Capitolo 10

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Eravamo rimasti abbracciati li in spiaggia per una quantità indefinita di tempo, apparentemente non aveva alcuna voglia di staccarsi da me e per quanto strano potesse essere nemmeno io riuscivo a staccarmi da lui era la prima volta in tutta la mia vita che riuscivo a stare a stretto contatto con qualcuno che non fossi io.
Alternai lo sguardo fra il mare visibilmente agitato a lui che era tutt'altro, era completamente rilassato, mi stringeva fra le sue braccia accarezzando con delicatezza la schiena ricoperta dalla pesante felpa e mi avvicinai leggermente a lui posando la testa sulla sua spalla. Era questo che significava stare bene? Perché mi sentivo rilassata, in pace con il mondo, nonostante sapessi ciò che mi stava aspettando una volta tornata a casa ma in quel preciso istante fra le braccia di Harry stavo bene, stavo davvero bene.

"Questa volta te lo chiedo, ti va di venire a stare a casa mia?, magari puoi anche dormire con me, cioè a casa da me." Lasciai spuntare un piccolo sorriso sulle labbra mentre con una delle mani accarezzavo i lunghi capelli ricci che gli toccavano le possenti spalle.
"Direi che per questa volta posso dirti di si." Alzai lo sguardo su di lui incontrando così i suoi occhi, vidi una piccola scintilla di felicità nascosta dentro di essi e lasciai andare i suoi capelli mentre lo osservavo. Riusciva ad essere così perfetto in qualsiasi cosa facesse, il modo che aveva di spostare i capelli che lo infastidivano, gli anelli che spiccavano sulle lunghe dita ed abbassai appunto lo sguardo su di esse afferrandone una con le mie iniziando a sfiorare i vari anelli che incorniciavano le sue dita, sull'indice c'era un anello semplicissimo, sembrava quasi una fede ma in oro bianco con un piccolo brillantino incastonato nel centro, il successivo era decisamente più grande, una grossa pietra nera era incastonata perfettamente nello scheletro d'oro dell'anello e il successivo ancora era molto semplice ma allo stesso tempo particolare, in oro bianco decorato da una grossa rosa che teneva unite le due strisce che giravano attorno al dito.
"Ti piacciono?" Mi chiese distogliendomi dalla mia attenta osservazione ed alzai nuovamente lo sguardo su di lui annuendo semplicemente. Il sorriso che si formò sulle sue labbra mi fece sciogliere il cuore, quelle piccole fossette che costantemente si formavano agli angoli delle labbra mi mandavano fuori di testa. Lo vidi sfilarsi la piccola fascetta in oro bianco dall'indice e mi afferrò la mano destra infilandolo al medio, era decisamente grande per le mie piccole dita ma non capivo cosa stesse facendo.
"Puoi tenerlo, così mi penserai anche quando non sarò con te al lavoro." Sorrisi spontaneamente al suo occhiolino ed abbassai lo sguardo sull'anello che aveva infilato al mio dito. Annui semplicemente alzandomi poi dalla sabbia sciogliendo così il nostro abbraccio e togliendo dai vestiti la sabbia che si era attaccata.
"Allora vogliamo andare? Sembri appena uscito dall'ufficio e sembri veramente stanco."
"Effettivamente ho dovuto risolvere alcuni problemi in ufficio e sono rimasto sveglio fino a tardi." Scrollò le spalle mentre si alzava dalla sabbia e puliva i jeans pregiati in modo da togliere la sabbia da essi. Iniziammo a camminare in silenzio, il silenzio che si creava fra di noi non era mai imbarazzante, non sentivo quel malsano bisogno di dire qualcosa per romperlo, era un silenzio carico di cose non dette ma che comunque in qualche modo riuscivamo a capire, riuscivamo a capire l'un l'altra ciò che pensavamo attraverso un semplice sguardo, i suoi occhi erano tremendamente espressivi, anche se avesse voluto nascondere qualcosa non ci sarebbe riuscito in alcun modo, sarei riuscita a capirlo.
Ci fermammo solo quando l'auto nera apparve davanti ai nostri occhi e con un gesto galante mi apri la portiera guadagnandosi un sorriso da parte mia. Mi accomodai sul morbido sedile di pregiata pelle sentendolo avvolgermi perfettamente. Non appena iniziò a guidare prestando completa attenzione alla strada abbassai lo sguardo sulle mie mani giocando con il costoso anello che avevo al dito mentre centinaia di pensieri mi frullavano in testa.
"Caim sta seguendo sia me che te, è evidente che non voglia che entriamo in contatto.." Dissi semplicemente senza continuare la frase passando nervosamente una mano fra le lunghe ciocche di capelli neri.
"Prova a non pensarci per questa sera, ti prometto che ci penseremo, ma non sta sera, d'accordo?" Alzai lo sguardo su di lui che aveva spostato per alcuni secondi la sua attenzione dalla strada a me ed annui semplicemente mentre riportava la sua attenzione alla strada che stava scorrendo velocemente sotto le ruote dell'automobile. Si fermò una volta raggiunto il garage della sua auto ed alzai lo sguardo quando posò la mano sulla mia guancia che stava accarezzando con delicatezza.
"Troveremo una soluzione per questa cosa, te l'ho promesso, devi solo darmi del tempo d'accordo?" Annui nuovamente vedendolo sorridere e scendemmo dall'auto e lo affiancai mentre entravamo all'interno dell'immenso salone che ricordavo perfettamente dalla prima volta che l'avevo visto o meglio scannerizzato, ogni più piccolo particolare di quella casa era impresso nella mia mente, brillava di un fascino tutto suo, nonostante non avesse chissà quanti colori, grigio, nero e bianco erano sufficienti a renderla una casa meravigliosa abbellita da tutte quelle foto che ricordavano momenti meravigliosi.
Lo seguii sino al divano dove si mise seduto ed io feci lo stesso sedendomi al suo fiano, avevo una strana sensazione alla bocca dello stomaco che stavo cercando di ignorare con tutta me stessa, per una volta volevo solo cercare di comportarmi da persona normale e non pensare a tutto quello che c'era intorno, a distrarmi fu proprio Harry che tirando fuori il telefono dalla tasca dei jeans mi guardò dicendo.
"Ti va se ordiniamo una pizza? Non ho molta voglia di cucinare." Non volevo dirgli che non avevo fame, non volevo dirgli che non avevo alcuna intenzione di mangiare e sorrisi appena mentre annuivo.
"Certo, sarebbe perfetto, scegli tu per me vero?" Gli chiesi mentre lo guardavo negli occhi sorridendogli timidamente mentre i suoi occhi mi scrutavano attentamente, probabilmente aveva capito che c'era qualcosa che non andava ma alla fine lasciò perdere componendo il numero di una pizzeria e lo senti ordinare due semplici margherite che sarebbero arrivate in una decina di minuti a casa.
Dopo aver posato il cellulare sul tavolino davanti a noi posò lo sguardo su di me mentre si sfilava la giacca e la posava distrattamente sul grosso divano.
" Sai somigli tremendamente a mia sorella, anche lei è così timida e riservata." Continuavo a guardarlo senza dire nulla, non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso, ogni volta che lo guardavo scoprivo qualcosa di nuovo, come i tatuaggi che in questo momento stavano facendo capolino dalla manica della camicia che stava arrotolando.
"Ti va di raccontarmi della tua famiglia?" Gli chiesi leggermente titubante, non volevo essere invadente, e questa poteva essere considerata una domanda abbastanza scomoda.
"Beh siamo rimasti in tre, io, mia madre Anne e mia sorella Gemma, mio padre se ne è andato via molti anni fa, non ho idea di che fine abbia fatto, dopo il divorzio con mia madre l'ho sentito per qualche mese e poi è completamente sparito, come se non fosse mai esistito. Con mia madre abbiamo fatto del nostro meglio, mentre studiavo lavoravo in modo da aiutarla anche con gli studi per Gemma e dopo il college diciamo che per qualche anno sono stato problematico." Aggrottò la fronte a quelle parole scostando i capelli dal viso e mi avvicinai leggermente a lui afferrandogli una mano che strinsi con le mie per infondergli sicurezza ricevendo un sorriso come risposta.
"Avevo iniziato ad uscire tutte le sere, bevevo e il più delle volte finivo a fare a botte con qualcuno o andavo a casa con qualche ragazza a caso. Incontrai un giorno un uomo, mi spinse a combattere, iniziai a partecipare a degli incontri e credimi, andavo bene sul serio, è li che conobbi Caim, iniziai a fare affari con lui. Quell uomo era un suo amico o scagnozzo come lo vuoi chiamare.. Alla fine riusci ad uscire dal giro nonostante tutte le minacce che mi erano state fatte, apri una piccola azienda che a distanza di due anni è diventata quello che è adesso e abbiamo intenzione di espanderci ancora se riusciremo." Ero rimasta in silenzio ad ascoltarlo parlare, mi piaceva sentirlo parlare, la sua voce era così melodiosa, roca e profonda, ogni volta che lo sentivo parlare era inevitabile che la schiena mi si riempisse di brividi. Cosa mi stava succedendo? Scossi la testa alzando lo sguardo su di lui lasciando spuntare un sorriso sulle labbra.
"Ecco perché avevi così paura quando hai saputo dei combattimenti ed ecco spiegato come facevi a sapere casa fare con tutti quei lividi." Il sorriso che comparve sulle sue labbra fece sorridere anche me e scossi la testa divertita mentre giocherellavo con gli anelli che erano rimasti sulle sue dita.
"Ti va di raccontarmi qualcosa di te?" Mi chiese visibilmente titubante e spostai una ciocca dii capelli dal viso sospirando.
"Non c'è molto da sapere, sono cresciuta praticamente da sola se non per le poche volte che vedevo mia nonna, mio padre Andres era un trafficante di droga e il più delle volte spariva per settimane per fare delle consegne, mia madre Alicia non ha mai avuto tempo per me, passava le giornate con le sue amiche fuori da casa a bere e divertirsi e ora è diventata quello che è, Alan, il tizio del bar è una specie di zio di secondo grado o qualcosa di simile, era un amico di mia nonna per questo mi ha portato via prima che Caim potesse arrivare a me, avevo in programma di andare al college e studiare psicologia ma non ne ho avuto modo, anni fa ho anche fatto domanda per lavorare nella tua azienda ma poi ho dovuto lasciar perdere gli studi e di conseguenza anche un ipotetico lavoro nella tua azienda e sono venuta qui a lavorare in quello squallido pub nella speranza che Caim non mi trovasse ma direi che le cose non sono andate esattamente secondo i piani." Feci spallucce mentre continuavo a fissare le sue grandi mani che non avevano smesso per un secondo di accarezzare le mie mentre parlavo, era così premuroso, così gentile nei miei confronti, non riuscivo a capirne il motivo.
"Appena questo casino sarà passato andrai il college e la mia azienda sarà pronta ad averti come dipendente." Mi fece l'occhiolino e scoppiai a ridere divertita scuotendo la testa mentre il campanello interruppe la nostra chiacchierata.
"Credo siano arrivate le nostre pizze." Lasciai andare le sue mani in modo che potesse andare alla porta e nel frattempo mi sfilai le scarpe poggiando i piedi sul divano in modo da portare le ginocchia al petto. Tornò poco dopo con i due cartoni di pizza ed arricciai il naso al solo odore mentre si sedeva accanto a me e prese il telecomando accendendo il televisore lasciando su un canale a caso. stavano trasmettendo ' I passi dell'amore' amo quel film, credo sia uno dei miei film preferiti in assoluto. Mi senti tirare dal braccio di Harry e mi avvicinai a lui afferrando la fetta di pizza che mi porse per farlo contento, posai la testa sul suo petto mentre mangiavo distrattamente la fetta di pizza, in quella posizione riuscivo a sentire perfettamente il suono del suo cuore che batteva e sorrisi leggermente mentre osservavo le immagini susseguirsi sullo schermo. Di tanto in tanto alzavo lo sguardo su di lui che aveva già praticamente finito la sua pizza mentre io ero a mala pena riuscita a mangiare la fetta che mi aveva dato.
"Ne vuoi un'altra?" Mi chiese in modo premuroso e scossi la testa tornando accoccolata al suo petto sentendolo sospirare mentre afferrava la coperta poggiata sullo schienale del divano sistemandola sui nostri corpi e restammo in silenzio ad osservare il susseguirsi di immagini, quel film mi aveva sempre destabilizzata, insomma esiste davvero un'amore così forte? Davvero qualcuno deciderebbe di sposare il proprio amato sul punto di morte? Non riuscivo a capacitarmi di come fosse possibile nonostante non sapessi minimamente cosa fosse l'amore. Venni distratta da qualcosa di bagnato che mi colpi sulla guancia e portai una mano su di essa per asciugarla ed aggrottai la fronte confusa, io non stavo piangendo quindi sicuramente non ero io. Alzando lo sguardo notai gli occhi pieni di lacrime di Harry ed accennai un sorriso spontaneo mettendomi seduta sulle ginocchia accanto a lui afferrandogli il viso con le mani in modo da potergli asciugare le piccole lacrime che gli stavano bagnando le guance paffute e perfette.
"Prima di conoscerti mi sono sempre chiesto come fosse possibile amare qualcuno così tanto da sposarlo nonostante la consapevolezza che possa morire o lasciarti da un momento all'altro, sappi che io rimarrei con te nonostante tutto." Rimasi spiazzata da quelle parole, nessuno mi aveva mai detto nulla del genere mentre mi guardava dritta negli occhi e i suoi occhi completamente lucidi avevano reso quelle parole ancora più vere ed avevano aumentato la stretta che avevo allo stomaco. Mentre posava le sue mani sulla mia schiena in modo da avvicinarmi lo osservai negli occhi con attenzione togliendo con le dita le ultime lacrime che stavano bagnando le sue guance, si stava avvicinando lentamente, potevo sentire i suoi capelli sfiorare con delicatezza la pelle del mio viso e non riuscivo a staccare gli occhi dai suoi che in quel momento erano carichi di promesse non dette, ma riuscivo a capirle, riuscivo a scorgerle in mezzo a tutto quel verde nonostante non parlasse. Senti i nostri nasi sfiorarsi e le mie guance andarono istantaneamente a fuoco, aveva forse intenzione di baciarmi? Non avevo la minima idea di come si facesse, non avevo mai baciato nessuno... Rimasi completamente ferma ad osservarlo mentre sfiorava il mio naso con il suo viso e senti le sue morbide labbra sfiorare con delicatezza le mie mentre si avvicinava lentamente. Cosa dovevo fare? Volevo baciarlo? Dovevo allontanarmi? Mille domande mi frullavano in testa mentre le sue labbra erano sempre più vicine alle mie, ormai riuscivo a sentirle perfettamente sfiorare le mie.
Si allontanò di scatto quando senti il campanello suonare e rilasciai l'aria che stavo trattenendo sedendomi sui talloni mentre lui si alzava velocemente dal divano. Cavolo stavo sul serio per baciarlo? E lo volevo, dio se lo volevo, ma forse è stato meglio così, si sarebbero complicate troppo le cose e sono già troppo confusa riguardo Harry. Sospirando scostai i capelli dal viso sentendo le guance completamente rosse e scossi la testa posando lo sguardo su Harry, aveva un mazzo di rose rosse fra le mani e fra di esse spiccava un biglietto bianco con il mio nome inciso sopra in un perfetto corsivo.
"Emh Jade credo che queste siano per te." Aggrottai la fronte mentre si avvicinava lasciandomi le rose fra le mani ed afferrai il biglietto cercando di aprirlo. Chi poteva mandarmi dei fiori? Che senso aveva.
Non appena riusci ad aprire la busta tirai fuori un biglietto ed una foto, e degluti a fatica posando spaventata lo sguardo su di Harry che mi guardava confuso.

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