Capitolo 4

2.1K 132 3
                                    

"Mi apri il pollo?" domandò Camila, in cucina, con un ramaiolo in mano che continuava a sbattere sul pezzo di carne come se magicamente e improvvisamente potesse riuscire a tagliarlo.
"Non è un pollo, lo sai? È carne" disse Lauren con un docile sorriso "Poi per tagliarlo si usa il coltello" disse, aprendo alcuni cassetti della cucina per cercare le posate "Serve anche la forchetta"
Camila si accigliò, guardando il ramaiolo tra le sue dita prima di sbuffare e lasciarlo cadere sul piatto.
"Sei stata tu?" domandò Lauren, afferrando un cucchiaio e un cellulare con lo schermo rotto da terra.
"Ecco..." Camila si vergognò "Non riuscivo ad aprire il divano"
"Divano?" domandò Lauren, ridendo, ma capendo a cosa si riferisse. Posò il cellulare vicino al lavello, mentre il cucchiaio all'interno pensando che dopo lo avrebbe lavato insieme alle altre posate.
"Guarda come si fa" Lauren si sedette vicino alla cubana e tagliò il pezzo di carne con il coltello e la forchetta "Si usa il coltello e la forchetta" disse Lauren e Camila annuì felice prima di prendere il coltello per incastrarlo con un pezzo di carne e mangiarlo. Si sentiva realizzata; infatti continuava a guardare Lauren con orgoglio anche se in realtà era stata proprio quest'ultima a fare tutto "Non è tanto corretto quello che stai facendo ma dopo tutte le cose che hai sbagliato credo che questo sia un miglioramento" sorrise e Camila ricambiò, finendo il pranzo in pochi minuti.
Lauren lavò le posate e quando finì di fare il suo lavoro ricevette una chiamata da sua madre.
"Dove sei?" domandò sua mamma "Saresti dovuta ritornare circa venti minuti fa"
"Mamma è una lunga storia ma praticamente sono diventata-"
"I nonni!" urlò Camila felicemente e la madre di Lauren iniziò a tossire rumorosamente dopo aver ingozzato velocemente il pezzo di carne a sentir l'affermazione della cubana.
"Lauren sei per caso impazzita?!" urlò la madre. La ragazza dagli occhi verdi dovette allontanarsi dal cellulare per non rompersi il timpano destro "Da quant'è che hai una figlia esattamente?!"
"Mamma, aspe-"
"Lauren, adesso giuro che chiamo quello stronzo del tuo ragazzo e lo picch-"
"Mamma, aspe-" la madre chiuse la telefonata e Lauren sbuffò rumorosamente "Cazzo" si morse il labbro inferiore, titubante per qualche secondo prima di afferrare Camila e portarla in camera per vestirla visto che erano ancora in pigiama come una bambina.
"Dove andiamo?" domandò la cubana mentre Lauren cercava velocemente qualcosa da farle indossare "Dove andiamo?" continuò, facendo avanti e indietro coi piedi, seduta sul letto. Davanti a lei Lauren stava frugando nell'armadio sopra la testa della ragazza dagli occhi verdi "Dai nonni?"
"Sì" sbuffò Lauren, dando i vestiti a Camila "Io vado a pettinarmi i capelli, tu metti questi"
Camila guardò i tessuti tra le sue mani con confusione, non sapendo l'usanza di quegli oggetti, ma nonostante ciò annuì con la testa.
Lauren corse verso il bagno -che trovò in poco tempo visto com'era piccola la casa- e si pettinò velocemente i capelli davanti allo specchio prima di ritornare da Camila.
"Camila che cazzo stai facendo?!" urlò, vedendo la testa di Camila che cercava di infilarsi dentro una parte dei jeans. La cubana iniziò a piangere, non riuscendo a sfilare via il tessuto, così Lauren l'aiutò e dopo alcuni minuti grazie a Dio riuscì a toglierle i jeans dalla testa.
"Sei incorreggibile" non potè trattenere una risata, e si morse il labbro inferiore. Poteva anche stare in ansia per come sua madre avrebbe conciato il suo ragazzo, ma la ragazza più piccola era dotata di una dolcezza così incredibile che non Lauren non riusciva a rimanere arrabbiata per molto.
Dopo che Camila fu pronta -grazie all'aiuto di Lauren- entrambe le ragazze uscirono da casa e se la fecero a piedi verso la casa dei genitori di Lauren visto che quest'ultima non aveva un auto e usciva sempre a piedi.
"Andiamo dai nonni?" domandò di nuovo Camila felicemente "Non li vedo da tanto" sorrise e Lauren fece lo stesso ma per la sua incredibile dolcezza e innocenza.
"Sì, andiamo dai nonni" sospirò, facendo sparire poi il suo sorriso, chiedendosi come avrebbe dovuto spiegare quella situazione senza essere ritenuta pazza o ritardata.

Sei mia mamma ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora