Capitolo IV - 27 Giugno

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Non ci poteva credere. Le tracce -tutte le tracce- erano state accettate! Forse la ruota stava iniziando a girare per il verso giusto. Yoongi temeva di esplodere dalla gioia; aveva dimenticato cosa volesse dire essere felici. Questo sarebbe stato il primo lavoro serio e ben retribuito che arrivava dopo mesi; mesi nei quali era anche stato truffato e raggirato. Non voleva sembrare troppo ottimista ma sognare un po' non aveva mai fatto male a nessuno, no? Era grato a Namjoon per averlo spinto a partecipare a quella rap battle dopo mesi di inattività su un palco perché a fine serata era stato approcciato da un talent scout che era rimasto colpito dalla sua esibizione e voleva saperne di più sul suo conto. Non credeva sarebbe mai arrivato questo giorno. Ma doveva stare calmo. Sì, le demo erano piaciute ma era solo il primo passo. In ogni caso era giusto festeggiare. E cosa c'era di meglio del cibo per festeggiare una così bella notizia? Aveva deciso di concedersi un menù abbondante: quella sera non avrebbe contato i centesimi.

Taehyung sbadigliò sonoramente appoggiandosi al bancone del locale dove lavorava. Per fortuna mancava mezz'ora alla chiusura e poi sarebbe potuto tornare a casa. Ultimamente era sempre stanco; i preparativi per la partenza gli stavano risucchiando tutte le energie. C'erano un sacco di questioni burocratiche da sbrigare per convalidare il soggiorno all'estero. Almeno tra qualche settimana sarebbe arrivato il passaporto, sempre che non ci fossero stati ritardi. Lavorare ogni sera era snervante ma aveva assolutamente bisogno di quei soldi.
«Oppa! Dopo ti fermi?» Jieun lo fissò sorridendo, mentre si sistemava dietro l'orecchio la solita ciocca di capelli ribelli.
«No, penso andrò dritto a casa, sto dormendo in piedi.» La ragazza gonfiò le guance, disapprovando «Ormai non ci degni più della tua presenza!»
Tae congiunse le mani «Domani resto a bere qualcosa con voi. Promesso!» Non aveva ancora capito se Jieun fosse interessata a lui; forse stava aspettando facesse il primo passo ma non provava nessuna particolare attrazione per lei. Non aveva niente di male, era pure una bella ragazza ma non sentiva di voler approfondire la conoscenza in quel senso. Sbadigliò di nuovo; stasera andava così. Chungjae lo chiamò per consegnargli gli ultimi ordini. Era il momento di sfrecciare per le vie di Seoul in sella al suo scooter. Guardò di sfuggita i nominativi e restò pietrificato.
Min Yoongi. Quel Min Yoongi? Sì, l'indirizzo era quello che ormai aveva imparato a memoria. Non riusciva a capire se il cuore gli battesse così forte per l'agitazione o l'emozione.

Yoongi uscì dalla doccia. Faceva così caldo che non aveva senso asciugare i capelli; si sarebbero sistemati da soli. Li strofinò leggermente con un asciugamano che gettò poi con noncuranza nella cesta dei panni da lavare. Namjoon si era scusato più volte per non poterlo raggiungere quella sera. Avrebbe tanto voluto festeggiare la buona piega che stavano prendendo gli eventi ma era decisamente indietro con lo studio e la data dell'esame si avvicinava senza lasciare scampo. Avrebbero sicuramente recuperato in un'altra occasione. Yoongi si aprì una birra fredda e iniziò a sorseggiarla guardando fuori dalla finestra; Seul a quell'ora era un'esplosione di luci e di vita. Era già trascorso un anno da quando era approdato nella capitale ma continuava a sentirsi un estraneo. Di certo non si poteva dire si stesse sforzando per cambiare la situazione. Era tutto così rumoroso e veloce là fuori e lui aveva bisogno di calma e di silenzio. Decise di riempire quel vuoto con della musica scelta dalla sua playlist hip-hop mentre si rivestiva indossando degli indumenti comodi. La cena sarebbe arrivata a momenti. Si ricordò improvvisamente dell'ultima volta che aveva ordinato da quel locale; una serata come tante altre se non fosse stato per quel messaggio dove gli veniva comunicato di non aver superato la selezione. Ma ormai era acqua passata; adesso forse si sarebbero aperte altre porte. Rifletté con quanta facilità si potesse oscillare tra uno stato d'animo e l'altro. O forse era solo lui a non riuscire a mantenere l'equilibrio...


[ Dlin Dlon ]


«...»
«...»
«Ancora tu?»
«Già. Per tua sfortuna non mi hanno licenziato.»
Yoongi rispose con un pizzico di stizza «Sono solo sorpreso di rivederti.»
«Ho il turno serale e tu ordini sempre per le undici e mezza, perciò--»
«...»
Taehyung si morse la lingua; quella frase dava l'impressione lo stesse pedinando «i-in ogni caso volevo scusarmi per l'altra volta, non--»
Yoongi lo interruppe «Non fa niente. Voglio dire, non mi hai dato l'impressione di uno che volesse entrare in casa ed uccidermi. Ma se ci riprovi chiudo la porta, che ci sia o meno il tuo piede in mezzo.» Il fattorino non capì se stesse scherzando o fosse serio ma decise di non volerlo scoprire.
«Tranquillo, la prossima volta che entrerò in casa tua sarà perché me lo chiederai tu.»
Yoongi spalancò la bocca assumendo un'espressione tra lo stupito e l'allibito «Perché mai dovrei farti entrare in casa mia? Nemmeno ti conosco.»
«Se uscissimo insieme potresti conoscermi.» BAM. Taehyung deglutì. Gli aveva veramente chiesto un appuntamento così, mentre teneva tra le mani la sua cena. Mentre indossava una stupida divisa rossa del locale per il quale lavorava. Questo finiva dritto nella lista dei peggiori tentativi di abbordaggio nella storia dell'umanità «Voglio dire, sempre se ti va... e non sei già impegnato, ovviamente!» Dio che vergogna. Sentiva il viso tingersi di rosso e non sapeva più dove guardare quindi finì per ammirarsi i piedi. Adesso gli avrebbe chiuso la porta in faccia e avrebbe fatto perdere un cliente al capo. Yoongi lo fissò, sbattendo più volte le palpebre. Quel tipo era proprio strano. Non strano, brutto... solo, particolare. E la sua cena si stava raffreddando. Gli strappò la borsa dalle mani.
«Sabato mattina alle undici. Il mio indirizzo ce l'hai.»
Taehyung si ritrovò con la porta chiusa in faccia, sì, ma aveva appena guadagnato un appuntamento.

A Seesaw Game || TaegiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora