Switch of Time ⏳

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Presente

~🕛

La Inazuma aveva appena finito di allenarsi. Mark aveva detto che, anche se avevano vinto il FFI, dovevano comunque tenersi allenati per qualsiasi altra minaccia o questione che gli si fosse presentata davanti: tutti erano d'accordo ed avevano, in seguito, accordato le date per gli allenamenti. Erano già tutti andati via dagli spogliatoi, mentre Jude, il regista della squadra, non aveva ancora finito di cambiarsi, dato che aveva speso del tempo prima per discutere varie strategie di squadra con l'allenatore Travis. Non sapeva, però, che non era l'unico a non essere andato via.

"Giornata intensa, né Sharp?" sentì dire lui. Si girò, vedendo Caleb appoggiato allo stipite della porta, braccia incrociate sul petto, con il suo solito ghigno stampato in faccia, che lo osservava.

"Stonewall. Perché sei ancora qui?" disse, freddo, distogliendo lo sguardo e sistemandosi il mantello.

"Quanto siamo antipatici! Nessuno ti ha insegnato a rispondere alle domande, prima di farle tu?" lo sfottè l'altro. Il rasta roteò gli occhi, coperti dagli occhialini, per poi prendere il suo borsone, avviandosi verso l'uscita, ovvero la porta sulla quale Caleb era appoggiato. Appena quest'ultimo capì le intenzioni del regista, spalancò entrambe le braccia posizionandole sugli stipiti, bloccando così il passaggio. Arrivato davanti a lui, Jude si fermò.

"Spostati, devo passare."

"E il cielo è blu. Genio è ovvio che devi passare, secondo te perché mi sono messo qua davanti?" lo prese in giro nuovamente, ghignando. Jude sospirò, rassegnato, per poi voltarsi indietro, nell'intenzione di usare la porta sul retro. Caleb, intuendolo, si spostò subito, sorpassandolo velocemente, credendo che il regista volesse davvero usare l'altra uscita. Rimase piuttosto sbigottito quando, con uno scatto fulmineo degno di Nathan, Jude si girò velocemente sulle punte e corse alla porta iniziale, imboccando il corridoio di questa. Si fermò, voltandosi, mostrando al punk un sorrisetto divertito, per poi riprendere a camminare tranquillamente. Caleb sbuffò, e lo rincorse finché non gli arrivò di fianco, camminando poi al suo passo, mettendo le braccia dietro la testa.

"Sei davvero un guastafeste."

"E tu ti stai comportando da bambino." Il castano sbuffò nuovamente.

"Perfettino."

"Testardo."

"Noioso."

"Infantile."

"Ma è possibile che non ti vada mai di scherzare o fare qualcosa di divertente?"

"Divertirsi non vuol dire che devi disobbedire alle regole."

"Ma così è più elettrizzante, sai, dovresti provare ogni tanto." ghignò l'altro.

"No grazie, non ci tengo ad essere espulso dalla squadra, a differenza tua." rispose Jude, guardandolo negli occhi, continuando a camminare. Il punk strinse i denti.

"Che colpo basso. E poi sarei io lo stronzo." gli disse acido. Aveva capito che il rasta si stava riferendo a tutte quelle volte che, in passato, aveva compiuto azioni sbagliate, che avevano danneggiato lui stesso e la squadra. Non era stato cacciato via solo perché Mark lo aveva sempre difeso, dicendo che era un elemento come tutti all'interno dell'Inazuma.
Caleb non riusciva ancora a capire perché si fosse preso una sbandata per quell'irritante regista. Forse perché era intelligente e, anche se non lo ammettevano, in campo insieme lavoravano bene, praticamente in perfetta sintonia. Forse perché, in fondo, sapeva che a Jude importava qualcosa di lui, dato che il capitano gli aveva riferito che oltre a lui anche il rasta l'aveva, silenziosamente, sempre difeso. Forse perché trovava particolare il suo modo di comportarsi. Forse perché si divertiva a stuzzicarlo, ed ora che ci pensava, adorava farlo, nei più svariati modi. A questi pensieri si calmò un poco, e decise di provare il tutto per tutto.

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