Presente
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Il campanello della porta suonò tre volte, segno che, chiunque ci fosse dall'altra parte, dovesse essere piuttosto impaziente.
"Ed è arrivato!," esclamò il Caleb adulto, alzandosi dal divano ed interrompendo così la conversazione con Jude riguardante gli schemi calcistici "cerca di non stupirti troppo, okay?" disse al ragazzino, serafico. Jude sospirò lievemente, ruotando gli occhi al cielo; era palese che lo stesse prendendo in giro, ma non ci diede troppo peso. Il moro, ansioso di rivedere il suo amico, corse subito all'ingresso e, una volta controllato dallo spioncino che fosse veramente lui, sorrise ed aprì la porta, mostrandosi all'ospite.
"Joe King! Che piacere vederti." gli disse ghignando, sincero. L'arancio scosse la testa, sorridendo a sua volta.
"Anche per me Stonewall," rispose lui, entrando in casa e togliendosi le scarpe, guardandosi intorno "così questa è la vecchia casa di Jude? Non è affatto male." ammise lui, colpito.
"E pensa, qui è presente pure il vecchio Jude," replicò l'altro "anche se, a dirla tutta, in questa situazione i vecchi siamo noi." Concluse sogghignando. L'arancio puntò lo sguardo nella direzione in cui Caleb lo aveva indirizzato e, notato il ragazzino -che si era alzato in piedi- sgranò gli occhi, non riuscendo a contenersi dal sorridere. Jude, d'altro canto, era sorpreso: il Joe del futuro era più alto del Caleb adulto di circa dieci centimetri e, seppur fisicamente fosse asciutto, il petto e le spalle erano sviluppati così come le gambe e le braccia. Presa la figura nel complesso, constatò il ragazzino, si sarebbe potuto tranquillamente affermare che fosse piuttosto imponente. I capelli gli erano cresciuti fino a metà schiena e i tatuaggi non erano cambiati. L'unica novità, notò il quattordicenne, era una cicatrice che gli percorreva la palpebra destra -e parte della fronte-; il ragazzino si chiese come se la fosse procurata, ma non disse nulla in quanto non gli sembrò molto educato.
Sarebbe un ottimo bodyguard pensò il rasta, ragionando ha la corporatura adatta e se fosse serio farebbe paura
"Uhm." iniziò il regista, indeciso sulle parole da usare. Come avrebbe dovuto presentarsi a una persona che già conosceva? Alla fine non riuscì a trovare le parole adatte e, in piedi, stette in silenzio. Ad interrompere quella situazione di stallo ci pensò dunque Joe.
"Ciao Jude," sorrise "è un piacere rivederti, nonostante la strana situazione." concluse l'arancio, cercando di sdrammatizzare. Il rasta sospirò, sorridendo lievemente.
"Situazione a dir poco assurda direi; ma sono anch'io contento di vederti. Sei... hm... ti trovo bene." concluse, cercando le parole giuste da dire. L'arancio sorrise un poco.
"Sicuramente non una situazione in cui mi sarei aspettato di trovarmi stamattina. La mia lavanderia non ne sarà entusiasta; ma almeno è la tuta." disse, guardando per qualche secondo i suoi vestiti malridotti a causa dello switch temporale; dopotutto, si era ritrovato di punto in bianco in un campo a parare palloni.
"Non preoccuparti, la mia lavatrice funziona," la rassicurò Jude "dovrò prendere un po' di vestiti per tutti e due in qualsiasi caso. E' logico che i miei indumenti non vi vadano." concluse il rasta. Il moro sogghignò.
"Non so te, ma non mi ci vedrei niente male in una tua maglietta usata come top," gli disse l'adulto, andando a sedersi stravaccato sul divano "sarei davvero un figo da paura." e ghignò. Il rasta roteò gli occhi mentre l'arancio sorrise divertito; dopo, questi guardò il ragazzino.
"Posso?" gli chiese, indicando il divano. Sharp annuì e lui si sedette di fianco a Caleb, mettendosi comodo. Il ragazzino rimase in piedi davanti a loro e guardò il nuovo arrivato.
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Scambio di Tempo ⏳
Fanfiction//Inazuma Eleven// Jude Sharp e Caleb Stonewall, dopo aver vinto il FFI, continuano a vedersi tra loro e con la squadra. Il secondo non esita, in questi momenti, a infastidire e provocare il regista, mandando quest'ultimo in confusione. Ovviamente n...