Capitolo 8

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Camila si sedette sul letto e quando vide la ragazza corvina che dormiva accanto a sè si accigliò, ma poi vide la maglietta dei The 1975 addosso alla ragazza, così si tranquillizzò.
"Non ricordo di aver dormito" disse, stringendo le sopracciglia, riflettendo "Eravamo dai nonni, come abbiamo fatto a..." pensò e poi i suoi occhi si illuminarono "Abbiamo visto un film e mi sono addormentata" realizzò, alzandosi dal letto per andare in cucina "Ora preparo la colazione" sorrise soddisfatta e prese qualcosa da alcuni sportelli. Poi andò verso il frigo e prese qualche uovo e del burro "Così non faccio stancare la mamma"
"Umh, mi serve un... una scarpa" pensò, non sicura, andando in camera da letto, prendendo una scarpa di Lauren vicino al letto. Era molto carina secondo Camila, sembrava di marca "Meglio" disse con orgoglio "La mamma dice sempre che le cose più care sono le più buone" posò la converse su un fornello e girò una manopola, facendo appaire del fuoco sotto la scarpa "Adesso devo mettere la televisione" prese due uova e le buttò all'interno "Poi... una coperta" scartò il burro e mise pochi secondi dopo all'interno della scarpa "Una bottiglia" disse con orgoglio, stavolta versando del sale "E un pò d'amore" fece finta di mettere della polvere magica.
La suola di gomma della scarpa iniziò a bruciare e in quel momento sentì dei passi verso la cucina.
"Camila hai visto la mia scar-" si bloccò quando vide cosa stava combinando Camila "Cosa stai facendo?!" urlò, spegnendo il fornello, ma ormai la scarpa era bruciata "Cosa cazzo hai messo qui dentro?!" sbraitò, afferrando la scarpa per studiarne il contenuto.
Camila si allontanò impaurita.
"Io... non so... chi sei" sussurrò Camila, inciampando all'indietro a causa del tappeto che non aveva visto "Io non ti conosco" sussurrò, vedendo come Lauren si era cambiata, non potendola riconoscere dalla maglietta.
"Camila, come farò adesso ad andare dal mio ragazzo?!" urlò, facendo per buttare tutto il contenuto nella scarpa in un sacco della spazzatura.
"No!" urlò tra le lacrime Camila "Questa è la colazione" disse, strappandole la busta dalle mano e poi la scarpa "L'ho fatta per la mamma" pianse "È un regalo"
"Sei impazzita?!" urlò "Questa è la mia scarpa!"
"No, è della mamma!"
"Cazzo, sono io Camila" disse, infastidita e Camila la squadrò, non riconoscendola "Ho solo cambiato maglietta!"
"Io... mi dispiace. Volevo farti la colazione" singhiozzò "Volevo renderti felice" sussurrò abbassando lo sguardo "Non volevo farti arrabbiare" asciugò le lacrime.
Lauren sbuffò e cercò di mantenere la calma.
"Ora come faccio ad uscire?" domandò Lauren con più calma "Dimmi come dovrei fare"
Ma Camila cosa ne poteva sapere? Non era capace nemmeno di fare la colazione. Camila voleva soltanto aiutare e Lauren non aveva fatto caso a questo. Camila era ferita. Voleva soltanto rendere felice la mamma.
"Puoi usare le mie melanzare" sussurrò Camila, strizzando gli occhi per la paura "Non rimproverarmi" strinse i pugni con il volto verso il basso.
"Mi entrano secondo te?" disse stufa, andando verso la camera da letto per prendere le scarpe di Camila e ritornare in cucina, davanti alla prota principale. Evidentementele scarpe di Camila le entravano "Io andrò dal mio ragazzo va bene? Non combinare nulla"
"Non vuoi?" domandò Camila, porgendole la scarpa "È la colazione"
"Non mangiare quella schifezza" disse Lauren con un sospiro "Fa male"
Camila sentì un forte dolore al petto, simile a quello quando suo padre gli disse che non sapeva chi lei fosse.
"Non fa male" si accigliò Camila "Ho messo l'amore. L'amore fa bene"
Lauren stufa si avvicinò a Camila e le strappò la busta e la scarpa dalle mani, buttandola poi all'interno della busta di plastica.
"Resta qui, io ritorno tra un pò"
Camila non rispose e Lauren uscì da casa dopo aver preso le chiavi.
La ragazza dagli occhi color nocciola pianse, chiedendosi perché la mamma l'avesse trattata in quel modo. Voleva solo renderla felice. Cosa aveva sbagliato?
"C'era anche l'amore" disse Camila "Non le piace l'amore?" si domandò con tristezza "Io la amo" respiro profondamente a causa del naso tappato e se lo asciugò con la tovaglia della tavola "Ora ti metto a lavare" disse, tirando la tovaglia e facendo cadere per sbaglio il vassoio con la frutta di sopra e rovesciando di seguito tutte le mele e le banane a terra; ma lei alzò le spalle e mise la tovaglia all'interno del cassetto della camera da letto pensando che fosse la lavatrice.
"Non ci sono i numeri" strinse le sopracciglia, guardando che il comò non faceva quel solito suono quando la mamma metteva a lavare le cose "Io ci ho provato" disse, allontanandosi dal comò.

Sei mia mamma ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora