Capitolo 2

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Quella mattina venni svegliata dal rumore di un bicchiere che veniva rotto. Mi misi seduta sul letto stropicciando stancamente gli occhi e dando un'occhiata alla vecchia sveglia posizionata sul comodino notai che fossero solo le sei del mattino, molto probabilmente mia madre era tornata a casa ubriaca come succedeva sempre da un anno a questa parte.
Mi trascinai stancamente giu dal letto avvicinandomi al piccolo armadio prendendo un'altra delle vecchie felpe nere ed un semplice paio di jeans del medesimo colore, dovevo fare il più in fretta possibile per andare a sbrigare le faccende con i fornitori di Alan.

Una volta entrata in bagno mi spogliai dei vestiti che lasciai nella cesta insieme agli altri appuntandomi mentalmente di doverli lavare. Apri il getto d'acqua aspettando per alcuni istanti che l'acqua diventasse calda con scarsi risultati, prendendo dunque un po' di coraggio mi infilai comunque sotto il getto d'acqua freddo cercando di fare il prima possibile per lavare il corpo sentendo sotto le dita la pelle d'oca che pian piano si stava formando.
Una volta uscita passai velocemente l'asciugamano sul corpo indossando i vestiti scelti in precedenza tornando in camera ed indossando le vecchie vans nere.

Sentivo perfettamente le imprecazioni della voce ubriaca di mia madre che divenivano sempre più chiare una volta arrivata in salotto notandola con una bottiglia di vodka fra le mani ed un bicchiere rotto ai piedi. Scuotendo la testa mi avvicinai sentendola farfugliare parole sconnesse mentre beveva attaccata alla bottiglia e raccolsi i pezzi di vetro dal pavimento facendo attenzione a non tagliarmi mentre raggiungevo il cestino buttandoli all'interno di esso.

Presi dal tavolo le chiavi del locale e la giacca di jeans che indossai sopra la felpa come mio solito ed uscii di casa senza proferire parola. Posso assicurare che prima mia madre non era così, insomma non è mai stata una di quelle donne sempre attente al look, al trucco e ai capelli ma non era nemmeno ridotta in questo stato, usciva il pomeriggio e rincasava la mattina presto completamente ubriaca, più di una volta l'ho sorpresa con qualche uomo ma è ciò che ora lei considera il suo lavoro e finchè usa i suoi sporchi soldi per comprare quello schifo che la sta uccidendo non è un mio problema. Posso sembrare molto egoista lo so, mia madre sta male mentalmente e avrebbe bisogno di aiuto ma ora come ora ho più bisogno di aiuto di lei, ho venti anni e sono anni ormai che mi prendo cura di me stessa, la mia famiglia non è mai stata normale, minimo una volta a settimana venivano a bussarci a casa per poter ripagare i debiti che erano stati fatti, alla fine ci hanno tolto la casa e le cose sono andate sempre peggio.

Scossi la testa cercando di liberarmi da quei pensieri ritrovandomi davanti l'entrata del Codes, una volta tolto l'anti furto aprii la porta che richiusi alle spalle ed entrai in ufficio prendendo le cartelle contenenti i vari ordini da fare ed andare a ritirare e le varie cartelle da andare a pagare, anche il locale non era messo in ottime condizioni, Alan stava rischiando grosso con la banca, ma stavamo facendo tutti del nostro meglio per poter mandare avanti questo posto e tenerci il lavoro.

Usci nuovamente dal locale inserendo l'antifurto ed iniziai a camminare lungo il marciapiede sfogliando e leggendo distrattamente tutti i vari fogli che erano contenuti all'interno delle cartelline finchè non senti una voce abbastanza familiare chiamarmi.

"Buongiorno Jade sono quasi le otto di mattina e sei già in giro?" Alzai gli occhi al cielo riconoscendo perfettamente la voce roca del ragazzo di ieri sera, non ero riuscita a fare altro se non pensare a quei meravigliosi occhi ma ora non avevo proprio tempo da perdere con tutte le faccende che avevo da sbrigare.
"Harry non per essere scortese ma non ho veramente tempo da perdere." Alzai per alcuni attimi lo sguardo incontrando per l'ennesima volta quelle due pozze verdi che osservai più del dovuto dato il sorrisetto che era spuntato sulle sue labbra e scuotendo la testa ripresi a camminare cercando di capire quale sarebbe stata la prima tappa della giornata fermandomi proprio davanti al supermercato. Lessi velocemente la lista che sfilai dalla pila di fogli che mi venne sfilata dalle mani ed alzai velocemente lo sguardo confusa notando i ricci del ragazzo proprio dietro al foglio.

"Se me lo permetti vorrei aiutarti, non ho nulla da fare questa mattina." Lo guardai alzando un sopracciglio e schiusi le labbra pronta a rifiutare l'offerta rendendomi poi conto che effettivamente non sarei riuscita a concludere un bel niente da sola quella mattina, per cui sfilai delle banconote dal borsello addetto agli acquisti del pub lasciandoli fra le sue mani.
"Ti prego non combinare nulla di strano e aspettami qui quando hai fatto."Lo vidi irriggidire la mascella infastidito dalle mie parole e mi voltai senza prestargli troppa attenzione dirigendomi a passo spedito verso la banca dove saldai tutti i vari conti della giornata e spostando lo sguardo sull'orologio notai che fosse gia l'una, avevo sprecato troppo tempo qui dentro. Una volta uscita tornai sui miei passi fermandomi proprio davanti al supermercato ed un sorriso si fece spazio sulle mie labbra notando il ragazzo seduto in malo modo su di una panchina circondato da buste della spesa e mi avvicinai a lui sedendomi proprio al suo fianco.

"So che ci ho messo una vita scusami, posso farmi perdonare offrendoti una birra al pub?"Alzò lo sguardo aggrottando la fronte alle mie parole ed osservai per qualche istante le piccole pieghe che si formarono sulla sua fronte portando poi lo sguardo su di lui che scosse la testa.
"Devo andare c'è stato un problema all'azienda in cui lavoro ma ci vediamo sta sera piccola." Mi fece l'occhiolino alzandosi dalla panchina e riponendo il cellulare nella tasca dei pantaloni. Lo guardai per alcuni istanti mentre si stava allontanando e scossi la testa facendo spuntare un sorriso sulle labbra afferrando poi le varie buste andando verso il pub data la tarda ora ed una volta entrata posizionai tutte le cose nelle buste al loro posto tornando in ufficio e lasciando i fascicoli sulla scrivania facendo cadere un foglietto spiegazzato che afferrai e, da curiosa qual'ero, lo aprii sentendo gli occhi riempirsi di lacrime alla vista di quelle parole.

"Hai protetto quella ragazzina per troppo tempo Alan, sto tornando, sta volta le cose si concluderanno come dovevano andare l'anno scorso."

Accartocciai nuovamente il biglietto e posai le mani sulla scrivania per cercare di sostenermi, lui stava tornando, stava tornando per me e sta volta avevo la sensazione che le cose non sarebbero affatto andate a finire bene. Asciugai velocemente le guance tornando nella sala ed indossando il grembiule iniziando a servire i vari clienti che si affollavano davanti al bancone.
Non potevo credere che lui stesse tornando a prendermi, l'anno scorso ero riuscita a scappare grazie ad Alan e mi ero ritrovata in questa orribile cittadina, nella speranza che lui non tornasse, nella speranza che si dimenticasse di cio che mio padre gli ha fatto, nella speranza che dimenticasse l'immensa cifra di soldi che mia madre aveva preso ''in prestito'' come dice sempre lei, aveva promesso che si sarebbe vendicato sull'unica cosa che ancora possedevano ed ero riuscita a scappare giusto in tempo ma ora lui stava tornando ed era ancora più arrabbiato e determinato di quanto non lo fosse già.

"Ciao Jade non credo Alan voglia cameriere piagnucolanti al lavoro." Venni distratta dai miei pensieri dal suono della voce di Harry e spostai per alcuni istanti lo sguardo sull'orologio notando che si fossero fatte già le undici di sera, avevo trascorso l'intera giornata fra clienti e pensieri e nemmeno ci avevo fatto caso. Posando lo sguardo su di lui potei vederlo mentre slacciava il nodo ben fatto alla cravatta e sbottonare i primi bottoni dell'ennesima camicia bianca in modo da scoprire la pelle abbronzata ricoperta di tatuaggi, senza dire nulla riempii un bicchiere di birra che gli lasciai davanti sentendolo poi afferrarmi la mano che subito ritrassi spaventata.

"Sul serio Jade cosa sta succedendo?" Scossi la testa passando le mani per asciugare le lacrime sulle guance continuando a riempire e servire bicchieri colmi di alcool. I pensieri stavano iniziando a diventare troppi così come le lacrime e parlando con Jane una delle mie college mi tolsi il grembiule uscendo rapidamente sul retro del locale facendomi scivolare sino al pavimento con la schiena poggiata al muro stringendo le ginocchia al petto. Senti la porta aprirsi e mi strinsi ancora più su me stessa cercando quasi di nascondermi notando una massa di ricci abbassarsi in modo da raggiungere il mio livello.

"Jade cosa sta succedendo?" Disse con tono serio, lo conoscevo da pochissimo ma era la prima volta che lo sentivo parlare con questo tono di voce.
"Lui sta tornando, sta venendo a prendermi." Dissi in un soffio di voce alzando istintivamente la testa verso di lui facendo scontrare i miei occhi neri colmi di lacrime con quelli verdi del ragazzo, erano di un verde diverso, molto più scuro del solito, così come la sua espressione molto più dura e tesa.
"Chi? Di chi stai parlando?" Aggrottò la fronte confuso cercando di capire qualcosa nelle parole che stavo farfugliando.
"Caim, sta arrivando."

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