Quando Lauren uscì dalla casa della vecchietta vide di nuovo Camila seduta a terra con quel pigiama di circa tre taglie in più rispetto alla sua.
"Hey" disse Lauren, risvegliando la più piccola dal suo mentaneo stato di trance "Sei triste?" domandò e Camila si alzò e abbracciò Lauren.
"È la mia maglietta preferita" ammise Camila e Lauren sorrise pensando che in effetti l'aveva riconosciuta per quella maglietta.
"Davvero?" domandò, accarezzandole la testa prima di prendere le chiavi che le aveva dato la signora per entrare nell'appartamento.
Lauren subito notò il pollo al centro del tavolo della cucina, che poi invece era un pezzo di carne. Nascose una risata sotto i baffi prima di posare le chiavi all'interno di una tasca dei jeans.
Camila saltellò dentro casa proprio una bambina, eppure sembrava avere circa la sua età "Quanti anni hai?" domadò Lauren, effettivamente non sapendolo, mentre chiudeva la porta alle sue spalle.
"Sono del duemila-e-uno" disse e Lauren non dovette perdere tempo a contare gli anni poichè anche lei nacque nella stessa data "Come fai a scordartelo? La mamma sa tutto"
Io risi.
"Hai diciassette anni quindi. In che scuola vai?"
"Tu lo sai" corrugò le sopracciglia "Mi hai cambiato scuola questa estate" continuò "Vado in quella vicino al parco"
"Parco?" domandò Lauren, volendo più dettagli.
"Sì. Quella qui vicino"
"Uh, fai la Miami High School quindi?" domandò Lauren "La faccio anch'io"
"Le mamme non vanno a scuola" disse Camila in confusione "Sei una mamma speciale?"
"Lo sono" disse Lauren, accarezzandole la testa e la più piccola chiuse gli occhi al tocco.
"Non mi hai mai accarezzato" ammise Camila, ancora con gli occhi chiusi "Poi la tua voce è cambiata"
"Mai fidarsi della voce. Può tradirti in qualsiasi momento"
"Davvero?" aprì le palpebre, sembrando curiosa.
"Vuoi vedere?" domandò e Camila annuì con la testa, presa dall'interesse "Non spaventarti" si tappò il naso con due dita "Ciao io sono un alieno" disse ironicamente e Camila sbalancò la bocca con sorpresa.
"Wow" disse felicemente Camila, buttandosi sul divano della cucina per sedersi poi con le gambe incrociate "Quando compriamo le cose per la scuola?" domandò.
"Oh, vero, le cose per la scuola" ricordò Lauren "Abbiamo solo tre giorni" solo in quel momento si chiese come avrebbe convinto i suoi genitori a spendere dei soldi per una sconosciuta.
"Dobbiamo comprare gli accendini, le arance, le sedie..." iniziò a elencare Camila e Lauren rise.
"No, non dobbiamo comprare quelle cose" si sedette vicino alla più piccola "Dobbiamo comprare le penne, il portacolori, lo zaino e il diario"
Camila corrugò le sopracciglia.
"Aspetta, io ho lo zaino" disse, alzando l'indice prima di andare in camera sua, seguita da Lauren.
La stanza di Camila era apparentemente normale, non sembrava confusa e sottoquadro come la testa della cubana. Era semplicemente lilla, con alcune foto di famiglia attaccate alla parete.
"Qui c'è lo zaino" disse Camila, indicando il letto sfatto.
"Dov'è?" domandò Lauren, non vedendolo "Ahh, no, Camila, quello è il letto" rise, guardando poi la camera e vedendo un oggetto che le serviva poggiato in un angolo della stanza "Quindi hai le cose della scuola, eccole" disse Lauren, inginocchiandosi per aprire lo zaino "C'è tutto" fece un sospiro di sollievo quando vide che all'interno dello zaino c'era tutto quello che sarebbe servito a Camila.
"Ma quelle cose... non sono..." disse la più piccola, confusa.
"Camila, queste sono le cose della scuola. Ti sarai confusa con qualche altro oggetto" disse Lauren, controllando all'interno del portacolori per vedere se effettivamente fosse pieno o no, e grazie a Dio la risposta alla sua domanda mentale fu positiva "Tutto okay?" domandò notando il silenzio improvviso di Camila. Non ricevendo risposta si girò e quando la vide piangere si alzò e andò a sedersi accanto a lei "Cos'hai?"
"Non voglio andare a scuola" il suo sguardo era fisso sul pavimento e le sue mani chiuse in due pugni sul suo grembo.
"Perché?" domandò Lauren, inclinando il suo viso nella speranza di un contatto visivo che però purtroppo non arrivò.
"Perché mi sento disabile" all'inzio Lauren si stupì per quello che disse Camila; non sapeva perché ma credeva che fosse troppo bambina per conoscere dei vocaboli come disabile.
"Perché dici così?"
"Perché c'è una professoressa che aiuta solo me e non gli altri. Un mio compagno ha detto che è per i disabili, per le persone che sono inferiori e malate"
"Non è così, Camila" disse la corvina, sciogliendo il pugno della cubana per tenerle la mano "Se ti fa sentire meglio ti trasferisco nella mia classe e tolgo la tua professoressa di sostegno, va bene?"
"Davvero?" alzò il viso di scatto e Lauren sorrise.
"Certo"
"Sei la miglior mamma del mondo" l'abbracciò e Lauren rise, sentendosi strana ad essere chiamata mamma. La situazione era comica e ancora non riusciva a credere in cosa si era cacciata per colpa della maglietta dei The 1975.
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Sei mia mamma ➳ Camren
Fanfiction"Mamma!" La ragazza si girò e inquadrò la cubana da testa a piedi con un sopracciglio alzato. Camila aveva ancora il pigiama addosso e ai piedi delle pantofole. "Qualcosa non va?" domandò la corvina con gli occhi verdi. "Perché sei andata via?" chi...