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Ero appena uscito da scuola. Mi presi un attimo per respirare l'aria fresca che non avevo sentito per 6 ore di fila.

Mi appoggiai al muro affianco alla porta della scuola e mi misi a cazzeggiare col telefono, aspettando non so cosa.

Quando, dall'altra parte del cortile, sentii delle urla.

«Ma che sei povero!?» disse una voce maschile, era molto profonda, molto probabilmente era di un ragazzo di almeno 18 anni.

Alzai lo sguardo per vedere cosa stava succedendo, e vidi un gruppo di ragazzi che potevano avere più o meno l'età del primo, che parlavano, anzi, prendevano in giro, un ragazzo che poteva avere 14 anni, se non di meno.

«A quanto pare si, guardate che telefono ha» disse una seconda voce, simile alla prima. Queste parole furono seguite da una risata fragorosa.

«Questo non ti serve vero?» chiese una terza, rubando il cellulare del ragazzino e alzanodolo con un braccio, in modo che lui non potesse prenderlo.

«Hey... Ridammelo!» esclamò una quarta, questa era molto più debole e acuta, e si sentiva che era impaurita. Il ragazzino cercava di recuperate il suo telefono in tutti i modi, ma non ci riusciva.

Non volevo vedere altro.

Posai il cellulare e mi diressi verso il gruppetto.

«Hey... Perché non lo lasciate stare... Eh?» dissi mettendomi in mezzo, ero alto poco meno di loro, quindi non fu molto difficile.

Il gruppo si mise a ridere «Per divertirci no? Lui è uno sfigato... Ed è divertente» rispose quello che sembrava il più grosso.

«Forse per voi, ma per lui no» affermai, sicuro.

«Senti, Shakespeare dei poveri, fatti da parte che non abbiamo finito con lui...» disse un altro, un po' meno grosso, era quello che aveva il telefono del ragazzino. Si avvicinò pericolosamente a me.

«Io non mi sposto da qua» continuai, lanciando via la cartella, sapevo come sarebbe andata a finire, con una rissa, e io volevo essere preparato.

Il ragazzo che aveva parlato prima, mi guardò male.
«A quanto pare dovremmo spostarti con la forza» si avvicinò e fece per darmi un pugno in faccia, ma mi abbassai, schivando, avevo i riflessi pronti, avevo fatto arti marziali per più di 5 anni.

Poi, fui io a dargli un pugno in faccia, che lo fece svenire.

Io guardavo il corpo del ragazzo a terra, sorridendo, ero soddisfatto di aver vinto.

Ma devo essere sincero, pensavo sarebbe stato più difficile.

Tutto il resto del gruppo scappò, impaurito da me.

Io ridacchiai. Si credono grandi e grossi e poi scappano così...

Il ragazzino mi guardava a bocca aperta, a quanto pare non sapeva che dire.

Sorrisi, come per rassicurarlo. Poi mi inginocchiai all'altezza del corpo senza conoscenza e presi un oggetto ancora nella sua mano.

«Credo che questo sia tuo» gli porsi il telefono.

«G-grazie...» lo prese, titubante.

«Come ti chiami?»

«Mark...»

«Io sono (t/n)»

Gli sorrisi.

Solo in quel momento mi accorsi che tutti ci stavano guardando.

E tra quel "tutti" c'era anche Betty.

//Alexa

«Avevo Paura Di Lei» {Betty x Male!Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora