16. Incomprensioni

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Fuori nel corridoio, Blaise chiacchierava con Theo e Draco. Astoria era un po' agitata, ma sorrideva. Un'infermiera li aveva sgridati perché erano tutti davanti alla porta. Ma aveva anche detto loro che potevano entrare al massimo due alla volta. Astoria aveva dovuto aspettare fuori, perché era entrato il marito di Daphne e con Pansy erano già in due.
Steve, aveva detto, quando si era presentato. Non sembrava male, il tipo. Sospirò. La porta si aprì e ne uscì una Pansy commossa. Vedeva la scia che le lacrime le avevano lasciato sulle guance.
"È così brutto il bambino?" Pansy alzò di scatto la testa, sorpresa. Astoria diede uno scappellotto a Theo e Pansy sorrise.
"Theo, sei proprio un troll! È una bambina ed è bellissima."
Astoria scappò dentro un po' agitata. Theo si alzò e andò ad abbracciare la mora.
La sua ragazza, pensò Blaise. O no? Pansy era la sua ragazza? Lo era ancora? O non lo era mai stata? Si passò una mano fra i capelli.
"Come stai? Ho sentito della cattura di un certo mago..." le disse l'amico.
"Veramente, gli Auror ne hanno catturati due. Non te lo ha detto Blaise?" Si girò verso Draco. "Draco, tutto bene?" Lui annuì e lei l'abbracciò.
Blaise li guardò tutto il tempo. Theo gli diede una gomitata.

Pansy si voltò di nuovo: Blaise la guardava. Dovevano parlare. Doveva sapere se l'errore che aveva commesso era troppo per lui. Era meglio saperlo subito. Si morse il labbro inferiore, guardandolo.
"Andiamo a mangiare qualcosa dopo?" chiese a tutti e si girò verso Theo. Era strano. Cercava di sorridere ed essere allegro, ma lei lo conosceva bene.
Come era andata con Amelia?
"È andata bene con Amelia?" gli chiese sottovoce.
Lui alzò le spalle. "Insomma. È rimasta un po' sconvolta... Mi ha detto che ha bisogno di..." si interruppe.
"Vuoi parlarne?" Theo scosse le spalle. Non stava bene. Non doveva rimanere solo. "Andiamo a mangiare qualcosa."
Non era una domanda. Lanciò un'occhiata a Blaise. Sapeva che dovevano parlare anche loro, ma non voleva lasciare solo Theo in quello stato.
"Voi venite?" chiese allora a Draco. Il biondo alzò le spalle e indicò la porta con la testa.
"Oh, si è sposato. Deve prima consultarsi con il suo capo!" Theo ridacchiò e Draco gli lanciò un'occhiataccia.
Poi Pansy si rivolse direttamente a Blaise, visto che non aveva risposto:"Tu cosa fai?"

Oh bella domanda. Pensava di rimanere solo con lei. E invece... Ma non se ne sarebbe andato.
"Vengo con voi" rispose. Lei sorrise. Meno male.
"Cos'hai combinato?" gli chiese Theo mentre Pansy apriva la porta.
"Posso far entrare gli altri?" chiese lei all'interno.
Guardò l'amico. Possibile che lui avesse capito che le cose fra loro non erano proprio a posto? Poi la ragazza si voltò verso di loro e fece un cenno per farli entrare.
Oh, Merlino! Doveva entrare anche lui? Si avviò per ultimo. Lentamente. Magari se avesse camminato piano piano avrebbero finito prima che lui entrasse. Ma quando arrivò alla porta, gli altri erano ancora dentro che parlavano.
"Vieni" gli disse Pansy, "non ti schianterà."
"Sicura?" Le sorrise. Sorrise anche lei. "Però se mi stai vicino, sono più tranquillo..." Lei inclinò la testa.
Ti prego, non dire che non mi vuoi. Allungò una mano.
"Dai, entra, troll!" Entrò e lei chiuse la porta prima di posargli la mano sul braccio. Quando arrivarono vicino al letto di Daphne, la guardò e lei tolse lo sguardo dalla bambina per guardarlo. Gli fece un cenno con il capo.
"Daphne. Bella bambina."
La ragazza sorrise e, dopo avergli fatto un cenno con il capo, tornò a guardare la figlia. Poi suo marito le posò una mano sulla spalla e baciò la piccola sulla testa.
"Possiamo andare, secondo te, adesso?" Si voltò verso Theo che guardava stranito le due coppie che vezzeggiavano la nuova nata.
"Beh, direi di sì. Io ho fame" disse e Theo sorrise dandogli una pacca sulla spalla.
"Io invece ho sete."

"Andiamo a mangiare qualcosa? Siete dei nostri?" Pansy si era rivolta direttamente ad Astoria. Lei annuì.
"L'orario delle visite è quasi finito. Tanto vale uscire tutti insieme. Vieni con noi, Steve?" Lui scosse la testa.
"Resto finché riesco. Poi andrò a casa."

Daphne guardò tutti salutarla e andarsene.
"Blaise" lo chiamò.
Il ragazzo si girò. "Sì?" Gli fece cenno di avvicinarsi. Steve prese in braccio la bambina e si scostò per lasciarli parlare. Daphne lo guardò camminare avanti e indietro, cullando la piccola. Il suo amore. Suo marito. Il padre di sua figlia. L'uomo che amava.
"Dimmi..." Blaise la guardava incuriosito.
"Grazie di essere entrato. Mi ha fatto piacere."
Lui annuì. Si allungò e gli strinse una mano.
"Trattala bene" sussurrò. Blaise alzò un sopracciglio sorpreso e sorrise. "Altrimenti ti schianto di nuovo!"
Gli lasciò la mano e portò l'attenzione sulla sua nuova famiglia senza più calcolarlo.

"Non ti ha schiantato."
Pansy gli tornò vicina quando uscì dalla camera.
"No, ha detto 'ancora no'."
Come? "In che senso?" Sorrise e le cinse le spalle con un braccio.
"Niente, non preoccuparti."
Sorrise un po' stranito e lei non ci fece troppo caso.

***

"No, scusate, quindi sapevate tutti del nome?"
Pansy non ci credeva. Theo aveva detto che lui lo sapeva. E anche Astoria. Draco aveva fatto finta di niente.
"Che nome?" chiese Blaise sedendosi al tavolo, sulla panca, vicino a lei.
"Hanno chiamato la bambina Pansy" disse Theo.
A Pansy si arrossarono le guance. Lo sentiva. Di nuovo. Si voltò verso Astoria.
"Ma... Non avete detto niente?"
"Perché, cosa dovevamo dire?" Astoria inclinò la testa mentre glielo chiedeva. Scosse le spalle. Bo. Solo a lei sembrava strano?
"Io pensavo che l'avrebbero chiamarla Mary, come la madre di Steve..." Scosse la testa.
"Ma la madre di Steve si chiama Elisabeth!" Oh. Fregata due volte. Sorrise.
"Daphne mi ha fregato..." Astoria sbatté il suo bicchiere di burrobirra con quello di Pansy.
"Sì. È stata brava, eh?" Rise.

Blaise aveva ascoltato Theo raccontare di una ragazza babbana di cui si era innamorato, una bellissima ragazza dagli occhi verdi di nome Amelia. Esattamente come lo disse lui, anche se il suo tono non era felice. E aveva ascoltato Draco e Astoria raccontare del loro viaggio di nozze. Dopo un po' sperò che tutti dicessero che volevano andare a casa per poter stare solo con Pansy.
Quando Astoria chiese a Pansy di accompagnarla in bagno, pensò che fosse il momento giusto per proporre una ritirata. Ma non aveva fatto i conti con Theo.
"Allora, Draco, io e Blaise abbiamo fatto una scommessa. È vero che al quinto anno ti sei inventato di aver fatto sesso con Pansy?" Sia Blaise che Draco sputarono la burrobirra che stavano bevendo.
"Intendi... quando abbiamo bevuto in camera?" chiese il biondo, appoggiando il bicchiere sul sottobicchiere. Blaise lo guardò. Anelava la sua risposta. Draco lo guardò di sfuggita. "Sì. Me l'ero inventato..." Poi guardò verso la porta del bagno. "Ma non diteglielo" aggiunse.
Theo ghignò. "A quale delle due non dobbiamo dirlo?" Draco lo guardò sgranando gli occhi. Oh, Theo, non esagerare. Theo tracannò un bicchierino di Firewhisky, ridacchiando. 
"Non lo diremo a nessuno."
Blaise prese di nuovo il bicchiere più per aver qualcosa da fare che per sete.
"Ok..." Draco giocherellò con un tovagliolo di carta.
"A Blaise piaceva Pansy."
A Theo non era bastato, quello che aveva detto Draco. Forse perché non aveva niente da fare, se non aspettare che la sua ragazza si facesse viva. E aveva deciso di aspettare bevendo. Se lui doveva essere così stronzo, sarebbe stato meglio che Amelia arrivasse al più presto. Il biondo alzò lo sguardo su di lui.
"Non lo sapevo."
"Già."
"Non avrei mai..."
"Non dire stronzate, Draco. Non ci crede nessuno" disse Theo. Forse era stato un po' troppo duro. E forse aveva esagerato con il Firewhisky. Blaise guardò la bottiglia: praticamente l'aveva bevuta solo lui.
"Theo, smettila. Non fare il cazzaro..." Lui chinò la testa e prese un altro bicchiere.
"Ma tanto adesso, Blaise, hai recuperato, no?"
"Ti ho detto di smetterla. Altrimenti tiro fuori la bacchetta!" Il moro sospirò e annuì.
"Che succede fra te e Pansy?" gli chiese Draco.
"Non sono affari tuoi."
"Non rovinare tutto come con Daphne. Per poco non si è diviso il gruppo, a Hogwarts..." A Blaise girarono le pluffe.
"Chi dice che ho rovinato io la cosa, con Daphne?"
"Perché ti ha mollato, allora?" Sbuffò e guardò la porta del bagno.
Quanto ci mettevano le ragazze?

"Tienimi la borsa."
Astoria entrò nel bagno e chiacchierò un po' con lei ad alta voce, che era rimasta nell'antibagno. Si guardò allo specchio che c'era sopra i lavandini e si sistemò i capelli. Quando la ragazza uscì e si lavò le mani, la guardò attraverso lo specchio.
"Allora? Che succede fra te e Blaise?"
Come? Cosa? Si voltò verso di lei così velocemente che si tirò una ciocca di capelli.
"Merlino! Che intendi?"
"Lui ti tocca in continuazione. E ti guarda come se fossi un dolce prelibato. Vuole portarti a letto. Oh!" esclamò, inclinando la testa. Pansy aveva sentito le guance andare a fuoco. Doveva averlo notato anche Astoria.
"E a te piacerebbe! Giusto? O l'avete già fatto? Merlino, stai via tre settimane e succede di ogni!" Pansy rise.
"Beh, di ogni proprio no! Abbiamo solo..." Astoria si fece più vicina.
"'Avete solo'? Per Salazar, qualsiasi cosa sia stato, ti è piaciuto, eh?" Astoria era sempre stata così. Invadente e chiacchierona. E lei e Daphne l'avevano sempre avuta fra i piedi. Ma adesso sorrise. Le sembrava così carina.
Poi, ghignò. "Secondo te?" Astoria rise invece di rispondere.
"Dai, andiamo."
Pansy si stava lavando le mani. "Aspettami!" gridò, quando capì che non l'avrebbe aspettat, cercando di fare presto.

Blaise si scontrò sulla porta con Astoria che usciva. Lei lo squadrò divertita e si voltò verso l'antibagno con i lavandini.
"Ti aspetto fuori, Pansy. Fai con calma."
"Dai, ho detto di aspett..." Pansy arrivò sulla porta con le mani gocciolanti e si bloccò quando lo vide. Astoria ridacchiò un pochino e chiuse la porta.
"Ciao". Finalmente soli.
"Ciao..." Lei lo guardò di sottecchi mentre tornava indietro a prendere un pezzo di carta per asciugarsi le mani.

Pansy si asciugava le mani con molta lentezza. Doveva stare attenta a quello che faceva. A quello che pensava. Quando era vicino a lui, non capiva più niente. Lui si avvicinò e guardò verso i bagni. Le porte erano aperte. Non c'era nessuno. Doveva averlo visto per forza. Erano soli.
"Torniamo di là?" gli chiese. Lui scosse la testa.
"Sono venuto per baciarti."
Pansy sorrise e chiese: "Qui?"
"Preferirei a casa mia o a casa tua. Ma va bene anche qui. Ho già snobbato l'ascensore. Se inizio a non sfruttare i posti dove ci ritroviamo soli, va a finire che non ti bacio più. E non sai la voglia che ho di baciarti..."
Lei non lo lasciò finire e gli gettò le braccia al collo, mentre si avvicinava a lui.

Blaise la strinse mentre chinava la testa sulle sue labbra. Quando la spinse contro il muro le passò una mano sul fianco, sotto la maglietta. Lei mugugnò. Si staccò appena, per vedere la sua espressione. Fece scivolare la mano dietro la sua schiena e se la strinse addosso. I suoi occhi si spalancarono.
"Blaise, è un bagno pubblico."
"Ho incantato la porta. Ti prego, cinque minuti" Pansy rise, gettando indietro la testa. Con l'altra mano le accarezzò una guancia. Era ancora bella. Più bella di Hogwarts. Più grande di Hogwarts. Più consapevole di se stessa. Ed era sua. Era ancora sua. Non l'aveva persa. Anche se dovevano parlare. Ma dopo. Quei cinque minuti erano suoi.
Fece scorrere le dita dal suo viso, giù, lungo la linea del collo e la lasciò gemere di piacere. Poi portò anche quella mano sul suo sedere e la sollevò un po'. Pansy capì e gli strinse le gambe intorno al bacino.

Quando si appoggiò a lei contro il muro, Pansy spalancò gli occhi. O Santo Salazar!
"Ricordami perché hai i jeans invece di una maledettissima gonna..."
Lei rise. "Non lo so". Gli prese il viso fra le mani e lo baciò ancora. Gli mordicchiò le labbra e lui si strusciò contro di lei. Ok, basta, dovevano uscire. Subito.
"Blaise..."
"Sì, lo so. Lo so!" Sospirò.
"Tu non ti rendi conto..." Oh sì che se ne rendeva conto!
Quando si spostò, le disse: "Esci prima te. Io arrivo fra cinque minuti". Pansy abbassò lo sguardo sui suoi jeans e ghignò.
"Sicuro? Cinque minuti?" E rise.
Lui sbuffò. "Vattene". Lei rise ancora mentre usciva.
Quando tornò al tavolo, capì che era successo qualcosa. Theo era instabile e davanti a lui c'erano tanti bicchierini di quelli per i liquori.
"Che succede?" chiese in generale. Ma Theo non prestava attenzione e giocava con Draco con i bicchierini e il liquore. Guardò Astoria. Dalla sua espressione capì che era preoccupata anche lei. Strinse gli occhi nella sua direzione e lei alzò le spalle.
"Theo sta esagerando. Quando sono tornata, prima, aveva già bevuto metà della bottiglia. Si è fatto portare sei bicchierini. Dice che è un gioco, ma non ho afferrato bene. Penso... non stia bene. Tu che dici?"
Pansy lo guardò. No. Theo non stava bene per niente. L'aveva notato prima. Ma non pensava che potesse essere così... grave.
"Theo? Tutto ok?" I suoi occhi brillarono.
"Certo! Tutto ok. Mai stato meglio di così. Io mi sento..." Ma non riuscì a finire la frase e Pansy lo vide guardarsi intorno un po' perso.
"È ora di andare a casa" sentenziò e si voltò verso il bagno. Vide Blaise uscire. Bene.

"Andiamo via" gli disse Pansy quando tornò al tavolo.
La situazione era seria. Sembrava che Theo fosse fuori di testa. Merlino. Era ubriaco. Pagarono e uscirono dal locale. E ora? Astoria disse di essere stanca e parlò di andare al lavoro il giorno dopo. Pansy le disse di andare a casa. Draco e Astoria si smaterializzarono dopo che Pansy assicurò loro che si sarebbe presa cura di Theo.
"Non ho bisogno della balia!" Starnazzò il moro. Pansy sbuffò.
"Smettila. Ti porto a casa". Poi si voltò verso Blaise e gli spiegò: "Penso che ci sia rimasto male per Amelia più di quel che dice". Blaise annuì, non sapendo bene cosa dire. "Lo porto a casa... Ci vediamo dopo?" Come? Non aveva intenzione di lasciarli andare via da soli.
"Ti accompagno."

Pansy lo guardò stringendo gli occhi. Perché più che un aiuto il suo sembrava un ordine? Forse perché lo era.
"Non c'è bisogno. Vado da sola."
Se ci fosse stato anche lui, Theo non si sarebbe confidato con lei o magari avrebbe detto qualcosa di troppo e si sarebbe pentito.
"Ho detto che vengo con te."
Perché sembrava ancora un ordine? Perché il suo tono era così sostenuto? Era come al ministero, quando le aveva detto che non poteva andare con loro. Ma questa volta era diverso. Sapeva quello che faceva.
"Ce la faccio. Sono capace, cosa credi?" Per le questioni del ministero poteva anche aver ragione, ma lì si parlava di Theo, il suo miglior amico. Che aveva qualcosa che gli impediva di stare bene e lei doveva aiutarlo.
"So che sei capace..."
"Non è un incarico del ministero. Non ho bisogno di te."

Blaise non capì perché avesse detto una cosa del genere. Cosa voleva dire che non aveva bisogno di lui? E cosa c'entrava il ministero? Scosse il capo. Lui voleva solo aiutare.
"Ma..."
"Ci vediamo, Blaise."
La vide prendere sottobraccio Theo e si smaterializzarono. Merlino! E ora?

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