Intrappolato il nostro bacio in una gomma sotto il banco
Giovedì 7 gennaio 2019
«Ti sto organizzando una festa di compleanno» Lo dice con un sorriso più grande della faccia, con l'apparecchio che brilla e il rossetto bordeaux un po' slavato dai baci. «Con tutti» Dice, «Cioè le mie amiche e i tuoi amici» Spiega meglio. «Sarà un po' complicato per tutta la situazione tra Davide e Allegra, ma non fa niente, spero il tuo amichetto prenda una decisione prima di sabato sera»
«Il mio compleanno è domenica» Le ricordo, mastico una gomma e lei ride.
«Lo so, scemo. Facciamo la festa sabato così a mezzanotte ti facciamo tutti quanti gli auguri»
«Mamma mia come sei intelligente» Dico, le bacio le labbra, lei mi stringe una mano. «Scusa, sono preoccupato per Giorgio» Ammetto. «Per questo non sto esultando per questa festa. Sono molto felice che tu stia perdendo così tanto tempo per me, non l'ha mai fatto nessuno»
«Non è una perdita di tempo» Mi corregge immediatamente. «Sei importante, Matti» Le scosto una ciocca di capelli dietro l'orecchio, poi le do un bacio sulle labbra, che cerco di approfondire, ma lei mi blocca.
«Dai che schifo, hai la gomma» Si lamenta, ma io torno a baciarla e la mia gomma scivola nella sua bocca, lei la mastica un po' e poi si stacca un po' schifata. «Ha anche perso il sapore» Si lamenta, leva la gomma dalla bocca e io la prendo dalla sua mano, l'appiccico sotto il banco. «Fai davvero schifo» Sentenzia, io rido, le bacio il collo e le sussurro nell'orecchio.
«Ci siamo scambiati molto più che la saliva, non credi?» Le domando, lei ridacchia complice, ma il momento viene interrotto da Giorgio che entra in classe, posa lo zaino nel banco di fronte al mio. Poso le mani sulle cosce di Emma e lo guardo, aspetto che dica qualcosa, ma non dice niente. «Giò» Lo chiamo, lui si volta, ha le occhiaie e sospira.
«Ciao Briga» Mi saluta un po' freddamente. «Emma» Continua, alza la mano in segno di saluto, lei ricambia gentilmente.
«Giorgio» Lo chiamo di nuovo. «Che cazzo succede?» Gli chiedo, lui abbassa lo sguardo.
«Briga non credo che tu possa capire sinceramente» Risponde, un po' duro, io lascio Emma, faccio il giro e mi metto accanto a lui.
«Amore, io vado in classe» Dice Emma, mi saluta con la mano, mi stampa un bacio alla velocità della luce ed esce dalla classe, lasciando un silenzio surreale. Giorgio posa la testa al muro, aspetta che sia io a parlare, mentre io aspetto che sia lui a farlo. Ci guardiamo, ma non diciamo niente, finché in classe non entrano altre persone e poi, con un gran baccano, Davide e Nicola, che non appena ci vedono si ammutoliscono e si avvicinano a noi, Davide posa lo zaino a terra, Nicola si siede sul mio banco, le gambe a penzoloni, cercano di capire che succede.
«Raga io» Dice, abbassa lo sguardo.
«Giò, io lo so, e anche Davide» Gli spiego.
«E a me l'ha detto Dave» Aggiunge Nicola, gli posa una mano sulla spalla. «Giorgio non è un problema, davvero, non ti vogliamo bene uguale, non è cambiato un cazzo» Lui sbuffa, si massaggia la faccia con le mani.
«Non me frega un cazzo di cosa pensate voi» Dice, un po' seccato. «Senza offesa» Aggiunge, poi, non lo guardiamo un po' esterrefatti. «Siete i miei migliori amici, so che mi volete bene e tutte queste cazzate da idioti smielati» Prende un po' d'aria. «Sono io, io che sono allibito, che non so che cazzo ho, che non so più niente, che non capisco più che cosa voglio»
«Giò, non ti devi preoccupare per questo, devi solo cercare di prendere le cose come vengono, senza pressioni o pregiudizi. Vivi quello che senti»
«E' facile per te, Dave» Dice. «Ti giuro che esternamente sembra molto più facile di quello che è»
«Immagino» Diciamo, tutti insieme.
«Ma noi ci siamo, okay? Non sparire più, coglione» Aggiungo io, lui ci sorride e ci ringrazia.
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Il Mio Veleno
FanfictionPRIMO POSTO IN #BREMMA IL 13/11/2018 Mattia Bellegrandi è un ragazzo di diciassette anni, quasi diciotto, con una famiglia benestante e degli amici un po' scemi, nessun interesse particolare per le ragazze da quando la sua ex l'ha mollato, più che a...