"Nervous"

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Ashton

Some days later...

Dopo quello che era successo, non era stato facile per me tornare da Christine e comportarmi come se nulla fosse, continuare a ballare dietro di lei mentre di tanto in tanto lanciavo timide e imbarazzatissime occhiate a Calum, che da parte sua mi guardava con un un mix di compiacimento e malizia che mi faceva arrossire peggio di un peperone. Per grazia divina questa situazione non era durata molto, perché Christine dopo un'oretta era voluta tornare a casa, e, con mio grande sollievo, non mi aveva chiesto di 'restare a dormire' da lei come faceva di solito.

Nei giorni successivi avevo ricevuto non so quante telefonate di Calum, tutte accuratamente ignorate. D'altronde, se avessi risposto, cosa avrei potuto dirgli? Non so nemmeno io perché l'avevo baciato, e non mi andava certo di parlarne con lui. Ed è per questo che, anche a scuola, per qualche giorno, avevo fatto finta che di non conoscerlo, avevo sempre evitato il suo sguardo, soprattutto quando si aggirava per i corridoi da solo. 

Fino ad oggi. Perché, giustamente, dopo quasi una settimana passata ad evitare Calum come la peste, me lo ritrovo in bagno. Di nuovo. Con fare nervoso cerco di sgusciare fuori dopo aver fatto pipì, approfittando del fatto che lui è impegnato a lavarsi le mani. "Non mi saluti Ash?", senti dire alle mie spalle. Maledizione, mi ha visto. "Ehm, ciao Calum, non ti avevo visto, vado un po' di fretta, sai...", farfuglio tentando invano di nascondere il mio disagio. "La ricreazione è appena iniziata, abbiamo tutto il tempo per parlare di...", mi dice, ma io lo interrompo. "Mi piacerebbe ma i miei amici mi stanno aspettando e tu devi tornare da Zane no?", gli dico. "Zane oggi è a casa malato, e i tuoi amici li puoi vedere anche più tardi", continua lui imperterrito. "Devo copiare i compiti di matematica, mi sono dimenticato di farli e non voglio prendere un brutto voto", mi arrampico ormai sugli specchi in preda all'agitazione. In realtà non devo recuperare nulla, ma devo pur cercare una scusa. "Non c'è fretta, la ricreazione è ancora lunga...", mi si avvicina. Non tento nemmeno di allontanarmi, lo so che si è intestardito e non posso continuare a scappare da lui. 

Rassegnato, lo porto in cortile, vicino al campo da basket esterno perché là non ci va mai nessuno e nessuno potrebbe vederci. "Allora...", inizio io. "Ashton, non girarci intorno, maledizione! Lo sai benissimo che dobbiamo parlare di sabato", mi rimprovera lui. "Non c'è molto da dire, è stato solo un errore", replico io abbassando lo sguardo. "Certo, un errore", ridacchia lui. "Non chiamerei un errore il modo in cui mi hai guardato le labbra un attimo prima di baciarmi e la chimica che c'era tra noi, non lo chiamerei errore...", mi dice guardandomi negli occhi. "Ero brillo", tento di giustificarmi. "No Ash, non lo eri, non questa volta, non mentire a te stesso", sussurra al mio orecchio con una voce roca che mi va accapponare la pelle. "Guarda come tremi...", mi dice, iniziando ad accarezzarmi un braccio. "C-calum, smettila...", farfuglio in preda al panico più totale. "Altrimenti cosa fai?", mi chiede ad un soffio dalle mie labbra, spostando la sua attenzione sul mio collo, dove inizia a lasciare una serie di baci umidi. "Mhh", mugolo. Mi sento debole, vorrei allontanare Calum e scappare il più lontano possibile da lui ma non ce la faccio a farlo. Calum mi spiazza e solo ora me ne rendo conto. 

Poco dopo il suono della campanella ci riporta alla realtà. E la realtà è che ho passato l'intera ricreazione tra le braccia di Calum. "Cazzo!", impreco staccandomi improvvisamente da Calum, che perpecisce la mia agitazione. "Ash, oh mio dio, perdonami, non volevo, non so cosa mi sia preso...", borbotta arrosendo, non nego che mi faccia un po' tenerezza ma non posso darglielo a vedere. "Cal, va tutto bene, solo... Non mettiamoci più in queste situazioni scomode, va bene?", gli dico, e lui annuisce prima di scappare rientrando, lasciandomi solo.

*********

"Ehi Ash, amico, oggi ci sei agli allenamenti?", mi chiama Trent mentre siamo in fila per il pranzo. "Oh ciao, si, oggi vengo", rispondo. "Tra ripetizioni, esami e altro, il coach mi ha dovuto far fare degli allenamenti extra per non rimanere in panchina durante il campionato", gli spiego. "Ah certo, ha fatto bene, così oggi puoi essere dei nostri", mi sorride. Poco dopo lo vedo guardare dietro di me, mi giro e vedo Calum e Zane che si tengono per mano, con loro c'è anche la loro amica Jackie. Mi assale una fitta al petto, ma sto ben attendo a non darla a vedere. "Da quanto non vedevo la squadra sfigata dei due froci e la deviata", alza la voce per farsi sentire da loro e per fare in modo che molti studenti si girino verso la loro direzione. Vedo Jackie guardare Trent in cagnesco, Zane stringe i pugni e Calum lo guarda terrorizzato, sa di cosa il mio amico potrebbe fargli se gli dovesse girare male. Mi stringe il cuore vederlo così, ma non posso nemmeno espormi più di tanto. "Ash, mi prudono le mani, che dici, sfogo il mio prurito?", mi chiede ghignando. In teoria, dovrei mettermi a ridere e 'incitarlo', ma non lo faccio. Lui lo nota. "Trent dai, oggi evita, se il coach lo scopre ti sospende gli allenamenti", gli dico. Buttarmi sugli allenamenti che tanto amiamo entrambi lo fa desistere dall'idea di un pestaggio, facendomi buttare il fiato che non mi ero reso conto di trattenere. "Hai ragione, non voglio sprecare il mio tempo con queste persone", ringhia. Meno male. 

Mi giro brevemente verso i tre, con Zane che mi guarda con sufficienza e la sua amica che mi ignora. L'unico a cui presto attenzione è Calum che mi guarda ancora con lo sguardo spaurito ma sinceramente grato, e mi rigiro felice. 

*********

"Ash, amore, come va?", mi saluta Christine entrando in palestra appena finiamo gli allenamenti. "Ciao Chris, sono un po' stanco, ho appena finito gli allenamenti come vedi", le dico. "Lo vedo, sei grondante di sudore", ride lei. "Già, mi sto andando a fare la doccia, mi aspetti?", le chiedo e lei annuisce per poi spingermi leggermente verso lo spogliatoio. 

Dopo venti minuti sono lavato, asciugato e profumato, e non appena vedo Christine, lei viene e mi bacia per poi abbracciarmi. Io cerco di godermi il momento schiudendo le labbra, ma le uniche labbra che vorrei adesso sono quelle che non posso avere e che non dovrei nemmeno volere. "Amore, che hai?", mi chiede la mia ragazza staccandosi da me. "Niente, sono solo un po' stanco...", le dico cerco di essere convincente. "Sicuro? Pare che tu abbia la testa da un'altra parte", indaga. "Ho dei progetti per la scuola da fare, stavo pensando a quelli", mento. "Peccato, avrei voluto passare del tempo con te, sarà per un'altra volta", mi sussurra all'orecchio con voce suadente, lasciandomi un languido bacio sul collo. Ma non posso godermi il momento perché il mio cervello mi riporta a poche ore fa, da un'altra persona e di cui il solo ricordo mi provoca una scarica di brividi lungo tutta la spina dorsale. 

SPAZIO AUTRICE

Dovrei studiare ma ho voluto scrivere un altro capitolo perché avevo tanta ispirazione, spero possa piacervi :)

Stay or run • Cashton HoodwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora