Switch of Time ⏳

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Presente

~🕠

Jude non aveva la minima idea di come fosse finito in quella situazione. Il Caleb adulto era disteso a mo' di sardina sul povero ex-regista e lo stava abbracciando con una stretta d'acciaio, cosicché il più piccolo non riuscisse a liberarsi ed in più, qualche volta, il ventiquattrenne prendeva a strofinare la sua guancia contro quella dell'altro, come fosse un gatto capriccioso in cerca di coccole.
Inutile dire che il rasta era più rosso di un peperone, anche se, rispetto a quando gli aveva soffiato sulle labbra, il rossore sulle gote era leggermente diminuito.

Leggermente.

D'altro canto il moro non aveva nessuna intenzione di staccarsi, volendo assolutamente continuare a percepire il calore e l'odore della versione giovanile del suo attuale compagno -che chissà quest'ultimo adesso, nel futuro, cosa stava facendo-.

"Uhm," cercò di iniziare il discorso il regista, sforzandosi di rimanere lucido e razionale, pur sapendo che, probabilmente, avrebbe fallito miseramente, beccandosi di conseguenza le risate di scherno del più grande "potresti toglierti? Mi stai soffocando." riuscì a dire senza balbettare. In risposta il chiamato in causa, giusto per fargli un dispetto, ghignò senza vergogna e strinse ancora di più la presa sul corpo del ragazzino, nascondendo divertito il viso nell'incavo del suo collo.

"Caleb!" si sentì rimproverare il punk. Percepì, in seguito, che un braccio del rasta era riuscito a sfuggire alla sua stretta d'acciaio.

"Embè? Non ti va bene se ti abbraccio?" lo sbeffeggiò lui, ghignando ancora di più, mentre andava a tastare, senza ovviamente esagerare, la base del collo di Jude con la bocca, delicatamente.
Subito dopo sentì che qualcosa l'avevo preso per i capelli e che ora lo stava trascinando all'indietro, facendogli reclinare la testa, cosicché perdette il contatto con la pelle del collo dell'altro. La mano del rasta era proprio quella che lo teneva, saldamente, lontano dal suo viso, facendo sì che il più piccolo ebbe un attimo di respiro.
Jude sospirò, esasperato ed imbarazzato.

"Non cambi mai, eri e sei impossibile." gli disse, con tono seccato, anche se il rossore delle sue guance tradiva quelle parole.

"Immagino sia una delle mie molteplici qualità." riuscì a dire Caleb, al che ricevette un'ulteriore tirata di capelli ad opera del rasta, facendogli così reclinare tanto il collo che ora guardava il soffitto. Velocemente il ragazzino, mantenendo sempre la presa, alzò un braccio di Caleb che gli bloccava il passaggio e, grazie alla posizione sfavorevole dell'altro, riuscì tranquillamente a spostarlo con l'altra mano e rotolare di lato, scampando così al pericolo di un nuovo possibile abbraccio mortale. Lasciò la presa sui capelli dell'adulto e si alzò in piedi, togliendosi la polvere dai vestiti, cercando di contenere e non far trapelare le emozioni che gli scombussolavano l'animo in quel momento.

Con gli occhialini  pensò lui  sarebbe tutto molto più semplice.


Intanto che questi pensieri gli riempivano la testa, sentì uno sbuffo provenire dall'unica persona presente, oltre a lui, in quel corridoio. Si girò, con un'espressione seccata, e si stupì un pochino nel vedere il ragazzo più grande imbronciato, seduto a gambe incrociate sul pavimento, che lo scrutava con un misto di divertimento e quasi tenerezza.
Jude alzò un sopracciglio, come a voler chiedere per quale motivo lo stesse fissando così. La risposta, per sua sfortuna-fortuna, non tardò ad a arrivare.

"Hai dei bei lineamenti," sputò fuori il moro, sorridendo serafico "i miei complimenti." disse infine, ghignando, se possibile, ancora di più. L'effetto che queste parole ebbero sul ragazzino fu esattamente quello che il punk aveva pensato: l'altro distolse lo sguardo, imbarazzato, chiuse gli occhi e prese un profondo respiro, per calmarsi. Dopodiché li riaprì, per incrociare le iridi verdi-grigiastre dell'adulto.

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