⌛ Time's Switch

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Futuro, 10 anni dopo

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Caleb aprì il suo appartamento, aprendo la porta ed entrando, per poi chiuderla a chiave. Con un grosso sospiro gettò malamente la giacca sull'attaccapanni, non curandosi se fosse caduta a terra o meno.

"Ciao Caleb, bentornato." sentì dire il castano. Guardò la sala: lì sul divano c'era Jude -il suo Jude- che gli sorrideva lievemente, mentre abbassava il giornale che stava leggendo per poterlo guardare.

"Ciao." rispose, stanco, tant'è vero che il rasta, preoccupandosi, mise via il giornale, poggiandolo sul comodino lì vicino, per poi alzarsi dal comodo giaciglio.

"Tutto bene? Sembri piuttosto stanco..." disse, andandogli incontro. Il castano lo liquidò con un gesto della mano e, sorpassandolo, si sdraiò scompostamente sul divano, occupandone la maggior parte.
Jude lo guardò stranito: aveva davvero fatto tutto questo solo per rubargli il divano?

"Che giornata di merda." sentì dire da Caleb.
Ah, ecco. Ora gli sembrava tutto più normale. Sospirò, non più preoccupato, e si diresse sul sofà , sedendosi su un piccolo angolo non ancora occupato dal castano.

"Cosa è successo a lavoro?" chiese per conversare e per, magari, farlo sfogare, invece che lasciarlo con un peso inutile nel petto.
Sentì come risposta vari mugulii, mentre il punk si girava a pancia in giù ed appoggiava la testa ed il braccio sulle cosce dell'ex regista che, intanto, prese ad accarezzargli i capelli.

"In pratica quello stronzo del mio capo ha minacciato di licenziarmi...solo perché ho rotto una scrivania..."
Jude sgranò gli occhi, coperti dai suoi occhiali verdi, smettendo per un attimo di coccolare la testa del castano, che in risposta lo guardò male.

"Hai rotto una scrivania? Davvero?" chiese Jude, con un tono tra il rimprovero e l'incredulità. Probabilmente doveva ancora farci l'abitudine.

"Sì, ma non è che fosse una scrivania pregiata: faceva schifo, era piena di tarli e-"

"Non è questo il punto, l'hai comunque rotta. Dovresti controllare di più la tua rabbia." disse il rasta, autoritario. Caleb in risposta sbuffò irritato, mettendo una mano a sostegno del volto, poggiando il gomito sulla gamba dell'altro.

"Cos'è, vuoi andarmi contro anche tu oggi? La giornata fa già abbastanza schifo senza te che ricalchi la dose." sputò fuori lui, infastidito.
Jude inizialmente non rispose, riprendendo ad accarezzargli i capelli, e riprese il suo discorso.

"Ma capirai anche tu che non puoi distruggere un intero edificio per colpa dei tuoi sbalzi d'umore."

"E chi me lo impedisce?"

"Caleb..."

"Che palle, va bene. Stavo scherzando." rispose, sbuffando, guardando poi Jude e facendo una smorfia.

"E togliti 'sti...'sti cosi." disse, sventolando una mano davanti alla faccia dell'ex regista, ritornando poi alla posizione iniziale, in attesa di coccole anti-stress. Il rasta sospirò, per poi togliersi gli occhiali, poggiandoli sul comodino, lasciando così scoperti i suoi occhi, i quali furono subito oggetto delle attenzioni del punk, che, pur senza essersi alzato, aveva girato la testa in modo da poterlo guardare in faccia.

"Non ho ancora capito perché te li copri: sono bellissimi."

"Lo sai già perché...se lo faccio con qualcuno con cui non sono in confidenza, mi sento a disagio."

"Allora mi posso ritenere fortunato." rispose lui, ghignando, facendo roteare gli occhi al rasta, che però sorrise, riniziando a fare le carezze a Caleb, che chiuse gli occhi; ma non la bocca.

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