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Lunedì 28 dicembre 2018

Lei mi dice che oggi sono vestito bene. Sono vestito a caso. Sono uscito di corsa da casa per vederla, ho infilato le prime cose che ho trovato e sono uscito di fretta, quasi rotolando per il troppo cibo che in questi giorni di festa si continua a ripresentare sulla tavola. Lei mi aspettava davanti al citofono di casa mia, con una borsa gigantesca che non le avevo mai visto prima e un rossetto rosso piuttosto appariscente. Mi dice che la borsa è un regalo dei suoi e il rossetto un regalo di suo fratello, io l'ascolto anche se non me ne frega proprio niente, tiro fuori una scatoletta dalla tasca, neanche l'ho incartato il suo regalo e in un secondo mi sento le guance in fiamme. Lo apre come fosse un tesoro prezioso e quando lo vede sorride, sorride che le si illuminano gli occhi e a me si illumina il cuore.
«E' bellissimo Matti, non dovevi» Dice subito, tirando fuori quel bracciale che le ho fatto fare in fretta e furia all'ultimo minuto. Un bracciale rigido, con su scritto Muffin, il nome del suo gatto. Non me la sentivo di metterci sopra qualcosa di nostro, stiamo insieme da così poco tempo che spesso non realizzo nemmeno. Lei tira fuori un pacchettino dalla borsa, con la carta natalizia, il fiocco e tutto quanto. «Non ho sicuramente speso quanto te» Mi dice subito, sentendosi un po' in difetto.
«Mimma Memma ma che mi frega del prezzo, eh? Rilassati» Le dico e lei sospira non molto convinta, mi osserva mentre apro questo pacchetto con un'attenzione maniacale. Dentro c'è un diario con la copertina in pelle e sopra ci ha scritto MATTI, ci ha fatto un cuore e l'ha colorato di rosso, ma ci ha fatto una strisciolina sotto come se fosse un palloncino. Un palloncino rosso a forma di cuore.
«Il tuo mi sembrava un po' malconcio» Inizia subito a giustificarsi.
«E' anche quasi finito» Le dico, io, cercando di farle capire che ci ha azzeccato, che è il regalo giusto. «Grazie Mimma, buon Natale» Aggiungo, lei sorride e arrossisce un po', si stringe nel giubbotto pesante. «Hai freddo?» Le domando, lei annuisce, mi dice che fa freddo e che le potrebbe anche piacere il freddo, se potesse rimanere rinchiusa in casa tutto il giorno, io rido e la invito da me. «Non c'è nessuno» Le ripeto. «Sono tutti andati con mia zia a sciare, io non sono capace e non mi è mai piaciuto, sono sempre stato a casa quando organizzano queste cose» Lei ride, mi dice che non ha mai sciato, che non sa nemmeno come si faccia, io le cerco di spiegare ma mi fa schifo e ne ho anche quasi rimosso il ricordo. A casa mia c'è il riscaldamento fin troppo alto e lei si toglie il giubbotto, lo appende al solito posto e si guarda in giro soffermandosi sulle altre stanze forse per la prima volta e si ferma a guardare una foto esageratamente grande appesa in sala. Erano un sacco di anni fa, io avevo sì e no dieci anni, Rebecca otto e Alessia dodici, siamo vestiti bene, mamma e papà alle nostre spalle si stringono a loro. «Mia mamma è fissata con la foto di famiglia» Le spiego, lei continua a guardarla affascinata.
«E' bellissima» Dice, poi, mi guarda. «Devo chiederti una cosa» Aggiunge poi, io mi siedo sul divano e lei mi raggiunge, ha gli occhi che brillano e il naso ancora rosso e freddo per la temperatura gelida che c'è fuori. «Chiara mi ha detto che le ha scritto il tuo amico» Mi dice.
«Ma chi, Nicola?» Le chiedo.
«Sì, lui»
«Se le ha dato fastidio può dirglielo tranquillamente, Nicola sembra un duro ma non vuole infastidire nessuno» Le spiego, ma lei mi frena.
«Non mi piace il fidanzato di Chiara» Mi confida, sospira e posa la testa su di me. «Per carità, mi piace come persona, non ho nulla contro Neg, è mio amico da una vita, ma non ce lo vedo con lei, non ce lo vedo per niente» Qualcosa le si spezza in gola, le parole le faticano ad uscire, sembra seriamente in difficoltà. «Chiara ne ha passate tante Matti, sembra stare un po' sulle sue, soprattutto con te, ma è solo perché davvero ne ha passate troppe. Io ho sempre cercato di aiutarla, anche se male, ma a volte penso che non mi ascolti neanche» Una lacrima le scivola sulla guancia. «Ho sempre paura per lei. Sempre» Aggiunge, io le asciugo la guancia e le bacio le labbra, anche se ha il rossetto che mi rimarrà sicuramente addosso. «Hai tutte le labbra rosse ora» Commenta infatti subito ridendo un po'. «Ti dona» Aggiunge e io le sorrido.
«E' bellissimo il legame che hai con Chiara» Le dico, lei abbassa un po' lo sguardo, come se la cosa la facesse sentire improvvisamente in imbarazzo. «Conosco Nicola da un po' di anni ed è presissimo da lei, io sono un po' scettico, perché ci sta che magari le piaccia fisicamente senza conoscerla e non so come faccia, ma lui ci è proprio sotto tanto» Le racconto. «Per farti capire, la sera che ci siamo incontrati in centro, ai risciò, lui aveva visto le vostre storie e ci ha tirati matti perché lui doveva vedere Chiara» Sorride e ha un sorriso più grande della faccia.
«Che dolce» Dice. «Pensare che io credevo che fossi tu che volevi vedermi» Aggiunge, un po' in imbarazzo, le sue guance si fanno bordeaux e io sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Era così» Le confido. «Solo che non lo sapevo ancora bene, mi faceva un po' paura l'idea che nella mia testa ci fossi solo tu, tuttora mi fa paura, mi sembra un sogno averti qui» Le accarezzo una mano, lei sorride, mi bacia timidamente, io cerco la sua lingua, i suoi denti, il suo respiro. Infilo le mani sotto i suoi chili di maglioni e lei ride.
«Mi fai il solletico» Bisbiglia. «Ma non smettere» Aggiunge e infila le sue mani sotto la mia maglietta,  e come due bambini che fanno qualcosa che non si dovrebbe ridiamo sul divano del mio salotto, con le mani a misurarci la pelle, le bocche a scambiarci i respiri. Mi sfila la maglietta poi, mi bacia il petto e mi dice che vuole fare l'amore con me. E' seria, quasi troppo, dice che vuole farlo proprio con me e lei sue guance si infiammano. «Non l'ho mai fatto» Aggiunge e io la guardo. La guardo, lei, così bella, con le mani fredde sul mio petto e la faccia da bambina, un po' spaventata a tratti, che non ha mai fatto l'amore.
«Mai?» Le chiedo, un po' sorpreso.
«Mai» Risponde, si morde un labbro. «Non mi sembrava mai il momento giusto» Spiega, io le accarezzo una guancia.
«Se sei sicura» Le dico. «Per me non c'è problema. Posso anche aspettare» Lei scuote la testa facendo no. Mi dice che è sicura. Mi dice che con me è sempre sicura, che è strano, perché lei non si fida così facilmente, ma con me sì. Poi si toglie i maglioni un po' goffamente, mi guarda e mi dice «Sono innamorata di te Mattia Bellegrandi» e io faccio fatica a non guardarle il seno coperto da un reggiseno bordeaux, ma le sorrido. Alzo lo sguardo. «Sono innamorato anche io di te Emmanuela Marrone».

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