"Adesso se mi permetti..." disse Camila, avvicinandosi a Lauren e prendendole con dolcezza la mano mentre l'altra la portò alla sua nuca prima di mettersi nelle punte e baciarle teneramente le labbra.
Passò qualche secondo prima che Lauren potesse realizzare cosa era effettivamente successo. Sentì di nuovo quelle familiari farfalle allo stomaco e il fiato corto.
"E comunque..." disse Camila, quando si rimise al suo posto "Hai sbagliato anche tu" le diede uno schiaffo "Mi hai confusa con Michelle e anche con mia madre; hai peggiorato la situazione, non avresti dovuto"
Lauren rimase in silenzio, cosapevole di cosa avesse sbagliato.
"Sei pazza..." Sinuhe scosse lentamente la testa verso Lauren "L'hai fatta diventare ancora più malata"
Lauren fece una smorfia per quell'omofobia ma Camila non ci fece caso. Aprì la porta e portò via Lauren senza dire niente.
"Mi dispiace Camila" disse Lauren quando scesero velocemente le scale per uscire dal condominio.
"Non importa, ormai" disse lei quando finalmente arrivarono sulla banchina "Quindi sei Lauren o Michelle?" domandò ancora confusa.
"Siamo sempre la stessa persona, poi Lauren è il mio primo nome, mentre Michelle il secondo" spiegò e Camila annuì mentre la teneva ancora per mano.
Lauren sentì la sua stretta tremante e si voltò verso la ragazza che guardava il marciapiede mentre camminava.
"Qualcosa non va?" domandò Lauren e Camila alzò il suo sguardo triste dal marciapiede.
"Io sono così tanto disabile da essere abbandonata?" domandò "Cosa ho di così sbagliato?" domandò quando una lacrime scivolò sulla sua guancia "Il fatto che non riesca a distinguere i volti e gli oggetti?"
"Nulla, Camz. Sei perfetta"
"Camz... mi piace" disse lei con un debole sorriso sulle labbra.
Le due ragazze continuarono a camminare mentre Lauren guardava la ragazza accanto a sè che ancora tremava. Era così dolce che a Lauren veniva voglia di baciarla. Era così debole e tenera.
"Camz" si fermò e Camila allora fece lo stesso, ancora con la sua mano stretta a quella di Lauren "Che hai? Non sei disabile, sei come me, come Dinah, Ally-"
"Io non ti ho saputa distinguere dalla mamma, da Michelle" disse con tristezza, asciugando le lacrime che erano scivolate da poco sul suo viso "Sono stata stupida, stupida, stupida" singhiozzò "Mi sento... stupida"
"Non lo sei" disse Lauren, lasciando la sua presa per asciugarle le lacrime "Sei la persona più dolce di questo mondo. Sei la persona più sincera e intelligente che conosca, Camila"
"Intelligente?" domandò, non credendoci.
"Molto intelligente" annuì "Sei una bambina dolce"
Le guance di Camila si colorarono lievemente di rosso e guardò altrove.
"Grazie" disse, sentendo il suo cuore accelerare alla dolcezza di Lauren. Seriamente la sua Michelle pensava quello di lei? Davvero la sua Lauren credeva che fosse intelligente?
"Di nulla" disse Lauren e si presero di nuovo per mano, camminando di nuovo verso la casa di Lauren, che sentiva le farfalle allo stomaco ripensando che in quel giorno Camila l'aveva baciata due volte e spogliata una.
"Lolo?" Camila si fermò e Lauren fece lo stesso, alzando un sopracciglio al soprannome. Quando Camila capì il perché dell'espressione di Lauren arrossì lievemente e abbassò lo sguardo su una sua scarpa che aveva iniziato a dondolare avanti e indietro come una bambina.
"Sì?" la richiamò Lauren e Camila alzò lo sguardo deglutendo "Qualcosa non va?"
"È normale che voglio baciarti sempre?" domandò, volendo sapere quella risposta a tutti i costi, come se si stesse chiedendo come fosse nato il mondo e chi lo avesse creato.
Lauren rimase sorpresa dalla domanda ma comunque sorrise.
"È normale" annuì Lauren "Ma quando succede vuol dire che... ti piaccio" arrossì "Ti piaccio, no?" era insicura.
"Mi piaci tantissimo" confutò Camila, accompagnata da uno scuotamente del capo per annuire "Sei bella, poi hai gli occhi verdi e... sei bella anche sotto i vestiti" abbassò lo sguardo all'ultima frase e Lauren sentì che il suo fiato da un momento all'altro si sarebbe esaurito "Poi sei sempre brava con me... e... mi piace come mi tieni per mano" guardò la sua mano stretta alla sua "Mi fai sentire bene e il mio stomaco ha delle giostre dentro e il mio cuore batte veloce veloce"
"Davvero?" domandò Lauren "Anche io, ma Camila quando senti le giostre allo stomaco sarebbe meglio dire che hai le farfalle allo stomaco"
"No" scosse la testa Camila "Quello lo dicono tutti. Io voglio dirti qualcosa che solo io posso dirti, qualcosa che non ti dice nessun altro" lasciò la sua stretta e Lauren si chiese il perché, ma quando Camila si avvicinò e si mise sulle punte per baciarla, si rispose da sola.
"A te piaccio?" domandò titubante Camila. Chi poteva innamorarsi di una persona problematica come lei? Non riusciva a rispondersi.
"Da impazzire" annuì Lauren, prendendole una guancia e con l'altra mano il fianco, per baciarla dolcemente.
Camila chiuse gli occhi a quel tocco.
"Vuoi essere la mia persona?" domandò Camila titubante, con le guance rosse per l'imbarazzo.
"Persona?"
"Non voglio che qualcuno ti dica qualcosa che ho detto io" spiegò Camila "Voglio essere diversa e... speciale" abbassò lo sguardo. In realtà non si sentiva speciale.
"Sei la persona più speciale che conosca" disse Lauren "E sì, voglio essere la tua persona" sorrise "Torniamo a casa quindi?"
Camila la guardò per qualche secondo, pensando a quanto fosse bellissima la sua persona.
"Sei tu la mia casa" la strinse a sè "Sarai sempre tu la mia casa"
"Allora penso che siamo già arrivate a casa" ridacchiò Lauren quando si staccò.
"Siamo arrivate a casa già da tanto"
"Come facevo a non saperlo?"
"Quando ci sei tu io sono sempre a casa e nessuno mi può fare male" si alzò sulle punte per quando accarezzò con le su dita la nuca della corvina, baciandola.
Lauren era la casa di Camila, e Camila si sentiva al sicuro. Per la prima volta non si sentì disabile, ma speciale per qualcuno, per la sua casa. Camila non era disabile, non era stupida o incompetente.
Camila era semplicemente una ragazza innamorata, innamorata di una bellissima ragazza di nome Lauren Michelle.FINE
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Sei mia mamma ➳ Camren
Fanfiction"Mamma!" La ragazza si girò e inquadrò la cubana da testa a piedi con un sopracciglio alzato. Camila aveva ancora il pigiama addosso e ai piedi delle pantofole. "Qualcosa non va?" domandò la corvina con gli occhi verdi. "Perché sei andata via?" chi...