Non aveva mai sentito niente del genere. Istintivamente chiuse il rubinetto per non lasciare che il rumore dell'acqua scrosciante alterasse il suono della canzone. La melodia, piuttosto calma rispetto a quello che si sarebbe aspettato, si scontrava con la voce graffiante di Yoongi che acquistava spessore e potenza via via che la traccia avanzava. C'era rabbia, c'era dolore, c'erano aspettative non corrisposte. Gli tornò in mente quel mercoledì sera quando si era ritrovato davanti il volto del ragazzo, visibilmente segnato dalle lacrime. Le note del pianoforte avevano un che di struggente mentre la voce si abbatteva violenta, in cerca di redenzione. Da qualcosa. Da qualcuno. Taehyung sentì gli occhi pizzicare ed inumidirsi e abbassò il capo, mentre la canzone volgeva al termine, lasciandolo con un senso di vuoto a fissare il fondo del lavandino in acciaio. Avrebbe voluto dire qualcosa, qualsiasi cosa ma il nodo in gola glielo impediva.
«L'hai scritta tu?» fu tutto quello che riuscì a proferire, dopo aver ripreso a lavare i piatti.
«Sì. Testo e musica sono miei.» Yoongi era rimasto serio, con lo sguardo fisso in un punto indefinito davanti a sé per tutta la durata della canzone come se stesse cercando di cogliere un difetto, un'imperfezione da poter aggiustare e migliorare. Era la prima volta che Taehyung vedeva quell'espressione grave sul viso del ragazzo. Non c'erano dubbi prendesse seriamente quel lavoro; non era il semplice passatempo di un individuo appassionato di musica.
«Che genere ascolti di solito?» Yoongi parlò dal divano, era andato a sedersi senza farsi notare e ora finiva di bere la sua lattina di birra.
«Più che altro pop, soul, jazz. Mi piace anche la musica classica.» cercò di sfregare bene la spugnetta su quella macchia che non voleva proprio levarsi «Ma in realtà ascolto quasi tutto senza problemi. E... ovviamente non sono del mestiere ma... com'è possibile non ti abbiano ancora fatto firmare un contratto con un'etichetta discografica?!»
A Yoongi scappò una risata sarcastica. Taehyung rincarò la dose, oltraggiato «No, sto dicendo sul serio! La passione con cui canti! non lo so, avessi cantato in una lingua a me sconosciuta sarei comunque riuscito a percepire tutte le emozioni che volevi trasmettere e--!» iniziò ad incespicare con le parole e si fermò, rosso in volto. Riprese a strofinare la padella, con foga. Yoongi stava per ridere di nuovo; vederlo così alterato per una cosa che nemmeno lo riguardava era... tenero. Ma si morse la lingua. Non voleva che il ragazzo interpretasse male quel gesto perciò esclamò solo un «Grazie.» in tono riconoscente; non aveva bisogno di sentire altro da lui, era contento avesse apprezzato la sua musica.
«Hyung.»
«Mh?»
«Non ho idea di dove vadano tutte queste stoviglie.»
«Ah, già!» lo raggiunse e iniziò a riporre i vari utensili nei giusti ripiani della cucina.
«Hyung, è da un po' che ho quest'idea in testa: lo sai che potresti lavorare in radio? Con quella voce saresti perfetto per un programma nella fascia serale.»
«Nel senso che farei addormentare gli ascoltatori?»
«Ma no!» sbuffò «Hai una voce profonda, calma e... sexy. Ci hai mai pensato? Ti ci vedrei proprio.» gli fece l'occhiolino, passandogli l'ultima terrina.
«Sinceramente no, non ci ho mai pensato.»
«Beh tienilo da parte come piano B, non si sa mai.» fece per afferrare lo sgrassatore ma Yoongi glielo impedì «Ti prego, basta! Non ti ho assunto come uomo delle pulizie! Andiamo a sederci, dobbiamo ancora assaggiare i dolci che hai portato.»
«Non ti facevo così goloso.» ridacchiò Tae, lasciando definitivamente perdere la pulizia della cucina.Yoongi recuperò il vassoio dal frigo e si sedette sul divano a fianco del ragazzo «Vediamo se hai indovinato i miei gusti...»
«Ho preso dolcetti assortiti per andare sul sicuro.» E infatti la composizione spaziava dai bignè alle crostatine alla frutta, passando per i macarons ai cannoli. I due si lanciarono su quelle prelibatezze, non dovendo nemmeno litigare perché Taehyung era stato abbastanza previdente da prendere tutto a coppie. Spiegò al ragazzo più grande che quella pasticceria era la preferita della sua zona ed era gestita da una coppia di anziani signori italiani con i quali ormai aveva fatto amicizia; facevano anche torte di compleanno su commissione. Yoongi annuì mentre lo ascoltava, intento a gustare un bignè al cioccolato ma quando vide Tae portarsi alla bocca il dito per succhiarne via i residui di zucchero, nel suo cervello campeggiò la scritta 404 error. Tae si sentì osservato e ricambiando lo sguardo notò un rimasuglio di crema su un angolo della bocca del ragazzo. Si mosse lentamente ma riuscì comunque a cogliere alla sprovvista Yoongi che restò impalato mentre gli leccava via la cioccolata.
Il sole stava tramontando alle loro spalle e la stanza riverberava di una fioca luce arancione mentre l'astro scompariva sulla linea d'orizzonte, inglobato dai grattacieli di Seul. Le iridi di Taehyung acquistarono una sfumatura ambrata che rendeva i suoi occhi come incandescenti. Yoongi restò in contemplazione per un istante che sembrò estendersi all'infinito finché non colmò le distanze per assaggiare le labbra del ragazzo. Un dolce sapore si propagò tra le loro bocche. Ci fu uno scambio di morsi scherzosi, dati per istigarsi a vicenda ad osare di più e le lingue si intrecciarono, rincorrendosi giocose. Impacciato, Yoongi riuscì a mettere al sicuro il vassoio sulla scrivania del computer per poi sporgersi con il corpo, accompagnando l'altro verso lo schienale del divano senza mai interrompere il bacio. Taehyung lo afferrò alla base della nuca intensificando il contatto tra le lingue. Le mani di Yoongi iniziarono a vagare sul corpo del ragazzo finché non decisero che era arrivato il momento di liberarlo dalla costrizione di quella camicia dalla dubbia fantasia. Ma in quel momento Tae mise fine al bacio, scansandosi bruscamente e alzandosi in piedi come se avesse ricevuto una scossa elettrica. Con il respiro affaticato, si riabbottonò la camicia senza staccare gli occhi da quelli di Yoongi che lo guardavano di rimando, sbigottiti e smarriti.«I-io...»
«C'è qualcosa che non va?» domandò cauto «È la seconda volta che reagisci male. Se sto facendo qualcosa di sbagliato o che ti mette a disagio me lo devi dire.»
Si passò nervosamente una mano tra i capelli, voltando la testa verso la parete spoglia, con un'espressione indecifrabile in volto; nervoso e insofferente. Parlò a bassa voce, rivolto al muro, dopo essersi inumidito le labbra.
«Devo partire per l'America.»
«...prego?» Yoongi non credeva di aver capito bene.
Taehyung si morse il labbro, serrando i pugni e parlando con più decisione, scandendo bene le parole «Ho detto che devo partire per l'America. A fine mese.»
Yoongi rimase in silenzio, ad osservare la figura del ragazzo che aveva davanti. Avrebbe voluto urlare 'e questo cosa c'entra con noi' ma sapeva benissimo cosa c'entrava sebbene tentasse di fingere che un'informazione del genere non lo riguardasse.
«Beh tornerai, no?» cercò di dare un tono leggero a quella domanda ma la voce risultò impregnata di tensione.
«Non prima di un anno.» si fissò i piedi prima di deglutire e trovare il coraggio di alzare la testa e guardare finalmente l'altro negli occhi. Ma vi trovò solo uno Yoongi spaesato che fissava il vuoto, incapace di mettere in fila quelle semplici frasi.
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A Seesaw Game || Taegi
FanfictionIf we didn't have feelings for each other If we didn't think of each other Would we have dragged it out like this? A repeating seesaw game It's about time we put an end to it Somebody has to get out of here