Capitolo 7

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Stavo correndo, correndo più velocemente che potessi, gli scagnozzi di Caim erano riusciti a trovarmi e si erano presentati al bar, non appena mi avevano vista mi avevano indicata ed uno di loro si era avvicinato cercando di afferrarmi con la forza ma ero riuscita a liberarmi in tempo e lasciando cadere lo straccio per terra avevo iniziato a correre scappando fuori dal locale. La paura aveva preso il sopravvento su qualsiasi altra sensazione, era la cosa più vivida e forte che riuscissi a sentire in quel momento. Che cos'è la paura? I bambini da piccoli hanno paura del buio, del caro vecchio mostro dentro l'armadio che crescendo si trasforma in una vera persona, hanno paura di amare, di restare soli, questa paura crescendo  si trasforma in paura di non riuscire a realizzarsi, di non riuscire a raggiungere i propri obbiettivi che in vecchiaia sparisce, si è più consapevoli, si è consapevoli di essere un peso per i giovani che devono vivere la loro vita, non si ha paura di morire, non si ha più paura di amare dato che probabilmente la vita ci ha affiancato ad una persona che, probabilmente, ora non c'è più, si inizia ad avere semplicemente la consapevolezza che presto tutto finirà andando incontro a qualcosa di ignoto, perché la morte cos'è se non qualcosa di sconosciuto a noi esseri umani?

E in quel momento è questo che stavo sentendo, paura, paura di non riuscire a scappare, paura di finire fra le mani di quell'uomo che non avrebbe fatto nulla di buono con me fra le sue mani. Quando abbiamo paura ci annulliamo, è il sentimento che prevale sugli altri e in quel momento avevo una paura malata. Venni fermata dalla figura di Harry che si piazzò davanti a me e portai una mano al petto respirando in modo irregolare per via della corsa e mi avvicinai a lui, era la mia salvezza, il mio piccolo spiraglio di luce fra tutte quelle nubi grigie. Mi afferrò per le spalle guardandomi negli occhi e dopo aver lasciato un bacio sulla mia fronte mi spinse indietro ed aggrottai la fronte confusa sbarrando gli occhi quando senti due braccia afferrarmi e lo guardai dritto negli occhi vedendolo ridere.
"Me l'avevi promesso Harry, avevi promesso che mi avresti aiutata!" Dissi mentre mi dimenavo fra le braccia di quell'uomo cercando di liberarmi dalla sua forte presa mentre le profonde fossette spuntarono sulle guance del ragazzo per via delle risate che abbondavano sulle sue labbra. Molti di noi non riescono a vivere i loro sogni perché troppo impegnati a vivere le loro paure ed in quel momento io stavo vivendo la mia paura più grande mentre vedevo Caim camminare tranquillamente dietro di Harry al quale diede una pacca sulla spalla per poi sorpassarlo avvicinandosi a me. Aveva una postura stranamente dritta e formale per il tipo di persona che era, un completo estremamente elegante fasciava il suo corpo robusto, una camicia nera ed una cravatta bordeaux completavano il look insieme ad un sigaro che teneva ben stretto con una mano, il ghigno che comparve sul suo viso non mi fece sentire per niente meglio.
"Finalmente ti ho trovata stupida ragazzina." La paura molte volte potrebbe essere considerata utile, ma il panico ti uccide ed io in quel momento ero entrata in completo panico, rimasi immobile fra le braccia dell'uomo che mi stava tenendo mentre osservavo i capelli bianchi di quello davanti a me.
"Sei scappata per un anno ai tuoi doveri, questo non è bene lo sai vero?" Continuai a fissarlo rimanendo in completo silenzio spostando lo sguardo sul ragazzo dietro di lui, era vestito stranamente normale, un semplice paio di jeans ed una camicia con una fantasia orribile. Lo guardai dritto negli occhi mentre i miei si riempivano di lacrime, migliaia di domande si celavano dentro ad essi. Mi ero ripromessa che non avrei mai avuto paura con lui, mi aveva promesso che ci sarebbe stato che avremmo trovato una soluzione insieme e a quanto pare lui la sua soluzione l'aveva trovata. A guardarlo li, in quel momento, mi sentivo delusa, delusa del fatto che lui non fosse come tanto aveva professato di essere, niente mi aveva mai ferita tanto quanto la sensazione di delusione che sentivo in quel momento, la piccola speranza che avevo era svanita, mi aveva voltato le spalle, io avevo abbassato la guardia e lui aveva colto l'occasione per consegnarmi fra le mani della peggiore persona che esistesse sulla faccia della terra. Spostai lo sguardo dal suo viso inespressivo solo quando il forte impatto della mano grassoccia di quell'uomo colpi in pieno la mia guancia sentendo una profonda risata accompagnare il suono della pelle che veniva colpita.

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