Twelvth

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Stava andando tutto alla perfezione, ero innamorato perso di quel bimbetto, ogni lato di lui mi stava facendo impazzire come non mai.
-Ti piacciono questi?- mi chiese lui, uscendo dal camerino. Indossava un jeans nero strappatissimo e gli stava benissimo.
-Cammina- dissi continuando a guardarlo. Fece qualche passo e il mio sguardo cadde sul suo sedere, reso più bello di quello che realmente è, dal tessuto del jeans.
-Sí ti stanno bene, ma non permetto agli altri di vedersi un porno gratis, quindi non li prendi- affermai tenendo lo sguardo fisso sul suo sedere. Sentii lo sguardo della donna accanto a me addosso, quindi mi girai a guardarla: che cazzo vuole? Mi stava guardando malissimo e un po' sconcertata, ed io per evitare di spaccarle la faccia ho finto che non esistesse.
-Mh che palle Giò, a me piacciono- sbuffò il più piccolo. Sorrisi, era così carino.
-Ma prendi il jeans di prima, quello bianco- suggerii io. Lui si guardò allo specchio e annuì.
-Sí hai ragione- disse per poi tornare furtivamemte in camerino. Sorrisi e scossi il capo, quante storie stava facendo? Pochi minuti dopo ne uscì coi suoi pantaloni Adidas della tuta ed i pantaloni in mano. Posò sul banco quelli neri ed uscimmo dai camerini con quelli bianchi in mano.
-Giorgio io volevo gli altri però- sì lamentò ancora il più piccolo.
-Che palle che sei André- risi. Con la coda degli occhi lo vidi sorridere ed arrivammo alla cassa. Mi misi a guardare le cagatine che mettono vicino alle casse, c'erano dei portachiavi di tutte le forme e colori.
-Prendo questi- disse lui porgendo alla commessa il jeans. Lei li smanettò per qualche secondo e poi li mise in una busta.
-Quindici euro- disse lei sorridente. Pochi secondi dopo sentii la sua mano sfiorare la mia per poi afferrarla decisa.
-Andiamo?- mi chiese praticamente trascinandomi fuori.
-Siamo già fuori ormai- risi io continuando a tenerlo per mano. Era la prima volta che lo stavamo facendo in pubblico, ero leggermente in ansia. Stavo tremando leggermente, un po' per il freddo, un po' per la rabbia, un ragazzo ci stava guardando e rideva. Dovevo trattenermi nell'andare a finirlo.
-Che ore sono?- gli chiesi io, avevamo dei piani per oggi essendo il trentuno dicembre.
-Uhm.. sono le 17.13- disse lui sventolandomi davanti alla faccia il display del suo iPhone 8 plus. Intravidi lo sfondo, e se non vidi male mi parve una mia foto. Sorrisi a questa piccolezza, così semplice, ma molto carina.
-Che ti ridi tu?- rise lui, contraddicendosi da solo.
-Niente, solo che sei carino- ammisi mordendomi il labbro, ma senza girarmi a guardarlo, continuai a camminare facendo finta di niente.
-Zitto- disse stringendomi la mano più forte.
-Andiamo da me adesso?- chiese il piccolo.
-Sí-
[...]
-André hai visto il mio accendino?- gli chiesi tastandomi un po' ovunque, quell'aggeggino lo perdevo ogni tre secondi.
-No, ma prendi il mio- mi disse lui, lanciandomi il suo accendino rosso fuoco. Aveva un triangolo vuoto disegnato sopra con un pennarello nero, probabilmente per distinguerlo da quello del fratello. Mi accesi la sigaretta e mi sedetti nel davanzale della finestra: il panorama era favoloso, Roma imbiancata dalla neve, che cadeva ancora abbondante, e il Tevere mezzo congelato, già alle sei di sera. Era un po' buio fuori e le luci della città facevano da decorazione top per la vista.
-Giorgio mi entra il Polo Nord in camera se lasci la finestra aperta- mi sgridò il piccolo sedendosi accanto a me, accostando la finestra dietro di noi. Sorrisi e lo cinsi nelle spalle, poi lo feci appoggiare a me e continuai a fumare indisturbato.
-Dove mangiamo questa sera?- gli chiesi.
-Avevamo detto mc?- domandò lui in risposta. Cazzo, mi ero dimenticato.
-Ah si, hai ragione- dissi buttando la sigaretta finita sotto di me, nella nev, si sarebbe spenta da sola.
-Tu ti cambi o resti così?- mi chiese.
Gli accarezzai il fianco e gli lasciai un veloce bacio tra i capelli, sempre morbidi.
-Nah, resto così, non ho voglia di cambiarmi- risi io. Averlo così tra le mie braccia mi rendeva felice, ero fortunato ad averlo.
-Io invece vado a cambiarmi, vieni dentro anche tu che ti prendi l'ebola- mi consigliò lui ridacchiando.
-Mh sì un attimo-
Lo sentii sgattaiolare dentro e mi persi nuovamente ad ammirare il paesaggio.


raga preparatevi che il prossimo capitolo sarà più lungo del solito ma lo amo da morire. 💜

𝐀𝐬 𝐚 𝐃𝐫𝐮𝐠 ;; 𝐌𝐨𝐬𝐯𝐚 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora