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Sabato 9 gennaio 2019

Ieri è uscita con Ellis ed Allegra, poi, come niente fosse, ha risposto alla canzone che le ho mandato, dicendo che è molto bella. Le ho scritto «solo "molto bella"?», ha visualizzato e non ha risposto. Anche se erano le due di notte ho cercato di parlarle, le ho chiesto se potevo telefonarle e lei ha detto di no, che ne avremmo parlato stamattina. Così, da un'ora, sono fuori da scuola ad aspettarla, credo di aver fumato un intero pacchetto di sigarette nell'attesa. Sono quasi le otto e lei non è ancora arrivata.
«Ciao» E' senza rossetto, non ha neanche un filo di trucco, ha i capelli legati male e gli occhiali da sole, anche se è nuvoloso e senz'altro pioverà a breve. La saluto con la mano, lei sbuffa. «Mattia, che cosa vuoi?» Mi domanda, io abbasso lo sguardo, per un attimo mi sento uno scemo. Uno scemo che sta dubitando di una ragazza fantastica come lei, una ragazza meravigliosamente bella, intelligente, simpatica, una che con me non c'entra niente, eppure le piaccio. Le piaccio e sta con me, sta con me. Sta con me?
«Che hai fatto?» Domando, mi siedo sul muretto, accendo una sigaretta.
«Per l'amor del cielo, spegni quella cosa o ti vomito in faccia» Risponde, un po' dura, io guardo la sigaretta, poi lei, un po' stranito. Non l'ho mai vista così, non con me. L'ho sempre trovata dolce, indifesa, mentre ora è tutto il contrario. La butto a terra e la spengo così, senza praticamente averla neanche iniziata. «Ho bevuto troppo ieri sera» Si siede accanto a me, tira su gli occhiali da sole, ha gli occhi stanchi e due occhiaie che non ha provato minimamente a coprire.
«Sembri distrutta» Commento, le sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio, lei si irrigidisce. «Emma mi spiace» Ammetto, lei non sembra fare una piega. «E' che tu sei meravigliosa. Emma, tu sei davvero un sogno ed io...Mi spiace, ho solo avuto paura»
«Non me ne frega un cazzo delle tue paure» Dice, non mi guarda neanche. Guarda dritto di fronte a sé, come ci fosse qualcosa di tremendamente bello, lì, davanti ai suoi occhi, come ci fossero tutte le risposte giuste. «Matti io non sono così speciale...E in ogni caso, Federico è solo un mio caro amico. Non mi piace nemmeno» Si volta, mi guarda. «Hai messo in dubbio quello che provo» Aggiunge. «Sulla base di cosa, poi? Di una storia su Instagram? Io sono libera di fare ciò che voglio e di studiare con chi mi pare»
«Non solo una storia su Instagram, non sono scemo» Mi lascio sfuggire, lei aggrotta la fronte.
«E cosa, scusa?»
«A Capodanno» Rispondo, pentendomi delle mie parole. Maledicendomi nella mia testa.
«A Capodanno cosa?» Domanda. «Mattia, mi sto alterando, per favore, parla e basta»
«Sei andata a fare gli auguri a Chiara. Eri in costume. Ti ho vista asciugarti e prendere su i vestiti. Poi ti ho persa di vista. Dopo un bel po', ti ha riportata Federico. Eri vestita. Diceva che eri andata a stenderti perché avevi bevuto troppo»
«E quindi?» Ha l'aria agitata, non sa dove posare lo sguardo, lo fa rimbalzare su qualsiasi cosa, tranne me.
«Quando siamo saliti a scopare, ti ho spogliata e non avevi sotto niente. Ho solo pensato che insomma eri con Federico e non avevi più niente sotto e»
«Mattia» Mi ferma. Ora mi guarda. Cazzo se mi guarda, sembra che voglia ammazzarmi solo con gli occhi. Sistema lo zaino su una spalla, abbassa gli occhiali da sole e si alza.
«Dove vai?» Chiedo, ma se ne va verso la scuola. Anche se tento di fermarla e la chiamo. Continua a camminare dritta e io mi fermo, sbuffando. Scappa. Bella maturità la sua, prende e se ne va, senza nemmeno rispondere. Ma forse questa è già una risposta: se ne va perché sa che ho capito tutto. Se ne va perché sa che ho ragione io e non può sostenere una discussione. Se ne va, ma in realtà se n'era già andata.

[...]

Il campetto da basket dove ci ritroviamo sempre è sotto casa di Davide, ha i canestri mezzi storti e le righe per terra più cancellate che visibili. Ma non importa, non a noi. Quasi tutti i sabati pomeriggio, ci ritroviamo su questo pezzo d'asfalto e ci mettiamo a giocare, come ci viene. Non importa se fa freddo, se fa caldo, importa che siamo noi, dopo una settimana di scuola.
«Quella puttana di italiano mi ha messo quattro» Si lamenta Nicola, ci mostra lo schermo del cellulare sulla pagina del registro. «Mia madre mi ammazza»
«Lo dici tutte le volte» Giorgio sbuffa, rotea gli occhi, Davide gli lancia la palla che prende al volo.
«Vero» Commenta. «Però anche a me sua madre fa paura»
«Ma no dai»
«Briga, mia mamma è pazza» Azzarda Nicola, io sbuffo, prendo la palla dalle mani di Giorgio e la lancio con una forza non necessaria contro il canestro, centrando solo il tabellone.
«Brì guarda che il canestro non ti ha fatto niente» Mi fa notare Davide, mentre recupera la palla.
«Emma fa la stronza» Commento, non riuscendo a digerire la sua scelta di andarsene piuttosto che parlare.
«Vero» Mi dà ragione, una voce, alla mie spalle. Mi volto ed Emma sta lì, chiusa nel suo giubbotto grigio, con Chiara accanto. Sbuffo, lei si avvicina a me, mentre Chiara va da Nicola ed invita i miei amici ad andare a prendere una cioccolata calda al bar dall'altra parte della strada. «Non hai fiducia in me» Sussurra, io raccolgo la palla da terra e palleggio un po'. «Dai Matti, lascia quella roba, dobbiamo parlare» Aggiunge, io sbuffo, scaravento la palla contro il tabellone, lei abbassa lo sguardo.
«Dimme Emma» La palla rimbalza sul campetto, lei sospira.
«Perché non ti fidi di me?»
«Perché sei bella Emma. Bella, intelligente, più grande e non ho ancora ben capito cosa ci fai con un pischelletto come me, quando potresti avere uno come Federico, o anche di meglio, insomma, puoi avere chiunque tu voglia, perché dovresti accontentarti di me?» Lei si avvicina di più, mi prende una mano.
«Perché sono innamorata di te e non è una cosa che si può scegliere» Spiega, sospiro e le stringo la mano. «Matti, mi dispiace di essere stata così dura, ma io non ho fatto assolutamente niente che potesse anche lontanamente intaccare la tua fiducia in me. Ho studiato con un mio compagno di classe, me lo concedi? Non credo ci sia un divieto di qualche tipo al riguardo. Perché se ci fosse, avremmo un problema»
«Puoi studiare con chi ti pare, ci mancherebbe altro»
«A Capodanno ho tolto il costume perché era bagnato. Insomma, non volevo bagnarmi tutti i vestiti. Non vedo cosa debba c'entrare questo con Federico, è solo un mio caro amico, che mi ha aiutata a tornare da te, tra l'altro» Sospiro, la guardo. Non sta come stamattina, è un filo truccata, seppur poco, ha il viso più rilassato e lo sguardo decisamente più tranquillo. «Mi fa male sapere che non ti fidi di me»
«Non è di te che non mi fido, degli altri. Eri ubriaca Emma...» Biascico. «Ma non importa. Se mi dici che non è successo niente, non è successo niente. Scusami»
«Non importa Matti. Ma su con la vita, insomma, domani compi diciotto anni. Sei pronto alla festa di compleanno più stratosferica di sempre?» Domanda, io le sorrido.
«Mi basta che ci sia tu»


Salve! Scusate l'estremo ritardo, ma ho avuto talmente tanti impegni da dover "scegliere" quale ff portare avanti e quali mettere in pausa. Ma ora eccomi qua! Spero questo capitolo vi piaccia! Credete ad Emma? Pensate che Briga sia esageratamente geloso? O fa bene? Un bacio!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 29, 2019 ⏰

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