At night: il maggiordomo, corsa contro il tempo

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Sofia, Cloe, Gaia e Agnese sapevano che non dovevano prendere un giorno di pausa. Intuivano che per questa volta dovevano rinunciare a un loro capriccio, per proteggere un amico... Un grande amico che ora avevano perso.

Il primo incontro fra le tre Knights ed Emil fu durante un suo viaggio in Inghilterra.

Aveva visto nelle tre del potenziale che stava andando sprecato. L'aveva accolte a se, salvandole dalla misera morte nei bassi fondi della East End, che sicuramente avrebbero riscontrato, procurandogli tutto quello di cui avevano bisogno.

Con il tempo gli aveva insegnato il gioco d'azzardo, come girava il mondo dell'economia, a rubare, a uccidere ed a vivere senza avere rimpianti, e se c'erano, gli ripeteva sempre, si dovevano affrontare a testa alta e con grinta.

Gli aveva finanziato il locale dove lavoravano, e perfino l'armi che usavano per il loro servizi.

Agnese, al contrario dell'amiche, l'aveva conosciuto li in Norvegia molto prima di loro. Prima di lavorare come maestra di scherma delle figlie di lui, e messaggera della Nobiltà della Neve, era una mercenaria. Le era stato dato l'incarico di rapire la più piccola delle due, Christel, per far ciò si era fatta assumere come domestica. I giorni passavano, pian piano si era affezionata a quella peste di un futura Contessina, un tornado di felicità che aveva portato il sole dentro alla ragazza.

Non riusci a portare a termine l'incarico datole, prima che i suoi clienti assalissero la villa furono placati da Fedrick, Ivan e Myrya. Il Conte Steilsson aveva percepito in lei qualcosa di soprannaturale, qualcosa che l'avrebbe soddisfatto più di chiunque altro. Le tese la mano verso quel regno che, mattone dopo mattona, persona dopo persone, stava costruendo. Lei accettò diventando così la persona di cui l'uomo si fidava ciecamente.

Le quattro erano delle creature fantastiche, formidabili ed abili. Emil non si pentì mai della scelta fatta quelle due sere d'inverno di anni distinti. Aveva raccolto un angelo, Sofia, una mutaforma, Gaia, una umana con il sacro dono del fulmine, Cloe, e una reincarnazione umana della dea del sole Sól, figlia di Mundilfœri e moglie di Glenr, Agnese.

Loro quattro avevano ceduto al Conte Steilsson la loro vita nella speranza di non morire, questo temevano tutte e quattro più di qualunque altra cosa. Lasciare il mondo in cui vivevano, lasciare sole le persone a cui temevano, vivendo in un limbo immenso dopo la morte.

Le strade di Oslo in quegli attimi sembravano affollate come non mai. Le quattro stavano correndo il più veloce che potevano, ignorando la gente che urtavano e che, di conseguenza, le urlava dietro.

"Quel moccioso del cavolo!" sbraitò Gaia irritata come non mai, "Dobbiamo riuscire ad arrivare prima che lo consegnino a, come si chiama... Beatrice?!" chiese affannosamente, con il fiato in gola, Agnese che cercava di fare strada aprendo un varco fra le persone, scostandole con tutta la gentilezza che le scorreva in corpo.

"Ragazze tagliamo per la zona dei bassi fondi!" l'idea di Cloe all'inizio non venne valutata, un luogo dove girava la peggio gente non volevano prenderla, d'altronde però non avevano nulla da perdere e se ci fosse stato un ipotetico attacco da parte di ubriaconi o drogati d'oppio sapevano come difendersi.

Girarono dietro a una scuola, correndo all'impazzata per le stradine scelte sbucarono davanti al bosco, che s'affacciava al castello degli Steilsson e alla villa Phantomhive.

"Su manca po" Gaia non permise a Sofia di terminare la frase che fece accucciare tutte e quattro dietro un cespuglio. Nascoste per bene dai folti cespugli non furono notate da delle persone in carrozza. "Avevamo ospiti?" "No Agnese... Muovetevi, temo il peggio. Raggiungiamo gli altri e facciamo il resoconto della situazione" "Ma Cloe sicuramente quelli hanno rapito Emil, non possiamo lasciarlo nelle loro mani" "E cosa facciamo una volta davanti a loro? Gaia se prendono anche noi è finita. Già è una fortuna che quel moccioso non sa di noi" sospirò la ragazza dai capelli color luna.

"E illuminatevi... Voi chi sareste?" una voce gelida e apatica s'intromise nella discussione, facendole congelare il sangue dal terrore. Beatrice aveva origliato tutta la conversazione delle ragazze. Pensando che al Duca dei regali in più l'avrebbero rallegrato pensò bene di rapire anche quelle misteriose fanciulle, che con affanno desideravano raggiungere il castello Steilsson. Sapeva che erano delle creature soprannaturali, ma non sapeva cosa fossero.

Sofia e Cloe si misero subito in posizione di difesa, nascondendo Agnese e Gaia dietro di loro. Beatrice s'avvicinava con passo veloce e felpato verso le proprie avversarie, voleva vincere ed era pronta a tutto pur di non perdere contro quattro mocciosette.

Scattò colpendo in pieno le due, senza dargli tempo di riprendersi era pronta per un'altro attacco ma fu bloccata da qualcosa che l'accecò, un'incantesimo. Costretta ad indietreggiare a causa del dolore allucinante agli occhi, lascio scappare da sotto il naso le ragazze che corsero dietro i propri amici. "Non pensavo di rivederti qui brutto angelo caduto" "Merlino, te che ci fai qui?" Fedrick e Allison fecero la loro comparsa con le mani verso il nemico, pronti ad agire se Beatrice avesse giocato qualche imbroglio.
"Artù ti aveva esiliato da Camelot mi sembra" "Ma questa mio caro non è Camelot" ghigno Beatrice, prima di riuscire a formulare un sortilegio ed indirizzarlo verso il ragazzo, che fu difeso dalla propria allieva.

"Vedo che c'è anche la discendente di Artù e Ginevra" commentò divertita, "Vattene ora o faccio quello che dovrei aver fatto secoli fa" la minacciò il castano.

Beatrice non era molto entusiasta all'idea di diventare cenere quindi se ne andò, lasciando le sue possibili prede libere di tornare al castello.

"Voi dovete spiegarci varie cose... Merlino" "Non sai quante Sofia. Come avrete sentito mi ha chiamato Merlino." "Non mi sorprenderei scoprire che sei il vero Merlino, ma ora poco importa" "Agnese cara, penso non vi sorprendiate più di nulla da anni" "Effettivamente Fedrick".

Il gruppo arrivò al castello sopraggiungendo subito da Myrya e Ivan, per farsi riferire cosa fosse successo e raccontare l'incontro di poco prima fra Beatrice, Cloe, Sofia, Gaia e Agnese.

Anche se si aveva il minimo sospetto che il Duca Kohler fosse il mandante di tutto, non potevano puntargli il dito contro, per via del suo titolo nobiliare. Infatti il titolo nobiliare di Duca era superiore a quello di Barone, Visconte, Conte e Marchese ma inferiore a quello nobiliare di Principe e quelli sovrani di Arciduca, Granduca, Re ed ovviamente Imperatore.

Myrya e Ivan decisero di andare a riferire tutto a Sebastian, chiedendogli poi di dirlo al proprio padroncino. Gli serviva la collaborazione di altre persone che facevano parte, però, della Nobiltà del Male guidata da Ciel quindi non potevano chiedergli così di punto in bianco aiuto.

Fanny ed Aki si erano recate da Syel ed insieme stavano ragionando sull'obbiettivo degli Williams e Beatrice. Volevano capire perchè si fossero recati dal Duca Kohler.

Dopo ore passate con i miliardi di documenti sotto il naso, alla piccola scienziata balenò un'ipotesi. "Aki, ma Bertram ha un angelo caduto nella sua collezione?". Aki fece spallucce non potendo rispondere alla domanda, ma Fanny si precipitò davanti al viso di Syel. Conosceva a memoria la sua ex prigione e anche chi c'era dentro, e fra la collezione del piccolo malato Duca mancava un angelo caduto. Elfi silvani e dell'oscurità, gnomi, fate, coboldi (un folletti poco socievoli), fenici, goblin, giganti, orchi, troll, angeli facevano parte della sua collezione.
Anche se aveva tutta queste creature la sua collezione non era completa, gli mancavano ancora molte altri "trofei" che, ovviamente, non si sarebbero fatte catturare facilmente.

"Quindi gli mancano questi..." "Se Myrya, Emil, Ivan, Agnese o altri finissero nella sua collezione la Nobiltà della Neve non esisterebbe più" ipotizzò Syel mentre spostava gli innumerevoli documenti dal tavolo al comodino, "Ti sbagli" iniziò a correggerla l'amica "La Nobiltà della Neve passerà a Astrid, il lavoro di capo è ereditario Syel" "Ah si? Non lo sapevo... Aki ma Fanny??". Aki si scrutò intorno cercando la piccola fata, scomparsa all'improvviso. Cercarono dietro e sotto i mobili ma non trovarono lei solo un fogliettino con su scritto "Sono tornata da Christel per riferirgli ciò....".

Leggendo il bigliettino alle due si gelò il sangue, quindi era lui che il Duca voleva prima degli altri.

Black Butler: Book of MemoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora