Chapter 4

63 6 1
                                    

Niall
Slow Hands

Apro gli occhi; siamo ancora in mare; Dio, quanto odio le navi! Soffro pure di mal di mare!
E no, non do la colpa di questo mio malessere al fatto che tendo sempre ad abboffarmi più del dovuto ai banchetti ma al semplice concetto che la mia persona non puó sopportare oltre 20 ore di nave con sto continuo dondolio delle onde!
Insomma, il Colonnello Niall James Horan (Dio, che figata! Suona ancora meglio detto per intero!) merita molto più di questa veloce battaglia al fronte francese! Queste sono cose per i dilettanti!

Sento bussare alla porta della mia cabina e apro gli occhi di scatto, alzandomi dal letto sul quale stavo comodamente poltrendo fino a pochi istanti fa.
Mi avvicino alla porta in punta di piedi mentre la persona dall'altra parte continua a bussare in maniera alquanto insistente.

"Colonnello Horan, signore, é là dentro?"

Sono spettinato, coperto da un'unico paio di pantaloni e con ancora i segni delle pieghe delle lenzuola in ogni dove, ma non voglio che pensi che sia un rammollito.

"Chi è?" parlo facendo la voce grossa, per intimidirlo.

"Mi chiamo Josh Devine. Posso entrare?"

OMMIODDIO!

Ha il nome da assassino!

Vuole uccidermi!

"Perché?" chiedo, cercando di mantenere il tono di prima, ma lasciando trapelare, in maniera decisamente troppo evidente, la mia natura da caga-sotto.

"Voglio solo consegnarle la divisa, signore" non lo conosco sto tizio, ma ho come l'impressione che stesse ridendo sotto i baffi nel pronunciare questa frase.

"Oh" apro leggermente la porta per controllare che stia dicendo la veritá e non abbia, tipo, un'arma puntata di modo da impallotolarmi nonappena io apra la porta (visto che è esattamente quello che é accaduto a mio padre, tendo a essere più cauto del dovuto a riguardo).

Tiro un sospiro di sollievo dal momento che il tizio qui -John, o come cavolo ha detto di chiamarsi- sembra sprovvisto di ogni arma e concentrato unicamente a non stropicciare ulteriormente la mia povera divisa.

Apro la porta del tutto e lo vedo boccheggiare nonappena il suo sguardo ricade sul mio corpo magrolino e martoriato.
Ai miei lividi...beh...non mi piace neanche pensarci francamente, e riguardo al mio essere magro non so che dire: il mio corpo si rifiuta categoricamente di fare un briciolo di massa grassa, e, diciamocelo molto francamente: io mangio come un porco.
Ogni volta mi sfondo di cibo come se fosse la prima dopo mesi di digiuno.
Secondo me é qualche neurone nella mia testa che brucia ogni possibile chilo in più per creare chissà quale geniale idea (credo fermamente in questa ipotesi da quando inventai il pollo, avvolto nel prosciutto, ripieno di mozzarella, servito con puré di patate fatto in casa: fu una trovata geniale! Lodai me stesso per settimane dopo quella!)

In ogni caso: il tipo ha finito di guardarmi con quell'aria da cucciolo bastonato che si era schiaffato in faccia e ora lo guardo allontarsi con la mia divisa pulita tra le mani.

Torno in camera e la indosso, senza neanche tener conto dei pantaloni di prima (tanto mica devo mostrarli a qualcuno, no!?) e mi metto in posa davanti allo specchio.
Mi sta molto bene quest'uniforme! Valorizza i miei punti migliori facendoli risaltare!
Mia moglie rimarrebbe accecata da figaggine che trasuda ora dal riflesso dell'uomo nello specchio! Se io non fossi io, mi corteggerei da solo e farei di tutto pur di auto-portarmi a letto!

You Bring Me Home ~ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora