On the Edge of the Sword

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Capitolo 0.

Eclipse.

“Il giorno in cui ho scoperto la mia vera esistenza, è stato durante la battaglia più importante della mia vita. Mi chiamo Eclipse, ovvero "Eclisse".

Voi lettori che state leggendo questo libro e questa storia, sapete perché mi chiamo cosi? Ma no, certo che no... come potreste saperlo? I miei genitori, mi hanno chiamato così per il luogo in cui sono stato concepito, o meglio per quello che si poteva osservare molto attentamente in quella stessa sera. Ebbene si, sono stato concepito in una notte di eclissi totale, una di quelle notti magiche e molto misteriose, immerse nell’oscurità più totale, di ben 17 anni fa, un eclisse strana, particolare, una di quelle che, secondo gli scienziati, capitano una volta su un milione: in quel preciso momento in quell'istante, tutti i pianeti della via Lattea, perfino i vari satelliti naturali dei vari pianeti, erano allineati perfettamente.

Già, l'eclissi... Qualcosa di oscuro che nasconde qualcosa di bello, tenero, caldo e lucente come il Sole. A me, personalmente, piace dare questa definizione a un eclissi e piace soprattutto dare questa definizione per descrivere me stesso, in prima persona, anche perché io mi sento così, io sono tutto questo molto semplicemente: il classico ragazzo "dark", un po' oscuro, e piuttosto cattivo all'apparenza, sotto tutti i punti di vista, che si parta dai vestiti, ai capelli, fino a finire alla faccia, con la solita espressione da bulletto e abbastanza arrogante, ma che in realtà nascondo un grande cuore, un cuore lucente, caldo e tenero come un sole d'estate, il sole di Annabal. Però nessuno mi vuole conoscere per quello che è il vero Eclipse: sin dalle elementari, quando mi trovavo in mezzo al gruppo, gli altri mi definivano: "La pecora nera della classe". Purtroppo dopo una volta, due volte... Tre volte che continuavano a ripeterlo, io stesso ho finito per crederci e sono diventato, non più la pecora nera della classe, ma la pecora nera della città intera. Tutte queste considerazioni sul mio conto, alla fine hanno finito per far credere ad un semplice ragazzo di essere la persona più oscura di questo pianeta. Pensate che mi hanno dato anche un soprannome, ovvero Dark. Questo è il nome con il quale l’intera città mi conosce e mi chiama, o meglio, mi urla dietro dalla paura quando mi vedono.

Ho 16 anni da quello che avete capito. Sono solo, che più solo non si può: a scuola tutti mi evitano, mi detestano, hanno proprio paura del sottoscritto, infatti appena mi vedono in lontananza, iniziano, o a gridare in preda dal terrore, perché tutti credono che Dark sta arrivando per dargli una “lezione”... Ah già, mi sono dimenticato…io non ho mai fatto male ad una mosca, anzi, io odio totalmente la violenza, sia sulle persone, anche se a volte avrebbero proprio bisogno di una bella testata sui denti, che sugli animali, di qualsiasi genere... E allora iniziano a darmi tutti i soldi a loro disposizione in quel momento, oppure iniziano a gridarmi contro della pecora nera e del codardo perché non gli faccio niente, oppure, ma questo in una minoranza molto considerevole, iniziano a stuzzicarmi. Ma purtroppo per loro, basta proprio una piccola squadrata per farli rabbrividire e di consegurnza farli scappare all'istante.

Vi ho detto che ero solo, giusto? Beh, in realtà non ho detto esattamente la verità. Diciamo che, in realtà, un amico ce l'ho. Ed è anche l'unico di cui io mi possa fidare ciecamente. Siamo amici da quando avevo pressoché 3 anni, oramai mi conosce come le sue tasche, o il suo zaino appena preparato alla mattina. Questo mio, fantomatico amico, si chiama Luke. Ha praticamente la mia età, ma a differenza mia, lui è il mio esatto opposto in tutto e per tutto esteriormente. Infatti ha i capelli di un biondo chiarissimo, per non dire bianco ed è sempre piuttosto solare, disponibile e "bianco". Soprattutto quello. Ecco... se dovessi scegliere un colore socuramente lui sarebbe Bianco in tutto. Sembriamo, quando stiamo insieme, il sole e la luna, la luce e l'ombra... Noi siamo i due colori, praticamente, nel loro apice opposto, il bianco, come gia detto per lui, e il nero,per quanto mi riguarda. Infatti, non per questo, se a me mi chiamano Dark, a Luke, lo chiamano Light ovvero luce. Anche lui, non ha avuto un'infanzia felice, stando di fianco a me, ha sempre avuto delle difficoltà, però lui voleva rimanere al mio fianco, voleva aiutarmi a credere in questo mondo, voleva aiutarmi a credere in me stesso. Ma alla fine, ha finito per isolarsi proprio come me.

In realtà non vi ho detto tutto tutto, infatti ci sono alcune questioni che vi lasceranno a dir poco senza fiato. Questa che state per leggere, o voi lettori e lettrici di ogni età, è la storia di come sono cambiato, ma soprattutto di come sono riuscito a farmi rispettare da tutti, grazie ad un avvenimento che è del paranormale e inverosimile.

La storia della mia trasformazione, iniziò un giorno di scuola come tanti a Brommaka”.

 

 

 

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