The Travel

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Ero nella mia vecchia casa a Doncaster, era tutto stranamente sfocato, ma stranamente bello, familiare, felice.

Giocavo in giardino con il mio cane, come ero solita fare nei miei pomeriggi noiosi.

"Amore piccolo vieni qui!" sentii chiamarmi all'improvviso.

"Papà! Dove sei? Non ti vedo!"

"Eccomii!" e comparse avanti a me aprendo le sue grandi braccia. Mi alzai di fretta e corsi verso di lui per abbracciarlo seguita dal mio fedele amico.

Stavamo per abbracciarci finalmente quando una secchiata d'acqua gelida mi svegliò dal mio sogno fin troppo reale.

"Ah ho avuto la mia rivincita Charlotte Cooper!" urlò quel deficiente che mi ritrovavo come migliore amico.

"Si e presto assisteremo anche alla tua morte, coglione!- dissi fredda- ti odio!" mi si incrinò la voce. Non lo odiavo per davvero, questo si sapeva, ma in quel momento si.

"Cos'è successo?" in men che non si dica Louis era piombato in camera mia.

"È successo che l'ho sognato di nuovo e che mi manca da morire... -una lacrima mi rigò il volto- Louis non ce la faccio più!" singhiozzavo mentre Louis mi abbracciò forte a sé.

"Dai forza piccola! Andiamo a prepararci che siamo in ritardo!" sapeva quanto odiavo quelle inutilissime frasi fatte 'Lui è qui vicino a te' oppure 'ti protegge da lassù'.. come può essere vicino a me se sta venti metri sotto terra? Se è così lontano fisicamente e sentimentalmente da me? Come? Come fa a proteggermi da lassù se a stento ci riusciva quando era qui? Come si può credere a queste stronzate? Come può la gente dire certe stronzate?

Non sento la sua presenza vicino a me come dovrei, non sento niente, se non un forte vuoto.

All'inizio ci parlavo, gli raccontavo la mia giornata, cosa era andato storto o cosa era andato bene, se avevo litigato con mamma o ci eravamo abbracciate... ora non faccio neanche più quello e mi sento maledettamente male. Così male che avrei voluto urlare, tirare fuori tutto ciò che riguardava lui. A partire dal bene che gli voglio, fino ad arrivare al dolore che ho provato e sto provando tutt'ora!

Eppure mi manca più dell'aria.

"Si vado!" dissi solamente, non riuscivo a parlare. Mi abbracciò di nuovo stringendomi al suo petto così forte che potevo sentire i battiti del suo cuore e mi stampò un dolce bacio tra i capelli, come solo lui sapeva fare. Quei baci che mi tranquillizzavano tanto.

"La tua valigia è pronta?" mi chiese dolcemente.

"Si, devo mettere le ultime cose."

"Va bene, allora quando hai fatto mi chiami che la porto in macchina!- fece per uscire dalla camera- e ricordati che sono solo tre giorni e non un mese!" scherzò.

Quel ragazzo era la simpatia fatta persona proprio.

Presi tutto il necessario e andai a farmi una di quelle docce salutari che aiutano in qualsiasi situazione, quasi meglio della cioccolata.

*

Chiusi il borsone mettendo dentro il restante necessario che sarebbe servito per quei tre giorni a Cardiff e chiamai Louis in modo che venisse a prenderlo per portarlo in macchina.

"Il tempo che mi asciugo i capelli e sono pronta!" gli dissi per rassicurarlo. Ma non era proprio una rassicurazione dato che i miei capelli erano quasi lunghi quanto quelli di Raperonzolo. Mi guardò quasi rassegnato. Ero davvero così insopportabile?

"Il vestito e le scarpe e tutto il resto?" chiese annoiato. Si lo ero.

"Sta appeso lì! Indicai velocemente con la mano mentre scappavo in bagno.

Look after youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora