Capitolo 14

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Una volta saliti in macchina posai lo sguardo su di lui, le sue parola mi lasciavano sempre più confusa e non riuscivo a capire cosa stava scatenando dentro di me.
"Harry io non sono la tua ragazza." Dissi senza nemmeno pensarci troppo e spostai una ciocca dei lunghi capelli dal viso mentre un sorriso comparve sulle sue labbra carnose.
"Potresti diventarlo." Le sue parole mi zittirono completamente, non avevo la minima idea di come replicare e, se possibile, continuava a rendermi ancora più confusa. Scuotendo la testa spostai lo sguardo verso il finestrino, la luna ormai era alta in cielo ed aveva preso il posto del sole, delle piccole nuvole grigiastre coprivano il cielo blu e le stelle che prepotentemente cercavano di farsi notare e di spiccare fra tutte le altre. Harry era un po' questo per me, una piccola stella che cercava di sbucare da dietro tutte le nuvole grigie che avevo intorno e stava cercando in tutti i modi di brillare il più possibile per farsi notare da me e lo avevo notato certo, ma non ero pronta a dargli quello che lui voleva, probabilmente non ne ero nemmeno in grado, avevo solo tanta confusione in testa e non riuscivo a distinguere un sentimento dall'altro.

Venni distratta dai miei pensieri quando Harry spense l'auto proprio di fronte al Codes e posai lo sguardo su di lui che era intendo a slacciare la cintura di sicurezza e sfilare le chiavi dal lunotto.
"Non sei costretto a venire lo sai vero?" Gli dissi di getto mentre aprivo lo sportello in modo da poter scendere, era già estremamente tardi e dovevo prepararmi.
"Ti ho comprato una divisa nuova e non vengo a vederti?" Un piccolo sorriso spontaneo fece capolino sulle mie labbra mentre chiudevo lo sportello alle mie spalle aspettando che Harry si avvicinasse per poter entrare nel locale già gremito di gente. Non appena mi affiancò con il borsone in spalla lasciai che mi afferrasse la mano e lasciai intrecciare le nostre dita mentre camminavamo verso la porta d'ingresso sentendo qualche pacca sulla spalla ed espressioni di incitamento raggiungermi. Ero preoccupata, estremamente preoccupata, ma non lo diedi a vedere, la solita espressione seria era stampata sul mio viso mentre stringevo la mano del ragazzo accanto a me lasciando che mi trascinasse fra la folla di gente per poter raggiungere la porta che venne aperta per poterci far scendere le scale e ci lasciò completa visuale sul ring montato appositamente per quella sera, le corde rosse risaltavano sul resto completamente grigio, le persone erano già tutte accalcate attorno ad esso aspettando, con poca pazienza, date le urla che si sentivano, e strinsi maggiormente la mano di Harry quando incontrai gli occhi azzurri della ragazza che avrei dovuto sfidare, la conoscevo, conoscevo la sua fama e sapevo quanto fosse brava, non ero decisamente al suo livello ma avrei fatto del mio meglio anche se non sarebbe bastato.

Una volta raggiunto lo spogliatoio mi sedetti sulla panchina respirando profondamente e puntando lo sguardo su Harry intento a tirare fuori dalla busta gli acquisti che aveva fatto. Mi chinai iniziando a slacciare le vans posandole sotto la panchina.
"Aspetto fuori, quando ti sei cambiata chiamami." Annui alle sue parole e lo vidi avvicinarsi e lasciarmi un bacio fra i capelli e chiusi gli occhi a quel contatto, stava diventando quasi un'abitudine. Non appena si chiuse la porta alle spalle sfilai i jeans che piegai accuratamente riponendoli nel borsone ed indossai i pantaloncini che Harry mi aveva gentilmente regalato, erano molto diversi dai miei nonostante il colore fosse lo stesso, una rosa spiccava sulla gamba destra con lo stelo annesso così come sul top. Era incredibile come riuscisse a far ricollegare tutto a lui, a noi. Scuotendo la testa infilai il pantaloncino seguito dal top che sistemai sul seno dopo aver tolto la felpa.
"Harry puoi entrare sono vestita." Dissi semplicemente senza urlare troppo sapendo perfettamente che si trovasse dietro la porta ad aspettare, vedendola infatti aprirsi poco dopo. Alzando lo sguardo incontrai due paia di occhi intenti a fissarmi. Il primo ad avvicinarsi fu Alan che senza preoccuparsi troppo mi diede una pacca sulla spalla.
"Puoi farcela ragazzina, lo so.." Annui alle sue parole mentre tiravo fuori dalla borsa le fasce che avrei dovuto stringere attorno alle mani, Harry si avvicinò e si sedette proprio accanto a me accarezzandomi una spalla.
"Quanto è incazzata?" Chiesi senza giri di parole ad Alan, in condizioni normali forse sarei stata in grado di gestirla ma nel caso di sta sera non credo che ci sarei riuscita.
"Abbastanza, ma puoi gestirla, tu ci riesci sempre." Scossi la testa sospirando sconfitta mentre sistemavo una delle nuove fasce rosse attorno alla mano e dopo una pacca sulla spalla Alan si alzò uscendo dalla stanza lasciandomi sola con Harry.
"Ce la farai principessa, ricorda guardia alta e.." Non lo feci finire di parlare che lo zitti alzando solo lo sguardo su di lui.
"Non sarà come l'altra volta, la conosco, è incazzata, molto incazzata, non sarò in grado di gestirla." Per la prima volta fui completamente onesta con lui riguardo a ciò che mi stava aspettando li fuori mentre le sue mani fasciavano con cura la mano che ancora non avevo toccato afferrandomi poi il viso fra le mani in modo che potessi guardalo negli occhi.
"Puoi farcela okay?" Annui appena alle sue parole, non me la sentivo, non riuscivo a dirgli la verità, perché sapevo che non sarebbe finita bene ma nonostante questo avrei fatto del mio meglio.
Non appena fini di fasciare le mani afferrai i capelli che legai in una veloce treccia partendo dall'alto ed indossai poi le scarpe posando infine lo sguardo su di lui mentre sentivo le urla fuori dalla stanza aumentare all'entrata di Evie nel ring.
"Devo andare." Gli dissi mentre sentivo Alan presentare Evie e lui annui alzandosi in piedi camminando accanto a me fuori dallo spogliatoio lasciando un delicato bacio fra i miei capelli prima che mi lasciasse in modo che potessi attraversare le corde rosse del ring sentendo gli urli della gente nelle orecchie. Non ascoltai minimamente quello che Alan stava dicendo per presentarmi, prestai la mia completa attenzione alla ragazza dagli occhi di ghiaccio che avevo davanti, un sorrisetto era stampato sulle sue labbra mentre mi guardava e l'uomo alle sue spalle le diceva qualcosa all'orecchio. Quell'uomo aveva qualcosa di estremamente familiare, quei capelli, quel tatuaggio sulla mano...
Scossi la testa riprendendomi dai miei pensieri e riportando l'attenzione sulla ragazza con il completo nero, la rispecchiava completamente, era cattiva, di una cattiveria unica, poche volte erano riuscita a fermarla durante i combattimenti ma nonostante questo continuava a gareggiare senza problemi. Avevo paura e le mie mani tremanti ne erano la dimostrazione ma non volevo che lei lo sapesse, ne avrebbe tratto ancora più vantaggio.

Non appena la campanella suonò dando inizio all'incontro portai le mani chiuse in due pugni ferrei davanti al viso e la osservai attentamente in ogni passo che faceva per cercare di avvicinarsi a me, avevo imparato qualche trucco con il passare del tempo ma non sarebbe mai stato abbastanza per sconfiggerla. Dopo qualche secondo sferrò il primo pugno colpendo in pieno la mia guardia e feci qualche passo indietro per via dell'impatto tornando poi salda nella mia posizione osservandola attraverso lo spazio che i pugni lasciavano libero. Mi avvicinai lentamente e sferrai il primo pugno colpendola in pieno sulle costole e l'espressione che fece mi fece sorridere soddisfatta, i miei colpi erano decisamente migliorati dall'ultima volta che ci eravamo viste. Saltellai appena sul posto lasciando scivolare le mani lungo i fianchi mentre sgranchivo il collo tornando poi in guardia vedendola avvicinarsi troppo tardi e ricevetti il primo pugno dritto allo stomaco che mi fece finire contro le corde rosse del ring. Girai il viso di lato sputando un po' del sangue che si era formato in bocca e tornai senza troppi indugi in guardia attaccandola subito e scagliando diversi colpi sino a riuscire a bucarle la guardia colpendola in pieno viso, i colpi si susseguirono finchè non mi spinse indietro facendomi tornare al centro del ring e ripetè le mie azioni sputando il sangue per terra mentre si avvicinava ed il ghigno che comparve sul suo viso non mi rassicurò per niente.
"Caim ti manda i suoi saluti, sta arrivando." A quelle parole lasciai scivolare le braccia lungo i fianchi stordita mentre un primo colpo raggiungeva il mio viso, tutto intorno a me divenne silenzioso, non sentivo più le urla della gente, Alan che mi incitava, girai il viso incontrando gli occhi verdi di Harry che stava imprecando e gesticolando cercando di farmi muovere, ma non riuscivo a reagire, quelle parole mi avevano completamente raggelato il sangue nelle vene, lui sapeva, lui sapeva dov'ero, sapeva cosa facevo e sapeva di Harry. A distogliermi dai miei pensieri fu un altro colpo che mi colpi in pieno viso facendomi cadere per terra, non riuscivo a reagire, ero paralizzata, completamente impaurita e stava usando questo a suo favore, si mise a cavalcioni su di me ed iniziò a colpirmi senza alcuna sosta in viso, lo stomaco, le costole, non riuscivo nemmeno più a percepire le sue mani che si scontravano con la mia pelle nuda. L'ultima cosa che ricordo di quella sera sono le forti mani di Harry che allontanano Evie da me e mi afferrano dal pavimento sul quale ero sdraiata completamente inerme, avrebbe potuto uccidermi e forse era proprio quello che volevo, volevo che tutto questo finisse, ero stanca di combattere, stanca di cercare una soluzione, stanca di scappare, stanca di non riuscire ad essere felice e forse quella sarebbe stata la soluzione migliore.

Quando mi svegliai spostai lentamente la testa per cercare di guardarmi intorno, ero confusa, la testa mi faceva tremendamente male, per non parlare delle costole, riuscivo a mala pena a respirare. Dopo qualche sforzo riusci a mettermi seduta con la schiena poggiata contro lo schienale del letto, non era un letto di ospedale e quella non era visibilmente una camera d'ospedale, era familiare, ma la testa mi faceva troppo male, non riuscivo a capire dove mi trovassi. Senti la porta della stanza aprirsi e girai il viso incontrando i ricci di Harry che si stava sfilando la giacca e stava parlando animatamente al cellulare con qualcuno mentre passava in modo nervoso le mani fra i capelli. Non appena girò il viso ed incontrò i miei occhi stanchi salutò velocemente chiunque ci fosse dall'altro capo del telefono e si avvicinò velocemente sedendosi sul bordo del letto accanto a me.
"Finalmente ti sei svegliata." Disse con aria preoccupata mentre accarezzava appena la mia mano che notai solo in quel momento essere violacea probabilmente per i colpi troppo forti. Annui appena alle sue parole e strinsi istintivamente la sua mano lasciando intrecciare le nostre dita.
"Ero preoccupatissimo, sono passati quasi cinque giorni e non volevi saperne di svegliarti.." Allungò la mano libera e mi accarezzò con delicatezza la guancia destra mentre continuavo a stringere la sua mano.
"Cos'è successo li fuori Jade?" Mi chiese sempre più preoccupato mentre io chiusi gli occhi beandomi delle sue carezze sulla guancia e li riapri poco dopo incontrando così i suoi.
"Lui sa, l'aveva mandata lui, sta arrivando." Dissi solamente sentendolo stringere con maggiore forza la mia mano e si avvicinò al mio viso sussurrando ad un soffio dalle mie labbra.
"Ci sono io qui con te lo ricordi? Ti proteggerò, costi quel che costi." Rimasi in completo silenzio ad osservarlo per poi sporgermi leggermente facendo scontrare le nostre labbra per una frazione di secondo che sembrò un'eternità e dentro di me sperai con tutta me stessa che non si staccasse, che approfondisse quel bacio ma si allontanò lasciandomi un altro bacio a stampo.
"Hai bisogno di riposare ora." Fece per alzarsi ma gli strinsi la mano tirandolo appena.
"Rimani qui con me, ti prego." Gli chiesi in un sussurro e dopo qualche istante di esitazione si stese accanto a me facendomi posare la testa sul suo petto e mi rilassai completamente alle carezze che stava lasciando sulla mia schiena addormentandomi fra le sue braccia.

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