La Gringott di domenica mattina era silenziosa. Pansy era sulla porta dell'ufficio di Blaise e guardava il salone. Era così strano. Neanche un folletto. Nessun dipendente. E poi non c'era neanche Brianna. Ah, no. Non si chiamava così. Come si chiamava? Ah, sì, Bridget.
"Pansy?" Si voltò verso Blaise che la chiamava da dentro l'ufficio.
Lui e la Granger avevano avuto una piccola discussione su come gestire la cosa con il Ministero. Secondo la ex Grifondoro dovevano assolutamente informare qualcuno, mentre Blaise invece voleva prima vederci chiaro. Non era sicura di come si fossero messi d'accordo.
Lui le fece cenno di avvicinarsi.
"Tiriamo giù le coperture dai quadri?" Lei annuì. Per sicurezza li avevano appesi e incantati tutti e tre. Non avrebbero potuto andare da nessuna parte. Ora però dovevano scoprirli.
Blaise tirò fuori la bacchetta e fece cadere la stoffa che copriva il quadro di campagna. Il contadino dormiva ancora. Pansy lo guardò bene. Non aveva potuto farlo due giorni prima perché non sapevano bene come interpretare la cosa. Era lui. Il tipo che intrecciava i canestri nel suo ufficio. Si voltò verso gli altri.
Cosa dovevano fare? Vide Blaise far cadere un'altra copertura.
"Per Godric!" Blaise si voltò verso la moglie di Potter. La rossa aveva spalancato la bocca e indicato il quadro con il cacciatore, quello che a Pansy faceva orrore. Lo guardò. Effettivamente l'espressione del cervo trasmetteva sofferenza.
"Fammi indovinare, hai già visto il quadro, giusto?" La Granger si avvicinò per osservarlo meglio.
Fece una smorfia anche lei e disse: "Il cacciatore e il cervo ci sono anche al Ministero. Nel quadro nell'ufficio di Harry". La rossa annuì. Oh, Merlino.
"Ma i quadri che ci sono al Ministero non sono protetti magicamente?" chiese alla Granger.
Ginny gemette. Forte. "Harry ha ricevuto in regalo il quadro. Ma io non lo volevo a casa. Non volevo un cacciatore che sparava a un cervo. Così gli dissi di portarlo in ufficio. Non pensavo che..." Si portò una mano alla bocca. Merlino! Era stata colpa sua!
Hermione le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla. "Su su. Non è stata colpa tua. Però avresti potuto immaginare che al Ministero non venisse controllato ciò che ci si porta da casa..."
Vide la Parkinson gettare una brutta occhiata a Hermione e questa sostenere il suo sguardo.
"Beh, è vero. È così che stanno le cose!" La mora sbuffò.
"È colpa di Harris. Di nessun altro."
"Penso ci sia qualcun altro con Harris. Un... complice" Blaise aveva parlato guardando il quadro.
Alzò la bacchetta per scoprire la signora vestita di giallo. Sperò che si fosse vestita. E che non urlasse.
La Granger alzò un sopracciglio. "Tu dici?"
Alzò le spalle. "Ci sono troppe cose. O Harris aveva un capoccione così oppure si è fatto aiutare."
"Oppure ha aiutato qualcuno". Tutti si girarono verso Pansy.
"Come?" Anche lei alzò le spalle.
"Sembra un piano bello complesso. I quadri con il San Mungo e il Ministero. Una maledizione difficile da fare e ancora più difficile da diagnosticare. Il momento giusto per non fare curare Potter. Tutto è un po' troppo... complicato da gestire. Personalmente ho visto Harris un po' di volte e non mi sembrava tutto questo... Genio del crimine."
"Ok. Allora partiamo da quello che sappiamo. Sappiamo come spiava il San Mungo e il Ministero. E il terzo quadro? Chi è?"
Nessuno rispose. Pansy si avvicinò al terzo quadro. Blaise fece cadere la stoffa e tutti osservarono la signora vestita di giallo che si lamentava facendosi aria con il ventaglio.
"Ehm... Buongiorno, signora."
Pansy sorrise al quadro. La signora le sorrise. "Oh, buongiorno cara. Che piacere vedere finalmente qualcuno. Sono stata al buio così tanto tempo..." Sospirò e guardò anche gli altri.
Quando il suo sguardo si fermò su Blaise le sue guance divennero rosse e si coprì con il ventaglio.
"Ci scusi se la disturbiamo..." Iniziò la Granger. La signora del quadro la guardò e sbatté ancora il ventaglio.
"Chi sei, ragazzina?"
"Io sono Hermione Granger. Posso chiederle il suo nome?" La signora si mise più composta, irrigidendo la schiena.
"Io sono la contessa Helena Luisa Petty-FitzMaurice, della Cornovaglia". E sventolò ancora un po' il ventaglio.
"È un piacere conoscerla. Chissà che vita importante ha avuto, signora contessa!" Pansy guardò la Granger che cercava di ingraziarsi il quadro. Ma la contessa non parve particolarmente interessata.
"Sono ancora signorina" precisò con sufficienza.
"Mi permetta di presentarmi, signorina Helena, sono Blaise Antonio Zabini."
E l'ex Serpeverde s'inchinò al suo cospetto. Questa volta la contessa fu più colpita.
"È uno straniero?" Lui sorrise. Pansy l'aveva visto fare a Hogwarts a così tante ragazze, quel sorriso, che sbuffò.
"Ho origini italiane, mia cara contessa."
"Oh, Italia?" Ora la contessa Helena era ancor più colpita. Spostò il ventaglio da davanti al busto e scoprì il vestito.
"Ma che bel vestito che ha, contessa!" La Granger ci stava provando ancora. La contessa però le lanciò un'occhiataccia.
"Non posso ricambiare il complimento. Mi dispiace. A nessuna delle tre". E osservò la stanza, squadrando le tre ragazze.
Pansy si fece avanti. "Oh, nessuno di noi può permettersi un abito così bello. Ultima moda francese, giusto? Vedo anche del pizzo chantilly e non del semplice macramè. Lei dev'essere un'intenditrice, contessa. Se dopo vuole darmi il nome della sua modista..."
La dama in giallo sorrise. Bingo.
"E tu, cara, chi sei?" Pansy fece una riverenza, ma non si chinò troppo, proprio come le avevano insegnato tempo prima.
"Pansy Penelope Parkinson, sono una discendente del VI Duca di S.Ives". Il sorriso della matrona divenne ancora più ampio.
"Davvero, cara?"
"Sì, dalla parte di mia madre, milady."
Blaise la guardò sconcertato. Come aveva fatto a inventarsi una cosa del genere? Era stata brava. La contessa Helena ora pendeva dalle sue labbra.
"Oh, cara. Me lo ricordo, il duca. La sua tenuta confinava con quella di mio padre..." E sospirò. Un sospiro... come lo avrebbe potuto definire? Mah... Era tutto... femminile.
"Ho sentito dire che fosse un gran bell'uomo, Simon..." E Pansy ammiccò in direzione del quadro. Ora la contessa ridacchiò.
Qualcosa disse a Blaise che non si stava inventando niente. Ok, però si stava tirando per le lunghe.
"Ehm..." Tossicchiò. Le due streghe non sposate si girarono verso di lui, con uno sguardo arrabbiato.
"Non bisognerebbe interrompere due dame che fanno conversazione, Blaise..." Pansy lo fulminò con un sguardo.
"Ma.. Lo chiami per nome? Siete intimi?" La contessa lo guardò con ancora più attenzione. Ok, ora basta.
"Sentite..." Ora anche la Granger lo guardava male.
"Oh, siamo cresciuti insieme. Le nostre famiglie si conoscono da sempre" mentì Pansy.
"Lei invece? Ha avuto una bella vita?"
Blaise sospirò ancora.
"Non mi sono sposata" rispose la dama in giallo.
"Oh, non è necessario sposarsi, per divertirsi. Cosa le piaceva fare?" La dama sventolò ancora il ventaglio.
"Oh, sì, mi sono divertita lo stesso!" Merlino, aveva ammiccato! "Simon ne sapeva qualcosa. Ma ho anche conosciuto letterati e poeti. Il mio salotto era uno dei più frequentati all'epoca. Vivevo a Mayfair, io!" Sventolò ancora il ventaglio.
"Quindi le piace la gente. Ma qui è tutta sola. Gli altri quadri non sembrano persone socievoli con cui parlare di letteratura..." La contessa storse il naso in una smorfia e scosse la testa. "Va di solito a trovare qualcuno, non so, un suo familiare o se stessa in un altro quadro? Dove magari è raffigurata in una biblioteca?"
Pansy era stata bravissima. Sorrise. Vide sorridere anche la Potter e la Granger. "Oh, non ho molti posti dove andare. Purtroppo i miei quadri sono andati o distrutti o chiusi in qualche cantina incantata. Ma fino a poco tempo fa..."
Sìììì...?
Pansy sorrise. "Dove andava?"
"Oh, andavo a casa di un mio nipote. Beh, un pro-pro-pro-nipote, a dir la verità. Un ragazzo così a modo. E anche bello. Ma a casa non c'era mai.."
"È la zia del dottor Denys Mills?" La dama sorrise ancora.
"Sì, cara, lo conosci? Lui è così gentile. Ha appeso un quadro della famiglia di mia sorella Dorothea in corridoio. Ci sono anch'io anche se sono un po' più giovane. E vado da lei. Ma poi è successa quella cosa... Oh, come mi dispiace... È stato così brutto..."
"Cos'è successo?"
"Oh, un mago malvagio... È venuto... Ha fatto tanta confusione. E ha lanciato incantesimi sul povero Denys..." Pansy sentì un brivido lungo la schiena. Non era morto, vero?
"Ma... Harris? È stato il signor Harris?"
"Il signor Harris che era qui?" Chiese la dama e poi scosse la testa. "No. Un altro mago. Ma poi è venuto a casa sua anche il signor Harris. È successa una gran confusione. Quando il mago cattivo ha aggredito Denys, ha mandato un gufo al signor Harris e lui è andato là. Ma poi mi ha tolto dalla parete e mi ha messo in cantina. Non me lo aspettavo. Era sempre stato così gentile, con me. Mi chiedeva sempre di Dorothea e della sua famiglia..."
"E le chiedeva anche di Denys?" Il quadro annuì.
"Sì, voleva sapere cosa facesse e quando andava a casa, se abitasse da solo e cose così. Chiedeva sempre. Era così gentile..."
"Ok, e se ora noi le chiedessimo un grosso favore, lei sarebbe disposta ad aiutarci?"
"Ah. Non saprei. Cosa vorresti che facessi per aiutarti?"
"Vorrei che andasse da Dorothea, ma senza farsi notare da chi c'è in casa e che riesca a guardare quello che sta succedendo. Penso che Denys sia nei guai e vorrei aiutarlo. Se le chiedessi di spiare a casa sua senza dire niente a nessuno, lo potrebbe fare?"
"Mi fai tornare da Dorothea?" Pansy annuì.
"Potremmo trovare la maniera di farla appendere vicino al quadro di Dorothea, così che anche lei potrebbe venire a trovarla. Le piacerebbe?" Hermione aveva seguito tutto il discorso e aveva deciso di intervenire. La Parkinson era stata brava. Ora bisognava solo capire cosa stesse succedendo a casa del dottore.
La dama in giallo la guardò senza storcere la bocca, per la prima volta.
"Sì. Mi piacerebbe. Vi aiuterò."
Zabini alzò la bacchetta e tolse l'incantesimo di protezione al quadro. La contessa sparì subito. "Ora resta solo un problema" disse ancora Hermione.
"Ossia?" Ginny era rimasta in silenzio per tutto quel tempo. Era un record, lo sapeva. Ma forse era stanca. Era stata tutta la notte a dormire vicino a Harry, nonostante sapesse benissimo che non avrebbe potuto svegliarsi. Ma aveva detto di volerlo fare per non creare sospetti.
Si girò verso la Parkinson. "Tu sai dove abita il dottore?"
"No, non ci sono mai stata..." Merlino! Si voltò verso il moro, quando lo sentì sospirare.
"Ma penso di sapere come risolvere la cosa."
"Parkinson, quando questa storia sarà finita e Harry starà bene, sei invitata a cena a casa nostra. E ti farò assaggiare le torte di mia mamma!" La piccola Weasley sorrideva stanca.
"Sì, però... Niente Goldstein!" Blaise non si rese conto di averlo detto ad alta voce.
Ginny alzò un sopracciglio guardando Zabini. Oh oh. Le era sfuggito qualcosa. Sorrise sorniona.
"Facciamo così, Zabini: potrai venire anche tu". Lui sorrise e annuì.
La Parkinson sbuffò rumorosamente.
"Veramente non ho ancora accettato. Prima sistemiamo questa cosa. Cerchiamo Denys e salviamo il mio lavoro."
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Pansy & Blaise
FanfictionLei è un medimago e lui un Auror. Avrebbero dovuto dichiararsi a Hogwarts al quinto anno, ma non l'hanno fatto e si sono messi con le persone sbagliate. Ora, dopo dieci anni, si ritrovano a dover indagare su due casi che in verità è uno solo... Pe...