Nota di Anna Green: La canzone linkata qui è contenuta nel capitolo, Go Your Own Way dei Fleetwood Mac. Inoltre è presente un accenno a A.J. Weberman, un tizio che ha stalkerato Bob Dylan negli anni sessanta, gli ha rubato la spazzatura, ne ha studiato i contenuti, ha coniato il termine "garbology" per questi suoi "studi" e su questo ha scritto un libro. Bob Dylan gli diede un pugno una volta.
***
"Cazzo," impreco. "Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo!"
Bruscamente e senza avvertimento, afferro la chitarra con entrambe le mani e la getto sul pavimento dello studio. Sbatte rumorosamente ma non si rompe quando va a finire sul brutto tappeto a righe. Una corda si spezza, entrando in contatto con le altre con un suono metallico. Poggio le mani sui fianchi e stringo i denti. Il dolore si diffonde lungo il mio braccio, e dall'altra parte del vetro vedo la sala controlli dove Jon, Greta e Bob mi guardano come se non fossero sorpresi.
"Non doveva avere questo sound!" Cerco di spiegare, allontanandomi dai fottuti microfoni che probabilmente non stanno più registrando, in ogni caso. Marcio verso il lato opposto dello studio e mi siedo su un alto sgabello, rovistandomi furiosamente le tasche in cerca di sigarette.
"Non fa niente," arriva la voce di Bob dallo speaker. "Facciamo una pausa."
"Eccome se la facciamo," borbotto.
Gabe è da qualche parte a sbattersi una delle sue troie - maschio o femmina, chissà - mentre Patrick sta dormendo in soggiorno. Potrebbe essere mattina là fuori per quanto ne sappia. Sono arrivato allo studio dopo il tramonto ieri sera, e sono passate ore e ore, inutili, tutte quante. Faccio tiri profondi dalla sigaretta, il mal di testa mi sta uccidendo, il braccio mi sta uccidendo, ma non dico una parola del dolore fisico. Il dolore emotivo è abbastanza, e loro non - Non c'è bisogno che loro lo sappiano. Del gomito messo male.
La porta si apre lentamente, né Jon né Bob sono più visibili attraverso la finestra. Greta entra, con un pizzico di esitazione nei suoi passi. L'orlo del suo vestito ondeggia delicatamente attorno alle caviglie, le ciocche dei capelli le ricadono sulle spalle sopra la fantasia a fiori rossi. Sembra turbata, come una bambina che si rende conto per la prima volta che suo padre o sua madre siano ubriachi. È una cosa brutta, essere ubriachi. Io non sono ubriaco. Ho bevuto un paio di birre, sicuro, ma non più di Jon o di Bob, e se fossi stato ubriaco, il dolore non sarebbe stato così forte.
Greta si siede sullo sgabello accanto al mio, adocchiando la stanza serenamente. "Tutto a posto?" chiede alla fine.
"Non ti sembro a posto?" rispondo acidamente, anche se non è colpa sua. Lei ha fatto alcuni dei suoi cori qualche ora fa, e in questo istante sembra essere l'unica persona che sia venuta in studio e che abbia registrato quello che doveva registrare.
"No. Non sembri a posto." Si allunga per afferrarmi la mano e la tira verso di sé. Le sue dita agili si allacciano attorno alle mie, la sua mano è calda e morbida, la mia ossuta e dura. Con entrambe le mani tiene la mia, esaminandola, quasi. Mi pulsa il gomito per il dolore quando allungo il braccio, ma non lo do a vedere.
Non è niente che un paio di antidolorifici non possano risolvere.
Spencer si procurò una cicatrice durante l'incidente. Aveva sbattuto la tempia destra quando era caduto dalla cuccetta, ed è per quello che sembrava che la sua faccia fosse interamente coperta di sangue. Il taglio non era stato profondo o pericoloso, ma noi non lo sapevamo perché lui era privo di sensi. Noi vedemmo solo il sangue. Le altre ferite erano peggiori. Gliel'avevano ricucita e dissero che sarebbe rimasta una cicatrice. Non l'ho mai vista perché non lo vedo da allora, ma quando chiudo gli occhi, è lì: una linea rossa vicino all'attaccatura dei capelli, che sbiadisce anno dopo anno, ma che non svanirà mai completamente. È quello il suo bottino guadagnato in guerra. Io ero pieno di tagli in faccia: a causa di tutto il vetro. Nulla di permanente, però. E pensai di essermene uscito con niente che lo dimostrasse, niente a parte il gesso e la fisioterapia e poi la fisioterapista che si è licenziata quando le ho detto di andare a fanculo e le ho lanciato contro la chitarra dopo un altro tentativo fallito di fare un fottutissimo accordo barrè.
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THROAM, Vol. 2: Wolves vs. Hearts | Ryden (Italian Translation)
FanfictionUna band nuova, una città nuova, un'amante nuova - Ryan può darsi una spolverata e ricominciare, ma è difficile scrollarsi di dosso lo status da semidio che gli ha dato la tragica fine della sua ex band. Mentre dovrebbe concentrarsi sul rilancio del...