† Full moon. †

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Premessa

Questa oneshot mi è venuta in mente dopo aver (ri)visto il video ufficiale di "Sono anni che ti aspetto."
(Ve lo lascio alla fine, se siete curiosi)
Beh, io oltre ad essere una #metamoro shipper (anche se hanno smentito li shippo ancora, sono troppo patatosi insieme) faccio parte anche del fandom di Harry Potter, quel bellissimo universo creato da quella santa donna di J. K. Rowling.
E sì, non so se si è capito, la mia OTP assoluta di questo fandom è la #remadora (o #ronks, come la volete chiamare)
Quindi, cari tutti, ho deciso di fare un po' un misto tra le mie due, grandi, OTP.
Perchè dopo aver visto il video di "Sono anni che ti aspetto" può succedere di tutto in quel luogo oscuro che è la mia mente.
Pure questo.
Anyway, fatemi sapere cosa ne pensate.
Buona lettura!
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Le mie paure
Sono carezze mancate
Incertezze che tornano a un passo da me
Evitando i rumori
Sono mio padre e i suoi errori
Un bersaglio sfiorato
Le paure che sento
Come distanze da un centro

Fabrizio non ci voleva credere, quel giorno di luglio del suo undicesimo compleanno.
Era stato ammesso alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Quando Albus Silente era venuto a casa sua, quel giorno, gli aveva consegnato una busta, con all'interno un foglio di pergamena su cui erano scritte parole con una grafia molto carina, in verde smeraldo.

Caro signor Mobrici,

Siamo lieti di informarla che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.

L'anno scolastico avrà inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa del Suo gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.

Distinti saluti,

Minerva Mc Gonagall
Vicepreside

Sono l'amore che ho dentro
E che non so controllare
Il primo giorno di scuola di un piccolo uomo
Che ha vergogna a parlare

Come per magia, davanti a lui comparì un vecchio treno, di quelli a vapore.
L'Hogwarts Express.
Salì sul treno e si affrettò a scegliere uno scompartimento. Ancora non ci credeva. Lui, Fabrizio Mobrici, ad Hogwarts!
In uno scompartimento c'erano due ragazzi: uno dai capelli decisamente spettinati, con degli occhi color nocciola, degli occhiali e un sorriso ribelle sulle labbra. Di fronte, sedeva un altro ragazzo. Aveva dei capelli neri, degli occhi verdi/grigi e rideva di gusto. Evidentemente il primo ragazzo aveva fatto una battuta.
Aprì piano la porta dello scompartimento. «Scusate, posso sedermi qui con voi?» Chiese. Il secondo ragazzo alzò lo sguardo.
«Certo.» Rispose.
«Anche tu al primo anno a Hogwarts eh? Sapete, spero di essere smistato in Grifondoro.» ribatté il primo.
«Anch'io. Sono così emozionato!» concordò il secondo.
Poi chiese: «Come ti chiami?»
«Fabrizio. Fabrizio Mobrici.» rispose lui.
«Piacere di conoscerti, Fabrizio. Io sono Niccolò. Niccolò Moriconi.»
Il primo ragazzo disse:
«Beh, benvenuto tra noi, amico. Comunque mi chiamo James. Potter.»
Dopo avergli risposto, un sorriso ribelle si dipinse sul suo volto.

Le riflessioni sospese
Un mattino alle sette
La paure che sento qui dentro di me sono parole mai dette

Erano passati ormai 25 lunghissimi anni da quel giorno, eppure Fabrizio non lo aveva dimenticato. Ora era un mago adulto, sapeva destreggiarsi benissimo tra un incantesimo e l'altro, aveva persino insegnato ad Hogwarts per un anno.
Ora però, i tempi erano cambiati.
C'era una guerra magica in corso, un signore oscuro da sconfiggere, dei nemici da abbattere, un ragazzo da proteggere.
Harry Potter, si chiamava.
Era stato un suo alunno ed era anche il figlio del suo migliore amico.
Lo chiamavano il bambino sopravvissuto.
L'unico che era stato in grado di vivere laddove altri avevano trovato la morte.
Per questo Albus Silente aveva fondato una società segreta, l'ordine della Fenice, di cui lui faceva parte, insieme ad uno dei suoi migliori amici, Niccolò.
Ormai da diversi mesi soggiornavano nella vecchia casa di quest'ultimo a Londra, Grimmauld Place, 12, insieme a molti altri membri dell'ordine.

Tu
Tu non mi hai voluto credere
Sono anni che ti aspetto
E ora non riesco a respirare più
Ora basta devi scegliere
Sono anni che ti aspetto

La vita di Fabrizio trascorreva lenta, monotona, scandita dalla routine delle sue giornate.
Perché lui aveva un segreto.
Alla tenera età di cinque anni era stato morso da Fenrir Greyback, il più feroce lupo mannaro di tutti i tempi, diventando un mostro.
O almeno, così si definiva.
Durante le notti di luna piena, una volta al mese,  si chiudeva in una stanza e lì si trasformava.
Le sue trasformazioni erano sempre molto dolorose, infatti la mattina dopo il plenilunio era sempre pieno di ferite e lividi.
Non accettava la sua vita, Fabrizio, la sua orrenda vita da lupo mannaro.
Finché un giorno il cugino di Niccolò, Ermal, non entrò a far parte dell'Ordine della Fenice.

Le mie paure
Sono un bugiardo che giura
Tutte le cose che ho perso tenendo Ugualmente una stretta sicura

"Ciao."
Il ragazzo si sedette a fianco a Fabrizio.
"Ciao. Tu sei quello nuovo, giusto?"
"Giusto. Ermal."
Gli tese una mano, in segno di amicizia.
Lui la prese, sorrise al suo nuovo amico.
"Io sono Fabrizio."
"Niccolò mi ha parlato tanto di te! Sei il suo migliore amico, non è così?"
"È così."
"Toglimi una curiosità... È vero, quello che dicono?"
"Sì. Purtroppo."
"Perché purtroppo? Insomma, è una cosa fighissima!"
"Tu non hai idea di cosa voglia dire essere un lupo mannaro, vero?"
"...No."
"Ho capito, non sei Corvonero."
"Invece sì."
"Sul serio?"
"Naah. Tassorosso. Lealtà, pazienza, duro lavoro. Tu?"
"Grifondoro. Casa dei coraggiosi di cuore."
"Scusa se te lo chiedo ma...Quanti anni hai?"
"43. Tu?"
"30."

La prima volta che ho detto
Ho bisogno di te
Sono quel dubbio che resta nascosto anche quando hai capito perché
Perché

"Non l'hai capito?"
"Capito cosa, Nic?"
"Che ti ama. E tu lo ami."
"Che stai dicendo?"
"Ho visto come vi guardavate, a cena."
"Tu stai delirando, Felpato."
"Credo che quello che debba guardare in faccia la realtà sia tu, Lunastorta."
"Certo. Come no."
"Di che state parlando?"
Ermal era entrato nella stanza dove lui e Niccolò stavano confabulando davanti a due boccali di burrobirra.
"Nulla Erm. Affari dell'ordine."
"Okay. Io vado a dormire."
"Notte."
"Credo che sia meglio che tu vada, Fabrì."
"Cosa?"
"Vai e bacialo."
"No."
"Devo lanciarti un crucio?"
"Ma..."
Niccolò lo guardò come per dire "Vai o ti ammazzo. Mai contraddire il vecchio Felpato, lo sai."

Tu
Tu non mi hai voluto credere
Sono anni che ti aspetto
E ora non riesco a respirare più
Ora basta devi scegliere
Sono anni che ti aspetto
Sono anni che ti aspetto

Bussò, una, due tre volte.
Gli aprì un Ermal assonnato.
"Che vuoi?"
"Volevo dirti che..."
"Che?"
"Ti voglio bene."
"Mi hai svegliato per dirmi questo?"
"Sì."
"Grazie, allora."
Gli sorrise, fece per andarsene.
Ma la voce di Ermal lo bloccò.
"Aspetta."
"Dimmi."
"So che volevi dirmi."
"Cioè?"
"Che mi ami. E anch'io ti amo."
"..."
"Ora vieni qui e baciami."

Ci sono cose che non riesco più a dimenticare
Sono le stesse che non ho imparato mai a capire
Le convinzioni non saranno sempre uguali
Anche quelle che oggi sembrano normali
La differenza tra ogni uomo sta nell'intenzione
E ora so che posso scegliere
Sono anni che ti aspetto

2 maggio 2017,  20 anni dopo.

Teddy guardò la vecchia tomba e sorrise.
Poggiò un fiore e una vecchia foto sopra di essa.
Guardo il cielo, alzò la sua bacchetta.
"Grazie a tutti e due. Grazie papo, grazie papà, per aver combattuto in quella battaglia, in quella lotta contro chi voleva il male, per il mio futuro. Cercherò di essere un grande uomo, come voi.
Vi voglio bene..."

Sono anni che ti aspetto.

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One - MetamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora