Diciassettesima Parte-Presente

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-Hikari, mi spieghi che diavolo sta succedendo?- domanda Shouto furioso avvicinandosi a me.

Sospiro e mi passo una mano tra i capelli, spostandoli sulla spalla destra.

-È una storia lunga e difficile da spiegare- mormoro guardandolo seria.

-Provaci comunque-.

Apro la bocca per rispondere ma Katsuki mi precede: -non sono affari che ti riguardano-.

-Si che mi riguardano invece!? Sono stato io quello che si è sempre preso cura di lei in questi anni, non tu. Sono stato io a proteggerla, a tenerla al sicuro, a renderla felice!- grida Shouto, con l'aria di uno che sta per staccarti la testa a morsi.

-Sei stato tu a farla quasi ammazzare e poi ad abbandonarla!-

-Perché mi hai costretto a farlo. Non ho mai voluto sparire dalla sua vita davvero; ma quel giorno in ospedale... quando sono venuto a trovarla poco dopo l'incidente... sei stato tu a costringermi a sparire dalla sua vita. Io... io non ho mai voluto farlo-

Aspetta... cosa!?

-Dimmi che non è vero- dico guardando Shouto, ma lui non risponde; si limita a fissarmi in silenzio con l'aria di uno che sa di aver combinato il casino più grosso della sua vita.

Qualcosa dentro di me va in pezzi.

-Perché?-

-Hikari... tutto quello che ho fatto da quel giorno fino ad ora, l'ho fatto solo per proteggerti. Perché ti amo, non ho mai smesso di farlo da quando eravamo ragazzini. Bakugou ti aveva fatto del male e...-

-Come hai potuto?- gli chiedo, cercando di non  piangere.

-L'ho fatto per proteggerti-

-No! Dannazione, smettila! Smettila di dire che lo hai fatto per proteggermi, che lo hai fatto per me. Lo hai fatto solo perché sei un'egoista del cazzo!- urlo abbandonadomi alle lacrime.

Katsuki si avvicina e mi stringe la mano.

Lo guardo.

-Forse dovresti andare Todoroki- dice guardandolo serio.

-Hikari...-

-Shouto, vattente- dico.

Mi guarda e nei suoi occhi vedo il riflesso del mio stesso dolore.

-Potrai perdonarmi?-

-Non lo so-.

Shouto annuisce, poi esce dalla porta richiudendosela alle spalle con un lugubre tonfo.

-Tutto okay?- mi domanda Bakugou preoccupato.

-Più o meno. Mi sento come Nagasaki e Hiroshima dopo l'atomica- sospiro.

-Mi spiace... non volevo che lo scoprissi così e credo che nemmeno lui lo volesse-.

-Ho bisogno di bere- borbotto dirigendomi verso la cucina.

Katsuki mi segue in silenzio, guardandomi bere quattro bicchieri di whisky in circa mezzo secondo.

-Hikari... non credo che ubriacarsi sia la più saggia delle decisioni-.

Lo guardo male e per ripicca, mi verso un altro bicchiere; Bakugou rotea gli occhi e sospira: -sempre a fare il contrario di quello che ti si dice eh-.

-Lo sai, non ascolto mai i buoni consigli, cosa che a quanto pare nemmeno tu fai-.

-Hai ragione, forse non sarei mai dovuto venire- dice, si volta e torna in salotto per raccogliere le sue cose lo guardo per alcuni istanti, ma prima ancora che abbia deciso cosa fare, le mie gambe si sono già mosse: -No. Katsuki... resta- dico piano e lui si volta, gli occhi scarlatti pieni di incertezze.

-Voglio che resti. Io... Dio, non ci credo che sto per dirlo davvero ma... non posso perderti di nuovo-

Katsuki lascia andare là maniglia della porta ed in pochi passi azzera la distanza che ci divide.

Mi ritrovo stretta fra le sue braccia, col viso affondato nell'incavo della sua spalla e le sue dita tra i capelli.

-Non mi perderai più, te lo prometto- dice.

-Davvero?-

-Sì. Si, davvero-

-Per il momento scelgo di crederci-.

Stand By Me-Restami Accanto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora