Capitolo III - 22 Giugno

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«Joon!»
L'amico si voltò in direzione della voce e sorrise alla vista del ragazzo «Hyung! Non sapevo se potevo raggiungerti dietro le quinte, ho preferito aspettarti ad un tavolo.»
«Hai fatto benissimo.» Yoongi si sedette di fronte a lui, ancora accaldato dopo l'esibizione «E hai anche già ordinato le birre!»
Namjoon sorrise soddisfatto «Questa te la offro io perché ho apprezzato la tua performance!».
«Dovrei partecipare più spesso a serate del genere se poi bevo gratis.» scherzò, scolandosi mezzo bicchiere di birra tutto d'un fiato. Aveva la gola in fiamme dopo aver arrostito a colpi di freestyle il suo avversario. Namjoon si sporse in avanti sul tavolo «Hyung, sul serio, sei stato fenomenale!» Era sincero, gli brillavano gli occhi. Yoongi non sapeva mai cosa rispondere ai complimenti; accennò un sorriso imbarazzato. Non era convinto di essere andato bene, insomma avrebbe potuto far di meglio se solo la tensione non si fosse messa in mezzo ma sembrava che oltre all'amico anche il pubblico avesse apprezzato l'esibizione.
«Joon, dovresti riprendere anche tu a cantare. Lo so che ti manca, si vede. Potresti spaccare il culo a chiunque su quel palco.» Namjoon si afflosciò sulla sedia «Hyung, sono fuori dal giro ormai... Mi basta venire ad ascoltarti e farti da supporto. E poi tu sei molto più tagliato di me per la scena underground. Basta vedere com'è andata stasera.»
Yoongi sospirò. Ogni tanto tirava fuori il discorso per cercare di far tornare l'amico sui suoi passi ma Joon sembrava bloccato da qualcosa. Cos'era? L'università? Le aspettative degli adulti intorno a lui? Si stava lasciando la musica alle spalle e a Yoongi questo non piaceva; era stata proprio la passione per il rap a farli incontrare.
«Piuttosto che mi dici del tuo mixtape?» La voce di Joon lo trascinò fuori da quel vortice di pensieri «È in lavorazione, ma al momento preferisco comporre e guadagnare qualcosa così, anche se mi sento un mercenario e vengo pagato poco.» Bevve un altro sorso di birra.
«Hyung, lo sai che se hai bisogno di qualcosa ci sono.»
«Ti ringrazio ma hai già fatto fin troppo per me.»

Taehyung controllò per l'ennesima volta la lista degli ordini di cui si stava occupando ma nemmeno stavolta quel nome era magicamente comparso tra i clienti. Quanto tempo era passato dall'ultima volta che si erano visti? Alcune settimane; tre per essere precisi. E oggi era venerdì, proprio come quel venerdì. Avrebbe ordinato d'asporto? Mio Dio, stava addirittura contando i giorni; si sentiva un idiota. Perché mai avrebbe dovuto sperare di incontrarlo di nuovo? Perché mai era in pensiero per lui se nemmeno si conoscevano? Magari quella sera stava semplicemente piangendo perché la ragazza l'aveva mollato. O magari gli era morto il criceto. Continuava a riaffiorargli nella mente l'immagine di Yoongi avvolto nella felpa nera, troppo grande per quel corpo esile. C'era stato qualcosa in quello sguardo stanco e poi arrabbiato che lo aveva colpito. Avrebbe voluto abbracciarlo; avrebbe voluto dirgli che qualsiasi cosa fosse successa, si sarebbe risolta. Tae senti le orecchie andargli a fuoco. Il cervello gli stava veramente partendo per la tangente. Si tirò un piccolo schiaffo sulla guancia. Concentrati, dannazione! 
Il cellulare vibrò nella tasca. Non era molto professionale utilizzare il telefono mentre era a lavoro ma sbirciò comunque il messaggio. Era un'email da Los Angeles. Era stato accettato. Ora era ufficiale: sarebbe partito fra due mesi.



A Seesaw Game || TaegiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora