Tredicesima Parte-Presente

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Ha iniziato a piovere.

Le gocce gelide colpiscono il mio viso ed in pochi secondi, mi inzuppano i vestiti.

Guardo Bakugou, che ha assunto un'espressione più calma, meno tesa, meno ostile.

È sempre così quando piove.

La pioggia lo calma, indebolisce il suo quirk e migliora il suo umore.

-Hikari?- la sua voce mi distrae dai miei pensieri.

-Dimmi-.

-Denki, tu lo amavi?-

Mi passo una mano tra o capelli ormai fradici per scollarli dal viso e mi prendo qualche istante per riflettere prima di rispondere.

-Si e no. Sì, perché con lui sono stata felice, perché mi ha regalato tanti ricordi meravigliosi e speciali e no perché vedi, lui non era te ed era proprio questo il problema; nessuno era te- spiego.

Katsuki sospira, alzando gli occhi al cielo, incurante della pioggia che gli sferza il viso.

-Raccontami di voi. Parlavamo così poco in quel periodo- dice e questa volta sono io a sospirare.

-Parlavamo poco perché tu non trovavi mai un secondo da dedicarmi, tiravi sempre fuori scuse assurde, tipo che dovevi pulire la tua stanza o che tua madre ti aveva chiesto di aiutarla a disegnare qualche vestito o roba simile- preciso in tono serio.

-Lo facevo perché non volevo stare solo con te, perché mi faceva male guardarti sapendo di non poterti avere-.

-Sarebbe bastata una tua parola Katsuki, qualsiasi cosa e lo avrei lasciato, fregandomene di spezzargli il cuore, perché io ti amavo e forse, nonostante tutto, ti amo anche adesso- ammetto, sentendo il cuore stretto in una morsa gelida.

Da qualche parte, ho letto che il primo amore non lo si dimentica mai, e non importa se questo sentimento era ricambiato o meno, non importa nulla, semplicemente te lo porti dentro per il resto della vita.

Ed è proprio questo quello che è successo con Katsuki, l'amore che provavo per lui me lo sono portata nel cuore ogni giorno della mia vita, fino a questo preciso istante, in cui ora, seduti sull'asfalto ormai bagnato, ci guardiamo negli occhi, fingendo che questa dannata pioggia non ci stia inzuppando l'anima e ferendo la pelle come acuminati spilli di gelido acciaio.

-Come per il bastardo a metà, sapevo che quel cretino di Kaminari sarebbe stato in grado di darti ciò che io non potevo.
Quando eri con lui... il sorriso che si apriva sul tuo volto era così vero e sincero che non me la sono sentita di dirti che io, a guardarvi insieme stavo morendo dentro, perché non volevo farti del male, non te lo meritavi Hikari, tu eri così pura, così meravigliosa ed io ero troppo sporco, troppo distrutto per darti ciò di cui avevi bisogno-.

Lo guardo.

Ha stretto le ginocchia al petto, circondandole con le braccia e vi ha affondato il viso per impedirmi di guardarlo negli occhi e vedere le sue lacrime.

Lacrime amare, di dolore e nostalgia per tutto quello che avremmo potuto avere se solo non fossimo stati troppo spaventati dai nostri sentimenti.

Se c'è una cosa che ho capito da queste ore trascorse al suo fianco, è proprio che lui non sta mentendo.

Tutto ciò che ha detto è reale.

Come lo so? Beh, conosco Katsuki meglio di quanto si conosca lui stesso, so a memoria ogni singola espressione del suo viso, però  non l'ho mai visto guardarmi con quegli occhi... gli occhi di qualcuno che ha davanti l'amore della sua vita.

Ma purtroppo, un sentimento così forte è destinato a farti bruciare.

E forse, allora come adesso, ne eravamo consapevoli ed abbiamo scelto la strada più facile.

Per me era stare con Denki, per lui era allontanarsi da me.

-Non sai quanto avrei voluto che le cose fossero andate diversamente- dice, dopo attimi interminabili di pausa, sollevando il viso e guardandomi dritta negli occhi, con le guance rigate dalle lacrime e dalla pioggia.

-Anch'io avrei lo avrei voluto, ma evidentemente era così che doveva andare- dico.

Restiamo zitti ad osservarci, pensando entrambi a quale sarà la prossima mossa da fare, con solo la pioggia a fare da sottofondo a questa notte piena di rivelazioni, di scontri, litigi e confessioni non dette ad alta voce, per paura che una volta sorto il sole, le cose non vadano secondo i nostri piani personali.

Già... i miei piani.

Inizialmente credevo che una volta giunti al termine di queste ore, avrei detto a Katsuki di andarsene e di non tornare e che lo avrei lasciato lì, camminando senza voltarmi mai indietro, ignorando qualsiasi cosa lui avrebbe potuto dire o fare.

Ma ora, più passa il tempo, più i minuti scorrono, più il suo profumo mi annebbia la mente, meno io sono sicura di ciò che accadrà dopo.

Questa notte è come l'Energia Oscura, impossibile da spiegare.

Credo che solo il corso degli eventi, i luoghi che vedremo, le cose che ci diremo, potranno deciderne l'esito.

Per ora, tutto quello che voglio fare è trascorrere queste ore insieme a lui.

-Su, raccontami di voi due. Cosa facevate, di che parlavate, come si comportava Kaminari con te, qualsiasi cosa ti venga in mente- dice Bakugou alla fine.

-Sei sicuro?- gli chiedo ed annuisce.

-Ormai fa parte del passato, sia per te che per me. Ho sopportato il racconto sulla dichiarazione di Todoroki senza fare una piega, posso sopportare anche questo-.

-Sei incredibilmente assurdo Katsuki, davvero- mormoro.

Mi sorride ed io gli sorrido.

-Vai, sono pronto-.

-Okay, ma non qui-.

Mi alzo in piedi e gli porgo una mano.

Bakugou la scruta attentamente per qualche secondo, poi la afferra e si lascia aiutare a rimettersi in piedi.

Iniziamo a camminare.

-Dove andiamo?- domanda mentre raggiungiamo la linea della metropolitana.

-A casa mia. Sia tu che io abbiamo bisogno di asciugarci e cambiarci. Ho dei vestiti di Shouto che dovrebbero andarti bene- dico.

-Eh? Perché hai i vestiti del bastardo a metà a casa tua?- mi chiede, con un'evidente nota di gelosia nella voce.

-Ho anche i vestiti di Izuku se è per questo. Vedi, è che molte volte sono io a fare loro il bucato, dato che quei due sono così impediti che ogni volta che provano a farlo da soli combinano disastri irreparabili, dovevano passare a prendere i vestiti ieri ma si sono dimenticati, capita spesso- spiego sorridendo.

-In pratica fai loro da balia- osserva mentre saliamo a bordo del vagone.

-Hanno sempre così tanto da fare, che se non fosse per me a volte si scorderebbero pure di mangiare. E poi, mi fa piacere aiutarli. Sai quanto siano importanti per me-.

Bakugou annuisce e per il resto del viaggio restiamo in silenzio.

Stand By Me-Restami Accanto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora