Capitolo 11

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CAPITOLO 11.

Solo un sogno?

Un essere orribile avevo davanti ai miei occhi.

"Aspetta, aspetta!"

Gridai sempre a quell'essere con quella spada in mano, spada dal colore bianco.

"Cos'è che devo aspettare umano?"

Chiese lui con una voce che sembrava sempre più stanca, molto affannata, quasi come se mancasse poco alla sua fine, alla sua morte.

"Cosa vuoi farmi esattamente? Perché mi trovo in questo posto?"

La mia voce era sempre più spaventata: stavo morendo dalla paura, paura di non fare più ritorno nella realtà che conoscevo. Tutte queste cose mi stavano facendo male al cervello e alla mia capacità di apprendere le cose: prima il fatto del cielo che si rompe, poi la scoperta di questo mondo parallelo al nostro, popolato da mostri a forma di fungo, e adesso addirittura questo strano posto, tutto oscuro e tenebroso, ricoperta da una nebbia strana, con solo quest'essere bianco, con una spada un mano dello stesso colore, viverci dentro.

"Beh vedi mio caro.. Purtroppo é solo il destino, io non posso farci niente."

"Destino? Destino di cosa?"

"Lo vedi quel segno sulla tua mano?"

Iniziò lui, io gli annui semplicemente.

"Ecco, quel segno, quella runa che hai sulla tua mano, significa che tu diverrai un demone, un demone con un potere immenso, uno dei due demoni più forti in assoluto, tu diverrai me e io farò parte di te per il resto della tua vita".

Rimasi sconvolto in un primo momento. Pensavo continuamente a ciò che mi stava dicendo quell'essere, ma soprattutto a ciò che sarei diventato a momenti: un essere bianco, formato da placche come pelle.

"Come puoi farmi diventare te? Insomma, io sono io!"

Gridai, spaventato sempre di più da quell'essere mostruoso.

"Beh, é molto semplice in realtà"

Iniziò lui, posando la spada sulla sua spalla

"Conficcherò questa spada nella tua anima umana, così che, la tua anima si unisca con la mia, diventando un unico essere".

Il suo sguardo si faceva sempre più intenso e profondo.

"No, non puoi fare questo!"

Non voleva darmi retta, si stava avvicinando a me sempre più prepotentemente. Sguardo immerso nei miei occhi, spada appoggiata sulla spalla e una camminata che metteva davvero ansia.

"ORA DIVERRAI IL DEMONE DELLA PRIMA LUNA!"

"No, NO!!!".

Le mie parole erano inutili: non appena esso si avvicinò abbastanza a me, questo fece calare la sua spada con la punta rivolta verso i mostri piedi, pronta ad essere conficcata nel mio corpo.

"Non ne possiamo parlare prima, Signor Demone?"

Gli dissi io, mentre sudavo sempre di più dalla paura.

"Aaaaah".

Udì solo un grido, un grido di incitamento. La mia vista si annebbiò come di colpo: abbassai lo sguardo e notai la spada conficcata nel mio petto. Il demone dopo averla incastrata si dissolve in una specie di nube di un colore bianco, per poi finire nella ferita provocata dall'arma. Un dolore atroce, tutto si faceva sempre più oscuro e tenebroso. Iniziai a sputare sangue continuamente, anche se la mia ferita non perdeva sangue. Venni liberato, finalmente e immediatamente caddi a terra.

"Eheh che bello morire in questa maniera"

Dissi tra me e me, con un tono di solitudine. Iniziai a rassegnarmi sul serie, oramai la mia testa era già a salutare le uniche due persone d'avvero importanti per me, ovvero il mio migliore amico Luke e Carlotta, l'unica ragazza che mi aveva rivolto la parola, ma soprattutto che mi aveva sorriso veramente. Ma una luce prese la mia attenzione, una luce strana, quasi dorata che stava sbucando appena sotto di me. Aprì gli occhi che erano chiusi, per poter pensare un'ultima volta alle due persone care per me, e notai che quella spada conficcata nel mio petto, si stava dissolvendo e stava per entrare dentro di me.

"Ma cosa..?".

La spada si divise a metà: una parte entrò dentro la mia ferita provocata da quella stessa spada, provocando un bagliore anch'esso dorato, l'altra invece si diresse proprio in mezzo ai miei occhi: non vedevo nulla, la luce mi stava addirittura come accecando, sentivo solo una strana sensazione dentro di me, come se qualcosa, dentro, stesse per esplodermi dentro.

"Eclipse akbarhg Lunakon demonkis!".

Queste le parole che udì, parole a me sconosciute. Una voce estremamente maliziosa le aveva appena pronunciate, facendomi perdere i sensi, non appena la frase terminò. Ma poco prima di perdere i sensi del tutto, volli vedere la ferità sul petto, e notai immediatamente che era scomparsa, o meglio, stava scomparire, infatti al posto della ferita ricoperta di sangue, si trovava solamente la luce dorata.

"Eclipse,ti prego svegliati... Ho bisogno di te!".

Le mie orecchie iniziavano a udire immediatamente la voce dolce e soffice di Carlotta, insieme a strani singhiozzamenti provocati da 3 o 4 persone.

"Perché piangete? Stavo solamente dormendo".

Non appena sentirono la mia voce, tutti quei pianti di tristezza, so tramutarono in pianti di gioia.

"Eclipse, grazie al cielo!"

Dissero due di loro.

"Meno male che sei vivo, ho pensato solamente al peggio amico mio".

Era luke, pure lui era in mezzo a quel gruppetto di persone che singhiozzavano. Sembrava ancora turbato per ciò che mi era successo, ma sentendomi parlare, e vedendo che stavo iniziando ad aprire gli occhi, le sue lacrime si tramutarono in un sorriso.

Mi sedetti con molta calma e subito un paio di braccia si aggrovigliarono a me, lasciandomi senza respiro: era Carlotta!

"P-per un momento ho pensato che fossi m-morto.. Mi hai fatto così preoccupare... Stupido!".

Mi disse immediatamente Carlotta, piangente nonostante stessi bene sia fisicamente che mentalmente.

"Non saprei nemmeno cosa fare senza di te Eclipse! Io..."

La sua voce si stava facendo sempre più acuta e triste: ogni parola sua, era condita sempre di più con una lacrima amara e triste, era talmente triste che iniziò a piangere ininterrottamente.

"Stai tranquilla, sto bene Carlotta"

Le dissi immediatamente per tranquillizzarla almeno un po', successivamente alle mie parole, decisi di abbracciarla a sua volta.

Rimanemmo fermi immobili per alcuni minuti, lei ferma che piangeva disperata sulla mia spalla, io invece che con un braccio la teneva stretta a me più forte che potevo, mentre con l'altro le accarezzavo la testa in modo molto dolcemente.

"Eclipse, ma cos'è successo esattamente?"

Mi disse Luke. Era abbastanza stanco di vederci abbracciati in realtà.

"Sai Luke, stavo in realtà per farvi la stessa domanda"

Risposi io, alzando solamente lo sguardo in direzione di Luke e di tutti quelli presenti di fianco a me.

"Non lo so, noi in realtà, subito dopo avermi aiutato, ti abbiamo visto"

"Cadere come un morto per terra. Mi sono così preoccupata Eclipse!"

La frase iniziata da Luke, finì con le parole singhiozzanti di Carlotta, che alzò la testa, con il viso ricoperto di lacrime, solo per poter vedere la mia faccia sveglia e attiva, dopo un fenomeno del genere. Si vedeva perfettamente che si era affezionata un sacco a me, quelle lacrime, quelle parole, mi riempivano di tristezza.

"Capito"

Dissi io, piuttosto pensieroso.

On the Edge of the SwordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora