Capitolo 14

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Lauren aveva sorriso in tutte le ore scolastiche a pensare alla dolcezza di Camila. Era così carina e dolce... che non riusciva a fare a meno di baciarle sempre la mano e la fronte.
Camila si sentiva speciale e Lauren amava d'impazzire Camila, quella bambina così dolce e profonda, quella bambina che non riusciva a riconoscere e a distinguere gli oggetti e i volti.
Ma quel giorno a casa di Camila le cose non sarebbero andate per niente bene.
Quel giorno era il giorno della verità, della fine e chissà... magari l'inzio di una nuova vita. Lauren era felice, Camila anche, ma quel giorno qualcosa si sarebbe spezzato.
Le due ragazze stavano tornando a casa a piedi mentre si tenevano per mano e Camila saltellava per la felicità. Camila adorava Dinah, Ally e Normani, erano così dolci, ma nessuno era in confronto a sua mamma, Lauren, e Michelle. Nessuno la rendeva così felice. Nessuno le faceva venire voglia di baciare come loro, che alla fine erano la stessa persona, ma purtroppo Camila non riusciva a distinguerle.
Quando Lauren aprì la porta, Camila fissò davanti a sè con le labbra tremanti, mentre Lauren capì chi fosse la donna quando si soffermò a studiare i suoi caratteri facciali, che erano simili a Camila. Lauren sentì qualcosa spezzarsi dentro di lei. Sapeva che quel gioco ormai era finito. Sapeva che Camila ne sarebbe uscita ferita.
"Mamma?" domandò Camila, studiando la sua maglietta e poi Lauren che aveva una voce che ormai aveva ricordato come quella di sua madre "Io... cosa... non..."
"Piccola" la donna si alzò dalla sedia e strinse forte a sè Camila "Come stai?" domandò.
"Io... tu" la respinse e guardò Lauren con uno sguardo che supplicava spiegazioni.
Perché Lauren non ci aveva mai pensato? Perché a Lauren non aveva mai pensato che la sua vera madre sarebbe ritornata?
Lauren si sentì impotente, distrutta e impaurita, impaurita dalla reazione che avrebbe avuto Camila se le avessero spiegato tutto.
"Mamma?" domandò e Lauren alzò il suo sguardo addolorato dal pavimento "Non capisco... tu... lei..." il suo sguardo si spostò dalle due persone.
"Io sono tua madre" disse Sinuhe e Camila guardò terrorizzata Lauren.
"Tu..." il suo cuore sembrò spezzarsi. Si sentiva... presa in giro. Si sentiva... demente per non aver riconosciuto sua madre per quel tempo che per Camila era indeterminato "Chi sei?" domandò stranita, allontanadosi da Lauren e quest'ultima sospirò.
"Camila, io non sono tua mamma" sospirò Lauren "Io sono la semplice ragazza che hai incontrato quella mattina quando tua mamma era andata via e tu avevi bisogno che qualcuno ti tagliasse il pollo"
"Tu... tu non sei la mamma?" domandò e Lauren annuì.
"No, non lo sono" disse e gli occhi di Camila si inumidirono come stava succedendo alle altre due donne nella stanza "Io sono Michelle, ma il mio primo nome è Lauren" singhiozzò
"Mich?" domandò, anche lei singhiozzando e sentendo il cuore batterle fortissimo al petto "Ma lei ha il-"
Lauren si passò una mano al collo, indicando poi il punto ricoperto da un fondotinta.
"Ho messo il fondotinta per nasconderlo e non farmi riconoscere"
"Io..." Camila si sentiva strana, illusa, in mezzo una strada. Era come se improvvisamente realizzasse che si era persa, che quella che pensava fosse la sua normale vita in realtà era stata alterata da Lauren, in realtà era soltanto una vita costituita da illusioni "Perché?" domandò "Perchè hai finto di essere la mamma?"
Sinuhe guardò negli occhi Lauren, un pò impaurita su come avrebbe reagito Camila ma Lauren aveva capito che quello era il giorno della verità e sarebbe stato meglio dire tutto ciò che era realmente successo.
"Tua mamma ti ha abbandonata"
Camila sgranò gli occhi e camminò in indietro per lo shock, inciampando sul tappeto della cucina e cadendo a terra. Non si mosse da lì ma si strinse alle sue ginocchia.
"Perché?" domandò, guardando sua mamma.
"Perché ero stressata, perché... il lavoro e tu... mi complicavate la vita, ma adesso io sto bene, io-" Sinuhe provò a parlare ma Camila si alzò e le diede uno schiaffo sulla guancia.
"Le mamme ci sono sempre anche quando le cose sono difficili" disse con amarezza "Lauren... è rimasta perché non voleva che io scoprissi tutto..." guardò Lauren "Vero?"
"È così" annuì.
"E anche se Lauren mi ha fatto male, ha avuto un motivo valido ma non posso evitare di essere arrabbiata con lei, ma..." si girò verso sua madre "Tu mi hai abbandonata perché sei debole. Mi hai abbandonata perché non sei forte. E le mamme che non sono forti non possono essere mamme" continuò Camila, asciugando le lacrime "Mi hai abbandonata come papà. Hai preferito scappare dai problemi e dalle tue responsabilità..."
"Camila, non puoi stare da sola, non puoi andartene da casa-" la madre capì il punto del discorso ma Camila la fermò con un sorriso sulle labbra.
"Non vado via da casa, perché questa non è casa mia. Vado via con Lauren, perché lei è casa mia"
"Sei minorenne. Sei disabile" disse sua madre con un pò di irritazione nel tono "La denuncerei"
"E io allora dirò quello che hai fatto tu. Sei scomparsa e hai lasciato una figlia disabile da sola, con una sconosciuta"
Lauren guardò scioccata la scena.
Camila non era stupida, era piu intelligente di quanto avessero pensato Sinuhe e Lauren prima di quel dramma. Ma adesso lo avevano capito.
Camila era più intelligente di loro due messe insieme, perché Camila aveva ragione, perché Camila aveva un cuore e una mente, perché lei riusciva a ragionare anche se non sapeva come funzionavano gli oggetti.
Perché Camila riuscì a zittire entrambe le donne, che si sentirono in colpa e... delle bambine rimproverate dalla madre.

Sei mia mamma ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora