Com'é successo?- chiesi io. Ci fu qualche istante di silenzio.
-Overdose- disse lui secco. In quel momento non seppi esattamente che fare, quindi sputai un semplice: -Ah, mi dispiace tanto- cercando di sembrare il più possibile simile ad una persona gentile. Ero semplicemente triste, un po' per tutto.
-Poi invece le foto assieme all'altro ragazzo sono quelle assieme a Matteo, il mio ex migliore amico..- mi spiegò indicando alcune foto. Annuii e restammo in silenzio per una buona mezz'oretta. Quel silenzio parlava, urlava, disegnava. Era davvero strano, per passare il tempo continuai a scrutare le polaroid con il suo ex ragazzo: erano felici, Andrea sembrava un bambino. Quel suo sorriso sincero trasmetteva tranquillità e serenità.
-Eravate bellissimi assieme- dissi io cercando di rassicurarlo. Volevo solo che smettesse di essere così triste. Lo sentii sospirare e sentii il suo esile braccio cingere le mie spalle larghe.
-Grazie..- sentenziò solo. Involontariamente sorrisi, era così tenero, adorabile.
-Cambiamo argomento per favore- continuò lui alzandosi in piedi, interrompendo il nostro contatto fisico. Non seppi che dire esattamente, era un momento strano.
-Posso fumare o meglio di no?- chiesi un po' esitante. Mi guardò per un secondo poi lo vidi arrossire leggermente.
-Puoi pure dare fuoco alla casa se vuoi- rispose ridendo. Sorrisi e lui arrossí notevolmente. Risi e lo guardai per una manciata di secondi: più lo osservavo più lo trovavo adorabile.
-Va bene- dissi prendendo una sigaretta e portandola tra le mie labbra socchiuse. La accesi sotto il suo sguardo attento, senza farvi troppo caso.
-Hai delle labbra troppo belle- sussurró lui, cercando di non farsi sentire. Feci finta di niente, ma il mio corpo reagì in modo diverso dal voluto: arrossii e sorrisi come un ebete. Sorrisi sul serio però. Continuavo a guardarlo e si morse il labbro con delicatezza e, forse inconsapevolmente, con fare provocante.
Feci un tiro dalla sigaretta e mi sdraiai a guardare il soffitto: era nero, di un nero scuro tipo la mia anima, tipo l'oscurità, per intenderci.bella raga, ecco un nuovo capitolo della Mosva. al contrario di AsyaAngelini io li trovo adorabili awww.😍💦
commentate qua sotto+mettete un stellinaa.
nada, al prossimo capitolo.

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𝐀𝐬 𝐚 𝐃𝐫𝐮𝐠 ;; 𝐌𝐨𝐬𝐯𝐚
Fanfiction«era diventato come una droga, non potevo fare a meno di lui, per nulla al mondo»