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Venerdì 17 dicembre 2018

Mi guarda, seduta accanto a me, mi chiede com'è andata la verifica di fisica, le dico che penso sia andata bene, sorride e i suoi occhi grandi sembrano due pozze, due laghi immensi, un mare intero. Li guardo e le sorrido. Le dico che sarà andata sicuramente benissimo, visto che c'è Lei ad aiutarmi. Ride, dice che non è poi così brava in fisica, che le piace tanto e non sempre le cose che ci piacciono sono anche quelle che ci vengono bene. Abbassa lo sguardo di colpo, poi. Ogni tanto le succede, come se per terra ci fosse scritto qualcosa di fondamentale che ricorda all'improvviso e non può fare a meno di leggerlo. Una lacrima le scende velocemente sulla guancia, lei la fa sparire con una mano che mette nella tasca della felpa, come a voler nascondere quell'emozione di troppo. E' tanto triste in questi giorni, non so perché. Non so se devo chiederglielo, non so se me ne parlerebbe, non so come reagirebbe, vorrei solo asciugarle gli occhi. Vorrei solo dirle che i suoi occhi, quel mare immenso, mi spingono a fare cose che non avrei mai fatto, mi spingono a sistemare la camera prima che Lei ci entri, mi spingono a ribaltare l'armadio per mettere qualcosa di decente, mi spingono a cercare qualcosa che le somigli in ogni angolo del mondo. Mi rimangono nella testa e non li scaccio via, anche se delle volte vorrei.

I tuoi occhi grandi come il mare sono il mio veleno e il mio motore.

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