POV's Italia
Stavo cercando di dormire, anche se mi sembrava un'impresa. Il letto di una prigione non è affatto comodo, forse la cosa più scomoda del mondo, anche il pavimento sembrava più comodo.
Ormai ero in quella cella da sei giorni ed iniziavo a sentirne il perso, ma dovevo resistere ancora un'altro po', poi sarebbe andato, finalmente, tutto bene.Questo momento era forse il momento più strano della mia vita, mai avrei pensato di ritrovarmi in una situazione simile, avrei tanto voluto scappare via da quel posto e il più lontano da tutti, dimenticarmi di questa parte della mia vita e del motivo per cui ero qui, del perché avevo deciso, no di morire, ma di far vivere alte persone a me care.
La vita è unica, è il modo con cui la guardi che è diverso. Ci possono essere mille modi di vederla ed io preferisco vederla come l'alba che sorgerà per più di due occhi, ma forse per mille ed uno.
Nonostante i buoni propositi le lacrime iniziarono a scendere, perché...perché stavo dicendo addio a quella unica vita che mi era stata concessa ed era difficile.Non era un addio solo a Victor e alle persone a cui volevo bene, era l'addio ala persona più importante per me: me stessa. Avrei voluto distruggere quelle maledette sbarre e correre via, ma sapevo che non avrei mai attraversato le porte principali. Che cosa buffa e senza senso, come l'arcobaleno quando piove, come il mio sorriso quando piango, come ora.
Ridevo perché, molto probabilmente, quelle erano le ultime emozioni che avrei provato e volevo ridere, anche se la situazione non lo consentiva. Volevo essere felice per un ultima volta, un ultima ora o un ultimo secondo, ma volevo sorridere.
Risi così tanto che ebbi paura che tutto il grigio dell'edificio potesse sgretolarsi e portare via con se tutto l'odio che c'era in quel luogo, in quel luogo pietoso e ormai inginocchiato dal sangue e dalla tristezza che si leggeva negli occhi vuoti dei suoi abitanti.
POV's Victor
Sei giorni prima...
Erano passati sei giorni da quando Italia era andata via ed io mi stavo trattenendo con tutte le mie forze da andarla cercare e riportarla al mip fianco.
<<Come te la passi Victor?>> mi chiese Jack.
Da quando avevo avvertito tutto il branco di ciò che era accaduto, molti si preoccupavano per me.
Una sottospecie di "solidarietà" verso l'alpha che aveva perso la compagna.
Io odiavo questo atteggiamento.<<Jack é la quinta volta che ci vediamo nella giornata ed è la quanta volta che lo chiedi>>
<<È solo che...>>
<<È solo che tutti pensate che da un giorno all'altro vedrete il mio corpo o penzolare da un albero o con un pugnale d'argento conficcato nel cuore?>>
<<Già e siamo preoccupati. Lo sai tu stesso come può essere difficile superare una cosa del genere>>
<<Già...>> dissi ed aspettai che Jack uscisse dalla stanza.
Mi alzai dalla sedi a e la lanciai contro l'armadio, ridicendola a pezzi e schegge di legno.Nessuno poteva sapere quello che stavo passando, nessuno. Più tentavano di capirmi, più facevano crescere in me la voglia di distruggere tutto.
Dopo aver letto la lettere il mio primo pensiero era stato quello di abbandonare il branco e diventare un lupo solitario, senza più un branco, un terra, una casa. Senza di lei mi sentivo svuotato e privo di appartenenza a qualsiasi luogo, non ero niente ed era prorpio quello che volevo diventare, un ombra invisibile a tutti. Ma rileggendo la sua lettera, mi sono convinto in parte di dover almeno restare per il branco. Come una volta le dissi: essere alfa trascendeva da tutto e tutti, e nonostante il dolore che provavo dovevo continuare a guidare il branco, nonostante tutto, nonostante il dolore.Era una cosa che odiavo, come la continua voglia di distruggere tutto e quell'ansia opprimenti che mi assaliva tutte le notti, non sapendo dove Italia fosse.
Afferrai i documenti presenti sul tavolo e li lanciai, afferrai il bicchiere colmo di birra e lo scagliata contro il muro. Era inutile anche provare ad ubriacarmi, bruciavo l'alcool in modo così rapido da poterlo bere come se fosse acqua. Non c'era assolutamente niente che alleviasse il mio dolore, niente.
Mi mancava tutto di lei, il suo modo di correre per la casa i suoi capelli sul cuscino, il suono del suo respiro quando mi abbracciava, il battito del suo cuore quando batteva all'unisono con il mio.
Mi mancava lei, fin dentro le ossa, fin dentro ogni fibra del mio irriconscibile corpo.Sentii bussare alla porta e mi avvicinai per aprirla. Dall'altro lato c'era Didi con una busta in mano.
<<È da parte della Luna>> disse e se ne andò.Nonostante Italia se ne sia andata, ho deciso che tutti la debbano chiamare ancora Luna, perché lei resterà per sempre la mia sola ed unica Luna.
Ma perché mai Italai mi ha scritto, ero convinto che mi avesse detto tutto quello che aveva da dirmi, ma forse c'è di più...
Scusate il ritardo, ma sono stata strapiena di compiti e queste sono le prime "vacanze" un po' più lunghe che ho avuto.
Da voi come va? Le scuole sono state chiuse per il mal tempo? La mia ha chiuso il giorno del compito di matematica 😆😆 e sono stata mooolto felice.Alla prossima.
Baci. Xiao.
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I need my Alpha
LobisomemItalia si trasferisce a Villagemoon, la città dei licantropi, anche se lei non crede a queste cose, però da alcuni anni la classe dei licantropi ha iniziato a far parte del mondo senza più diversi nascondere, ma lei continua a rinnegare la loro esi...