Quinta Parte-Presente

306 33 1
                                    

-Entriamo?- mi chiede, facendo un cenno verso la porta.

-No- rispondo secca e Bakugou abbassa lo sguardo verso i suoi anfibi.

-Sai, nel periodo in cui sei stata all'ospedale sono venuto qui ogni singolo giorno. Mi sedevo al nostro tavolo, ordinavo la tua torta preferita e poi restavo ore a fissare quella scritta, pregando che ti riprendessi, cercando la forza per venirti a trovare. Ci ho provato tante volte sai? Mi dicevo: "puoi farcela" ma ogni volta, mi fermavo sulla soglia della tua stanza, aprivo di poco la porta e quando ti vedevo lì, in coma, attaccata al respiratore, con fili e cavi per tenerti in vita, mi veniva da vomitare e scappavo via. Non riuscivo a guardarti, ridotta com'eri-.

-Smettila. Katsuki per favore, smettila di prendermi in giro-.

-Non lo sto facendo, sto cercando di essere il più onesto possibile. Mi sono ripromesso che questa notte ti avrei detto tutto, ogni cosa, ogni singolo sentimento che ho provato in questi anni, da quando ci siamo conosciuti, fino a questo momento. Ecco perché siamo qui, ho pensato che il Denny's fosse il luogo adatto per tutto questo, considerando che è stato proprio qui che mi sono reso conto di ciò che provavo per te, Hikari- dice, avvicinandosi e prendendomi la mano.

Le sue dita sono calde come ricordavo.

-Perché? Perché stai facendo tutto questo?- gli chiedo mentre mi mordo il labbro.

-Perché ne ho bisogno, perché voglio che tu sappia-.

Poi mi strattona il braccio e mi costringe a varcare la soglia della tavola calda.

Ci sediamo ancora una volta allo stesso tavolo e restiamo a fissarci per un po'.

-Mi sono sempre piaciuti i tuoi occhi- dice ad un tratto, -hanno sempre avuto la capacità di calmarmi. Ogni volta che mi guardavi sorridendo, sentivo la rabbia e l'odio nei confronti del mondo svanire, eri e sei il mio porto sicuro, la sola persona che è sempre stata in grado di gestirmi e tenermi testa-.

-E ti assicuro che non era facile. Certe volte, avrei voluto ammazzarti. Eri odioso e sgradevole, sempre convinto di essere superiore a tutti. Odiavo il modo in cui ti comportavi con i nostri compagni, soprattutto con Shouto ed Izuku. Non se lo meritavano- dico.

Bakugou sospira e si torce le dita in modo nervoso.

-Lo so, ma era più forte di me. Li odiavo- dice.

-Sai, non ho mai capito perché-.

-Per colpa tua-.

-Colpa mia!? Scherzi spero-.

Scuote il capo: -fammi finire. Li odiavo perché a te piacevano e mi dava fastidio. Fino a poco tempo prima, ero il solo a cui era concesso guardarti, vederti mentre sorridevi o eri triste. Mi appartenevi. Poi siamo andati alle superiori e sono arrivati loro.
Passavi così tanto tempo con Todoroki e Deku che quasi non ci vedevamo più e mi dava fastidio. Poi un giorno ho sentito il bastardo a metà che parlava col nerd.
Si era preso una cotta per te ed ho sbroccato, ecco perché al festival dello sport l'ho quasi ammazzato. Ero geloso. Tu eri mia-.

-Io lo sapevo- mormoro.

-Cosa?-

-Di Shouto. Dei suoi sentimenti. Il giorno del festival mi aveva detto tutto, ma l'ho respinto. Gli ho detto che il mio cuore era già occupato ed è stato orribile vedere il suo sguardo ferito. Pensandoci ora, avrei dovuto accettare i suoi sentimenti e mettermi con lui, mi sarei risparmiata un sacco di sofferenza, sono certa che avrebbe saputo rendermi felice-.

-Lo pensavo anche io all'epoca, una parte di me, desiderava che tu ti innamorassi di lui, saresti stata felice, me lo ripetevo continuamente, ma più lo facevo, più odiavo Todoroki perchè mi stava allontanando da te e non riuscivo a sopportarlo-.

Non so che dire, perciò rimango in silenzio e volgo lo sguardo altrove, ritrovandomi a fissare quella dannata frase sul muro, che con lo scorrere degli anni, ha assunto un significato totalmente diverso fa quello che avrebbe dovuto avere in origine.

Abbasso gli occhi sulle mie mani intrecciate fra loro, poggiate sulle mie gambe e sospiro.

-A cosa pensi?- mi chiede Katsuki.

-A niente-.

-Sai, non me la bevo nemmeno un po'. Conosco quello sguardo, è quello che hai quando il tuo cervello inizia a lavorare al massimo delle sue potenzialità e generalmente, finisci per avere una crisi psicotica, tirandomi dietro tutto quello che ti capita a tiro, perciò parla Hikari-.

Alzo gli occhi su di lui, guardando il suo viso.

È incredibile come, nonostante il tempo trascorso, sappia ancora leggere ogni mia singola espressione, mentre per me, lui è quasi come uno sconosciuto.

-Sto solo ripensando al passato, al festival sportivo, a ciò che Shouto mi ha detto quel giorno- rispondo a voce bassa e Katsuki sospira passandosi una mano sul viso.

-Ne... ne vuoi parlare?- mi chiede in tono incerto e penso che forse, potrebbe farmi bene.

Non ho mai parlato con nessuno di quella volta, nemmeno con Ochako, semplicemente, ho fatto finta che non fosse mai successo e sono andata avanti, cercando di comportarmi normalmente nei confronti di Todoroki, anche se inizialmente, è stata dura.

Il dolore nel suo sguardo, ogni volta che i nostri occhi si incrociavano era tanto da sopportare e mi sentivo dannatamente in colpa, ma era più forte di me.

Mi sono sforzata, ci ho provato in tutti i modi ad innamorarmi di lui, mi dicevo: "saprebbe darti ciò di cui hai bisogno, saprebbe farti sorridere", ma non ce la facevo; non riuscivo a vederlo in quel modo, per il semplice fatto che, nonostante un profondo affetto mi legasse a lui, Shouto non era Katsuki e non avrei mai, mai potuto amare qualcuno che non fosse lui.

Tutt'ora, anche se odio ammetterlo è così: non posso amare nessuno se non questo maledetto bastardo biondo ed incazzato che mi sta davanti e giuro, fa schifo.

Fa dannatamente schifo essere innamorati di qualcuno che sai per certo non potrà mai avere; perciò mi sento in dovere di dire: non innamoratevi mai.

Piuttosto, leggete, scrivete, appassionatevi alla musica, viaggiate, ma non innamoratevi mai, perché l'amore, che ci viene spacciato come la miglior cosa della vita, altro non è che una cazzo di gigantesca fregatura di merda.

Stand By Me-Restami Accanto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora