Il primo amore non si scorda mai.

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Premessa

Questa oneshot è stata richiesta da luovika.
Narra la storia di un Fabrizio Moro dubbioso e titubante, che, nonostante l'età, si chiede ancora cosa sia l'amore, quello vero.
Durante una delle sue eterne passeggiate si ritroverà davanti a una panchina che gli farà rievocare ricordi lontani...
Perché il primo, unico, vero amore non si scorda mai.
Dedicato a tutte le moropatiche romantiche.
Buona lettura!
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2018

Cammino per le strade di una Roma quasi deserta, chiedendomi dove ho sbagliato.
Anche l'ultima relazione non è andata a buon fine, ovviamente.
Me l'aspettavo.
Perché, perché non riesco a venirne fuori?
Perché ogni fidanzamento deve finire così?
Possibile che sia così sfigato?
Sono le tre di notte e Roma a quest'ora è bellissima.
È quasi impossibile descrivere la sensazione che dà questa città ai miei occhi, mi fa sentire libero, libero da ogni pensiero, da ogni preoccupazione, da ogni timore.
Odio ammetterlo, ma nonostante i miei quarantatre anni, non ho ancora capito che senso ha vivere.
Certo, questa è una domanda a cui è quasi impossibile dare risposta, ma io ci provo lo stesso, sono fatto così.
Dopo aver riflettuto, sono arrivato alla conclusione che viviamo per amare, quindi ho cercato di trovare, invano, la mia anima gemella.
E ogni volta, dopo la fine di ogni relazione, ormai distrutto, mi rifugiavo nell'alcool e bevevo senza sosta, ma ora mi sono convinto che quel modo di tirare avanti, di sopportare il dolore bevendo, non serve a nulla se non a peggiorare le condizioni fisiche e, talvolta, mentali.
Cammino per il mio quartiere, per strade e vicoli che conosco ormai a menadito, cercando di svagarmi, di superare anche questo ostacolo.
Cammino, senza curarmi del tempo che sembra passare troppo veloce, senza curarmi delle poche persone che, come me, passeggiano per queste strade.
Dopo poco decido di fermarmi, esausto.
Mi siedo su una panchina e mi guardo intorno: guardo il panorama, guardo la maestà del Colosseo, che si trova proprio davanti a me.
La luce fioca del lampione illumina una delle tante scritte su quella vecchia panchina in legno e noto che uno dei tanti scarabocchi in particolare si riesce a distinguere meglio degli altri.

L+F - FOREVER

Ci sono un infinità di panchine in tutta Roma e io mi sono seduto proprio su quella in cui ho visto i suoi occhi per la prima volta.
Ormai saranno passati una decina d'anni, eppure lei mi ha cambiato la vita.
L'ho amata così tanto da dedicarle la mia prima canzone.
E ancora oggi vorrei averla a fianco, perché lei saprebbe come aiutarmi.
Sì, ne sono certo.
Ricordo che faceva freddo, quando l'ho incontrata.
Tirava un forte vento, doveva essere inverno.
Lei era vestita con uno di quei cappotti pesanti mentre io, che mi ero detto "nun farà così freddo", avevo deciso di mettermi una semplice felpa leggera.
Chissà cosa avrà pensato, quando mi ha visto.
Al primo sguardo mi innamorai subito, capii che era quella giusta.
Ci incontrammo proprio su questa panchina: lei, studentessa universitaria, e io, un semplice ragazzo scemo che passava da quelle parti.
Poi, dopo 9 anni, lei mi lasciò, se ne andò senza spiegazioni, senza salutare.
E io, come uno scemo, la lasciai scappare.
Non feci nulla per riprendermela e, a distanza di tempo, mi dissi: "Stupido! È stata solo colpa tua!"
Se ne andò lasciandomi un biglietto con scritto "Ti voglio bene."
Il suo numero ce l'ho ancora, ma non oso più contattarla.
Ormai si sarà già scordata di me, ormai avrà una famiglia, magari si sarà pure sposata.
Una cosa è certa: io non ci sono e non ci sarò nella sua vita.
Guardo l'orologio, sono già arrivate le cinque di mattina.
Sorrido pensando a lei.
Dopo qualche minuto, una donna si avvicina e si siede.
Ha i capelli lunghi, castani, che gli scendono lungo le spalle.
È vestita con un cappotto pesante.
Devo ammetterlo, di mattina fa freddo.
Io, da scemo, mi sono vestito con una felpa leggera.
Sono assorto nei miei pensieri, quando lei mi chiede:
"Che fai, non mi saluti?"
La guardo, cercando di capire chi sia.
Poi i miei occhi incontrano i suoi.
Sono gli stessi occhi, in tutti questi anni non sono per niente cambiati.

"Ludovica."

"Fabrizio."

"Come mai qui?"

"Sono di passaggio, e il destino mi ha fatto incontrare te, a quanto pare."

Questa frase.

"È la frase con cui ti ho risposto io quel giorno!"

"Esatto."

"Come stai?"

"Bene, grazie. Tu?"

"Io...sto bene."

"Fammi indovinare, stai ancora cercando l'anima gemella?"

"Hai indovinato."

"E se ti dicessi che la sto cercando pure io?"

"Sul serio?"

"Sì. E dopo molto tempo mi sono resa conto che l'unica persona che voglio qui accanto a me sei tu."

"La sai una cosa? Anch'io."

Mi fiondo sulle sue labbra, la bacio, come feci in quel giorno ormai lontano.
Oggi, ho trovato la felicità.
Ho trovato il senso della vita.
Ho trovato lei.

Sembra ieri, eppure mi hai cambiato la vita.

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One - MetamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora