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Ero nel mio caldo letto, quando il suono della sveglia mi rimbombò nelle orecchie. Allungai una mano distrattamente cercando l'oggetto rumoroso, in modo da spegnerlo.

Mi stropicciai gli occhi e mi misi seduto, fissando un punto a caso tra l'armadio e la finestra, dalla quale entrava una luce fioca.

Il ciclo era ricominciato... Da quel momento avrei dovuto riniziare a svegliarmi presto e passare 6, se non più, ore in quell'inferno che tutti chiamano scuola.

Quella volta però, non ero nella mia città, mi ero trasferito qui da poco, e sarei andato in una nuova scuola. Anche se conoscevo già questo posto, ci venivo spesso in estate. Speravo di trovare persone decenti, per una volta.

«(t/n)! La colazione!»

La voce di mia madre mi fece tornare alla realtà.

Mi diressi tipo zombie in cucina, non la guardai neanche in faccia, non fraintendetemi, amo mia madre, ma di prima mattina sono così, non guardo in faccia nessuno. Lei era già vestita a puntino e truccata per andare a lavoro.

Mormorai un "buongiorno", bevvi il latte e andai in bagno. Mi sciacquai la faccia con acqua fredda, per svegliarmi un po', mi lavai e mi sistemai quel cespuglio che avevo in testa. Poi andai a vestirmi.

Oramai sapevo come funzionava, se non mi muovevo, faccevo tardi, anche il primo giorno.

Presi distrattamente dall'armadio una maglia a maniche corte bianca con sopra disegnata la bandiera Americana, dei pantaloncini di jeans e delle scarpe.

Accesi il telefono e lessi messaggi di "Buona fortuna nella nuova scuola" dal mio migliore amico, che ora è lontanissimo, e da alcuni miei parenti. Risposi e cazzeggiai un po' su Instagram.

Uh... (y/p) ha postato una nuova foto! Gli/le metto "mi piace" e scorro un altro po'.

Guardai l'orario, e mi accorsi che si erano fatte le 7:40. Minchia, il tempo passa troppo in fretta.

Chiusi il telefono, mi preparai lo zaino che, da bravo pigro, non mi ero preparato la sera prima.

Me lo misi in spalla e diedi un'ultima pettinata ai miei capelli (c/c).
Guardai l'orologio, erano le 7:50.

«Mamma, io scendo»

«Vai da solo? Non vuoi che ti accompagni?»

«No...tranquilla» ero un po' scocciato, mi faceva questa domanda da sempre, oramai avevo (t/e) anni, non più 5.

«Stai attento, mi raccomando»

«Si...» alzai gli occhi al cielo «ora posso andare?» dissi uscendo.

«Si» mi diede un bacio sulla guancia, lasciandomi il segno del rossetto «Buona scuola, tesoro»

«Ma... MAMMA!» dissi riferendomi al gesto che aveva appena fatto. Lei non mi rispose e chiuse la porta.

Sospirai e mi diressi verso il cancello del cortile. Nel frattempo che camminavo mi levai quella macchia rossa sulla guancia con le mani, era abbastanza imbarazzante.

Ero seduto al penultimo banco in classe, da solo. Era la prima ora e tutti erano alzati a parlare, ovviamente, perché loro già si conoscono.

E io ovviamente ero solo come un cane. In quel momento non volevo parlare con nessuno, la mattina odio tutti.

Sentivo però delle voci che dicevano che ci sarebbe stata una nuova alunna.

Vabbè... Tanto a me fa lo stesso.

A farmi tornare alla realtà fu l'insegnante che battè la mano sulla cattedra facendomi sobbalzare.

«TUTTI SEDUTI» urlò. Tutti obbedirono. Ma nessuno si sedette vicino a me, come biasimarli, ero nuovo e tutti volevano stare con i propri amici.

Appena tutti si sedettero una figura entrò in classe.

Era la ragazza nuova.

E dire che era meravigliosa era poco.

Aveva dei capelli a caschetto marroni, dall'orecchio in giù tinti di rosa, due occhi del medesimo colore che sembravano due stelle (come sono poetico, eh?), un maglioncino sopra violetto e sotto rosa, una gonna dello stesso colore, ma più acceso.

«Buongiorno, scusi per il ritardo» disse all'insegnante, con quella voce che già amavo.

«Siediti...» la persona dietro la cattedra scrutava la classe in cerca di un posto libero «...lì, vicino a (t/n)»

Speravo di aver sentito male.

Ma a quanto pare no.

Lei si stava avvicinando al suo nuovo posto, tenendo lo sguardo abbassato, fisso sul banco. Si sedette.

Io continuavo a guardarla a bocca aperta, finché lei non se ne accorse.

Mi guardò e io volevo morire.

Abbassai lo sguardo, e mi girai dall'altro lato, credo di essere arrostito...

(T/N) MA CHE FAI!? HAI L'ANIMA DEL CORAGGIO E TI FAI METTERE K.O. DA UNA RAGAZZA!?

Sperai non si fosse accorta del mio rossore.

Ma la sentii ridacchiare.

Mi feci coraggio e le parlai.

«Hey...» feci un mezzo sorriso.

«Ciao» rispose lei, convinta.

«Io sono (t/n)» le tesi la mano «Tu?»

Me la strinse.

«Io sono Betty»

Ma hey! Mi chiamo Alessandra e... Boh, mi sono presentata :3
Vi piace per il momento?
Comunque, volevo dirvi che magari durante la storia (non sempre, tranquilli) metterò in questo carattere qui dei miei commenti e...
Ah, volevo scusarmi se magari il carattere di Betty non sarà esattamente come dovrebbe. E... Niente, nessuno avrà letto sta roba ma vabbè, BYE!
//Alexa

«Avevo Paura Di Lei» {Betty x Male!Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora