III - Capitolo 1: Un Lamento di Morte al Massimo

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Canzoni presenti nel capitolo: Don't Leave Me This Way di Thelma Houston e Death on Two Legs dei Queen (a proprsito ieri ho visto Bohemian Rhapsody al cinema e 👌🏻👌🏻👌🏻👌🏻👌🏻👌🏻👌🏻).

***

Il taxi è silenzioso. Una leggera, calda pioggia scivola lungo i finestrini, i tergicristalli attraversano pigramente il parabrezza, e io ascolto il suono del mio respiro mentre posso. Mi godo la quiete prima della tempesta. L'autista dice, "Ehi! Sei tu quello!"

Sta indicando dall'altra parte del vetro, verso le altezze dei grattacieli di Times Square. Mi avvicino al finestrino posteriore e alzo lo sguardo. La mia faccia decora un cartellone pubblicitario. "Non lo so. Sono io quello?"

"Sì, amico! Tu sei quel -" Fa schioccare le dita con impazienza, aggrottando la fronte. "Quel musicista, quel..." Si sporge in avanti per scrutare nuovamente la pubblicità, "Ryan Ross! Sei dappertutto, ragazzo!"

La mia faccia di carta è gigantesca e enorme e immensa. Ci sta fissando dall'alto dei cieli, dalla facciata laterale del grattacielo, illuminando i taxi e le macchine e i pedoni. Vicky ha detto che se ci è riuscito Lennon, allora ci saremmo riusciti anche noi, e ha fatto esattamente quello: la mia faccia, davanti a tutta New York.

Menomale che non dovevo essere più riconosciuto.

"Pensa un po'! Tu sei nel mio taxi!" l'uomo inizia a dire, suona contento e allunga il collo per rivolgermi un sorriso sdentato.

Appoggio il gomito sul pannello della portiera, le nocche contro la mia guancia. Sorrido debolmente di rimando. Mi stava piacendo il silenzio di questa corsa in taxi - la radio spenta, lui che non cantava o canticchiava, la sola musica erano i clacson e il tamburellare della pioggia di tarda primavera. O di inizio estate. È giugno domani. Domani, manca solo un giorno.

"Sì, ti ho riconosciuto adesso," l'autista continua a parlare, evidentemente ha deciso che il nostro rispettoso silenzio non sia più un'opzione. Avanziamo lentamente centimetro per centimetro, e guardo me stesso che guarda me, una scritta che dice 'L'album di debutto di Ryan Ross & The Wiskheys' decora la parte inferiore del cartellone pubblicitario, poi c'è una foto della copertina di Wolf's Teeth accanto al mio volto privo di espressione. "Danno sempre quella tua canzone alla radio, un pezzo davvero orecchiabile. Com'è che si chiama, qualcosa di rosso? Qual è quella canzone?"

"Crimson Gone."

"Sì quella! La mettono di continuo! Mi piace il tuo stile. Non è simile a niente che abbia mai sentito prima. Del tutto diversa da quella spazzatura disco o da quella strana roba con gli effetti elettronici, ma è comunque moderna. È comunque molto 1977, se capisci cosa intendo."

Beh, almeno siamo d'accordo su qualcosa.

"Facciamo una cosa." Allunga un braccio sul sedile del passeggero e poi lancia un quotidiano verso il retro dell'abitacolo. "Fammi un autografo, va bene? Una dedica per Milton. Scrivici, oh. Oh! Scrivici, "Per Milton - grazie per il fantastico passaggio. Ryan Ross." Ride. "Oh, scrivi quello! Ahaha!"

Così lo faccio.

"Andrai in tour?" chiede, improvvisamente una fontana di domande. Io annuisco distrattamente. "Qualche concerto a New York ci sarà?"

"Un paio, sì. Sono già tutti esauriti." Dopo solo un'unica canzone.

"Ah, che peccato. Mi piace quella canzone che danno alla radio. Tu non potresti procurarmi dei biglietti gratis, vero?"

"Non credo."

"Davvero un peccato. Mi piace tantissimo quella canzone." Inizia a canticchiarla. Ci lasciamo Times Square e la mia faccia di carta alle spalle. "Ascolta -"

THROAM, Vol. 2: Wolves vs. Hearts | Ryden (Italian Translation) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora