Blaise osservò l'attuale Pansy guardare la Pansy del ricordo uscire dalla porta insieme al medimago. Lei tentò di seguirli e passò oltre al muro. Le andò dietro.
"È un ricordo della Weasley, puoi vedere solo quello che si ricorda lei". Pansy annuì e tornò dentro. I coniugi Potter stavano parlando sottovoce fra di loro.
"Hai visto che faccia che ha fatto?" disse Potter. La rossa gli accarezzò la mano.
"Non preoccuparti. Vedrai che andrà tutto bene". Ma quando il marito si voltò, Blaise vide che lo sguardo preoccupato ce l'aveva anche lei.
"È diventata carina, hai visto?" Potter alzò un sopracciglio.
"Davvero?"
"Non lo hai notato?" gli chiese curiosa.
"Ho notato solo che avesse le mani gelate."
La piccola rossa rise nervosamente.
"Secondo te esce con qualcuno?" Potter si sistemò meglio sul lettino.
"E come faccio a saperlo io?" Sembrava sofferente.
"Sai con chi starebbe bene?" Blaise osservò la piccola ex Grifondoro con curiosità. Sperò quasi che facesse il suo nome.
"Con chi?" sospirò Potter.
"Con Anthony."
"Anthony?" Il moro non si rese conto di aver parlato insieme a Potter. Anthony chi?
"Sì, Anthony Goldstein."
"So chi è Anthony, Ginny. Ti ricordo che lavora con me."
"Potremmo..." Blaise non era sicuro di voler ascoltare ancora.
Per fortuna il salvatore del mondo le chiese: "Ma non è via da tanto, secondo te?" La rossa tornò subito seria e guardò la porta.
"Sì. La vado a cercare. Non ti muovere."
"E chi ci riesce..." Lei gli scoccò un bacio a fior di labbra e lui le accarezzò il ventre.Hermione e gli altri seguirono Ginny quando si avventurò fuori dalla porta. Chiese a un'infermiera della Parkinson e lei le indicò il suo studio. Fecero qualche passo in un corridoio.
A un certo punto si fermò davanti a una porta con la targhetta 'Dott.ssa Parkinson, Pansy'. Videro Ginny appoggiare la mano alla porta. "Parkinson? Dottoressa?" La sua voce era poco più di un sussurro.
Quando aprì la porta si sentirono delle voci. Tutti si misero dietro a Ginny. Poi Hermione, che era la più pratica di ricordi altrui e pensatoi, entrò nella stanza. Gli altri la seguirono.
Si vedeva solo una parte della stanza. Il lungo cono che Ginny riusciva a vedere dalla porta. Tutto intorno era grigiastro. Si posizionò nella parte grigia e gli ex Serpeverde si misero dall'altro lato.Blaise, da sempre attento ai dettagli, si guardò intorno. Vide un quadro dove un ragazzo stava intrecciando un canestro. Guardando meglio, riconobbe il tipo che dormiva nel quadro che c'era nel suo ufficio.
Pansy aveva ragione. Ancora. Osservò altre cose e poi tornò verso la discussione che stavano avendo i due dottori.Pansy si guardò mentre chiedeva a Denis: "Dove sono i tuoi appunti? E i libri di medicina?"
Lui balbettò stranito. "I miei appunti?"
"Sì, i tuoi appunti sulle maledizioni che abbiamo guardato la settimana scorsa. E mancano anche i libri..."
"Li ho a casa."
La Pansy con il camice sospirò e disse: "I libri devono rimanere qui! Non puoi portarli via. Sono importanti". Poi continuò: "Perché mi hai detto di mandarlo via?"
"Non aveva niente..."
Lei sbattè un piede per terra ed esclamò: "Hai visto come cammina! Potrebbe essere una variante di Dolohov. Forse quella raggelante. O la raggelante laterale. Come è potuto scapparti? Merlino, ho bisogno di quel libro. Devo essere sicura di quale sia". Lui non disse niente.
"Sai cosa sarebbe successo se l'avessimo mandato via? Sarebbe andato in fase di morte apparente. E nessuno avrebbe fatto niente, l'avrebbero curato con una pozione stimolante, che non sarebbe servita. E lui, nel giro di sei giorni, forse otto, visto che è giovane e in buona salute, sarebbe morto. È una cosa grave. Quindi ti richiedo, come hai fatto a non accorgertene? Non l'hai vero... fatto apposta?"
La Pansy del presente sgranò gli occhi. Non ci credeva. Denys era un bravo dottore. Se gli era scappato, c'era un motivo. Davvero.
"Ok, forse mi è scappato. Oh, Merlino, siamo sempre qui, da quanto tempo, senza dormire? Tre giorni? Sono stanco, non mangio mai e spesso ho le visioni. Mi tengo idratato solo in questa maniera!" disse estraendo una fiaschettina e mostrandola. Lei annuì.
"Ok. Va bene. Ora vai a casa e prendi il libro con gli incantesimi. Devo assicurarmi di usare l'incanto giusto. Sembra una maledizione dannatamente specifica. Non voglio farlo stare peggio. Ora dobbiamo soltanto..."
Il dottore la interruppe. "NO".
Pansy si voltò verso di lui, insieme all'altra Pansy. "Come?"
"Ho detto di no. Non facciamo niente."
La Pansy con il camice rimase basita e lo guardò sgranando gli occhi. Anche la Pansy attuale era stranita, tanto che non capì cosa avesse detto al dottore.
"Santissima Priscilla! Ho detto che non faremo niente!"
La dottoressa, che si stava avvicinando alla porta, si bloccò ed esclamò: "Quell'espressione... Non l'hai mai usata, tu. La dice sempre..."
La Pansy dell'ospedale non poté finire la frase che il dottore aveva già tirato fuori la bacchetta, lanciandole un incantesimo non verbale. La Pansy fuori dal pensatoio, invece, sgranò gli occhi. Dopo poco cercò di buttarsi su Denys. Inutilmente.
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Pansy & Blaise
FanfictionLei è un medimago e lui un Auror. Avrebbero dovuto dichiararsi a Hogwarts al quinto anno, ma non l'hanno fatto e si sono messi con le persone sbagliate. Ora, dopo dieci anni, si ritrovano a dover indagare su due casi che in verità è uno solo... Pe...