""Nightmare""

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‘Charlie svegliati’ un mugolio esce dalla mia bocca. ‘papà sta per addormentarsi’ un altro mugolio.

‘Charlie… papà sta andando via..’ scatto di corsa dal letto e corro nella camera da letto dei miei genitori, abbraccio mio padre, provo a farmi dare un bacio ma non risponde alla mia richiesta. Guardo speranzosa mia madre, ma anche lei ha lo sguardo morto, vuoto, rassegnato.

Lo abbraccio forte mentre lui perde i sensi. È finita.

Sobbalzai. Mi ritrovai al centro del letto tutta sudata e in lacrime.

Dalle persiane filtravano dei raggi di sole che illuminavano a stento la stanza. Mi alzai un po’ troppo velocemente tanto che dovetti restare seduta se non sarei voluta cadere, alzai i miei lunghi capelli in una crocchia disordinata e mi diressi abbastanza lentamente verso la cucina. La casa era troppo silenziosa. Il silenzio mi mette ansia, così come il buio. Trovai un post-it con una scrittura davvero molto disordinata ed incomprensibile, non che la mia sia ordinata ma qui si capiva davvero poco.

 ‘Sono a lavoro, chiamami appena torni tra i viventi.’ 

Dopo aver interpretato ciò che c’era scritto sul post-it, andai a recuperare il cellulare dalla mia camera, controllai se c’erano nuovi messaggi, ma niente. Rimasi un po’ delusa, speravo almeno in un messaggio da parte di mia madre, ma avrei dovuto aspettarmelo, faceva sul serio quando abbiamo litigato.

Composi meccanicamente quel numero che ormai conoscevo a memoria da così tanto tempo; dopo un paio di squilli mi rispose.

“Buongiorno bella addormentata”

“Giorno Lou” dissi dopo aver sbadigliato.

“Dormito bene?”

“Mmmh.. non male.. dimmi tutto mi amor!” rise.

“Allooora, non vorresti mica fare colazione a quest’ora?” guardai l’orologio-sveglia posato sul mio comodino. Merda. Erano già le due. Quanto caspita avevo dormito?

“Mmm.. non penso proprio!” sorrisi al pensiero di me che faccio colazione ad ora di pranzo, era una cosa alquanto banale ma anche molto buffa. Nel frattempo mi recai di nuovo in cucina.

“Allora, nel mobiletto accanto il frigorifero trovi pasta, pane, biscotti e schifezze varie –aprii il mobile che Louis mi indiava per controllare- poi sotto ai fornelli ci sono tutti i tipi di pentole di cui potresti avere bisogno, sono impilate dalla più grande alla più piccola, va be’ si vede e infine i piatti penso che li vedi, stanno nella cristalliera sopra il lavello. Credo di averti detto tutto, se non trovi qualcosa mi chiami o mi mandi un messaggio.” Dsse abbastanza di fretta tanto che non ricordavo già niente più.

“Okay Lou stai tranquillo, ci vediamo dopo!”

“Okay.. ah vedi che i giornali che mi hai chiesto stanno sul tavolino del salotto.” Sorrisi, pensavo se ne fosse dimenticato.

“Grazie, sei un tesoro.” Sono sicura che aveva sorriso.

“Ti voglio bene Charlie, a dopo.” E attaccò senza nemmeno darmi il tempo di rispondergli.

Guardai in frigo cosa c’era, presi del prosciutto, della panna e della pasta dalla credenza che Louis mi aveva indicato, un pentolino da sotto i fornelli e molto velocemente preparai il mio piatto preferito. Cioè, pensai di preparare il mio piatto preferito.

È abbastanza malinconico mangiare da soli, nessuno con cui parlare, nessuno che ti racconta la propria giornata, niente risate o litigate, è brutto pranzare in solitudine, ma ci sono abituata. A casa con mia madre mangiavo sempre da sola, lei non c’era mai.

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