Chiusi instagram e misi a caricare il cellulare, per poi infilarmi sotto le coperte e cercare di addormentarmi. Non avevo sonno, come al solito, ma dovevo dormire o altrimenti avrei iniziato ad avere le allucinazioni per il troppo sonno: erano tre giorni che non chiudevo letteralmente occhio, da quando ho mollato Alison.
Feci un respiro profondo e ricacciai dentro le lacrime: non avrei pianto, non ancora. Avevo già pianto tre giorni prima, non ero così debole.
Chiusi gli occhi e stranamente mi addormentai, ma non sognai nulla, il niente più totale.
💭💭💭
Il mio sonno profondo fu interrotto dalla sveglia, quella fottutissima sveglia.
Sbuffai e mi alzai, per poi dirigermi in bagno e svegliarmi lavandomi il viso con acqua fredda. Adoravo l'acqua fredda, mi ricordava il mio animo in quel periodo, ero freddo e apatico.
Tornai in camera e mi vestii: pantalone mimetico abbastanza largo dotato di tasche laterali, maglietta nera della Thrasher semplice e felpa nera dell'Adidas. Come scarpe invece misi delle Nike alte nere, per poi infilare in tasca una canna e i tre grammi per il ragazzo di instagram. Andai in cucina e incrociai mio fratello Tommaso nel corridoio: mi guardò con occhi stanchi e un po' tristi.
-Che hai Tommaso?- gli chiesi accorgendomi della tristezza che emanava. Lui sospirò e guardava il vuoto. Alzò gli occhi, rossi, su di me per guardarmi.
-Non ho passato l'esame di psicologia- disse per poi andarsene lasciandomi sull'uscio della cucina come un bambolotto. Dava davvero tutta questa importanza a degli stupidi esami universitari? Per me la scuola era arrivare al sei se ero fortunato.
Scossi il capo e mi bevvi un caffè, giusto per non dormire in piedi, e uscii di casa dirigendomi al cipresso.
Una volta arrivato, mi sedetti nella panchina, togliendo la neve ghiacciata per non bagnarmi troppo il pantalone e riuscire lo stesso a stare seduto. Presi il telefono e trovai un messaggio da fuckshiva.>Buongiorno Ferrario, alle sette e
quaranta sono lì. Non tarderò.Guardai l'ora: le sette e trentacinque.
>Okey.
Aprii nuovamente il suo profilo e guardai tutte le foto che aveva: era davvero un bel ragazzo. Ma non c'era nemmeno una foto in cui abbozzava ad un sorriso, nemmeno per sbaglio. Lo iniziai a seguire e gli lasciai un paio di like, giusto per passare il tempo. Chiusi instagram e aprii la galleria e la cartella intitolata "21.07💔", quella con tutte le foto mie e Alison.
A svegliarmi dai miei pensieri tristi, fu una mano che mi toccò delicatamente la spalla. Sobbalzai leggermente e istintivamente alzai lo sguardo. Vidi un ragazzo, fuckshiva. Dal vivo era leggermente diverso che nelle foto, ma era più bello.
-Ciao Giorgio, sono Andrea- disse lui, sedendosi accanto a me porgendomi la mano. Gliela strinsi esitante e lui sorrise. Ed ecco che ogni mio dubbio fu svelato in quel sorriso: era falso, ma non di cattiveria, lui in realtà non aveva la forza di sorridere, ma si costrinse a farlo per non sembrare depresso. Tutto questo lo si capisce dagli occhi, non sorridenti e felici.
Misi le mani in tasca e presi il sacchettino, per poi porgerglielo. Lui lo prese e dandomi le banconote le nostre mani si sfiorarono. Misi le banconote nella cover del cellulare e aspettai che lui se ne andasse. A scuola io non ci volevo andare. Ma nemmeno lui a quanto pare, infatti non si mosse nemmeno di un passo, restó li seduto a guardarmi.
-Tu vai a scuola?- mi chiese continuando a guardarmi. Negai col capo e trattenni le lacrime: c'era un freddo pungente e mi mancava Alison.
-Nemmeno io, ma ehi, non piangere- disse lui cambiando voce, con un tono preoccupato. Nessuno notava mai quando trattenevo le lacrime, pensavano tutto fossi fatto.
-Io? Io non piango mai- dissi asciugandomi una lacrima, creando un'atmosfera di tristezza.
-Io invece piango troppo spesso, come la mettiamo?- sentenziò lui in risposta, sospirando.
-Mi dispiace..- continuai io, girandomi a guardarlo. I nostri sguardi si incrociarono e i suoi occhi verdastri misti ad un color cioccolato erano vuoti. Mi guardavano, ma non sembravano trapelare alcuna emozione.
-A me no, alla fine è uno sfogo- disse lui, abbozzando un sorriso che però si fermò alle labbra.
-Sí..- abbozzai io.
-Ti manca tanto? Alison- azzardò lui. Mi coprì il viso con le mani e una lacrima abbandonò i miei occhi corvini. Sentii il calore delle sue mani sui miei polsi e mi tolse le mani dal viso. Ma poi, perché si interessava così tanto a me? GLI avevo venduto la droga, basta così penso. Almeno io ero apposto.
Tolsi bruscamente i polsi dalla sua dolce presa e lo fulminai con lo sguardo.
-Ma esattamente che vuoi da me? Perché ti ostini a parlarmi?- gli urlai io. Non capivo cosa volesse da me.
Lui sembrò esserci rimasto male, ma cercò di mascherare anche questo.
-Non lo so, semplicemente mi sembri una bella persona e avere un amico non mi farebbe male, dato che non ho nessuno- disse lui, guardando il vuoto e mutando la tonalità di voce in un tono triste. Faceva tenerezza, sembrava un bambino. Non sapevo perché, ma fui davvero stronzo, troppo stronzo.
-Chi ti dice che io voglia? Sto benissimo- mentii. Ma perché fui così stronzo? Vidi i suoi occhi vuoti diventare rossi, probabilmente tratteneva le lacrime.
-Nessuno, ho solo risposto alla tua domanda- disse solo, girandosi. Mi sentii una merda in quel momento: magari un nuovo amico non avrebbe fatto male nemmeno a me, tantomeno a lui che a canto suo era completamente solo.salve.🌚 spero che questa storia sia di vostro gradimento, e niente, lasciate un commento+una stellina, sarebbe il meglio per me dato che mi impegno tanto a scrivere. madonn voi non capite quanto è difficile scrivere questa storia. ok, ciaoo.💔🌹

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𝐀𝐬 𝐚 𝐃𝐫𝐮𝐠 ;; 𝐌𝐨𝐬𝐯𝐚
Fanfiction«era diventato come una droga, non potevo fare a meno di lui, per nulla al mondo»