Capitolo 17

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CAPITOLO 17.

Brutti ricordi.

"Si può sapere cos'è successo? Per essere morte una ventina di persona deve per forza essere successo qualcosa di terribile..."

Dissi io piuttosto curioso, ma in realtà perfino molto spaventato all'idea di scoprire cos'era successo al gruppo di quella ragazza: sembravo molto indeciso, come un bambino che non sa scegliere quale gioco vorrebbe per natale, ma cosa più difficile da accettare era magari la sua rabbia fuoriuscire e scaraventarsi contro di me.

"Ne sei sicuro?"

Mi chiese lei, perdendo il suo sguardo nel pavimento sotto di noi. I suoi occhi sembravano come morti, non riuscivo a capire quale emozione stava provando.

"Si, vorrei asperlo se possibile!"

Risposi io, determinato e convinto.

"Da dove posso cominciare..."

Iniziò lei, facendo un piccolo sorriso. Mi sentì sollevato all'idea che non si fosse arrabbiata.

"Ah si, posso cominciare con la giornata più strana del mondo. Tutto cominciò un giorno qualsiasi di circa due settimane fa"

Iniziò il suo racconto con uno sguardo che sembrava completamente vuoto, come perso tra le sue mani o il pavimento. Faceva quasi paura a vederla in quello stato di morto vivente, senza più un emozione, ma solamente immersa nei ricordi più oscuri e misteriosi.

"Un giorno come gli altri, una semplicissima domenica. La mia vita era piena, ero felice: stavo andando bene a scuola, ma soprattutto avevo il ragazzo che mi é sempre piaciuto sin dalle elementari. Stavo andando in un parchetto ad incontrare questo mio fantomatico ragazzo di nome Kyle. Ero entusiasta all'idea di rivederlo dopo più di una settimana, mi sentivo davvero felice all'idea di vederlo, abbracciarlo e coccolarlo.

Raggiunsi il parchetto, parchetto molto piccolo con solamente una giostra per i bambini e all'entrata come un cancello gigantesco, in poco più di una mezzoretta di camminata, parchetto che aveva un significato molto speciale per me e per lui, infatti lì noi ci siamo scambiati il nostro primo bacio e la nostra dichiarazione, ma comunque non è questo l'importante... Fatto sta che raggiungendo quel semplice parchetto, la testa iniziò a girarmi improvvisamente, in maniera molto veloce e in maniera stranissima. Caddi a terra e senza neanche accorgermene venni scaraventata in questo mondo. Mi ricordo solamente, prima di perdere i sensi il cielo diventare improvvisamente come vetro e distruggersi. Mi risvegliai qualche istante dopo, istante che, in realtà erano delle vere e proprie ore: la testa mi scoppiava tremendamente, un dolore allucinante e, immediatamente dopo aver alzato lo sguardo al cielo, notai quest'ultimo, il sole e l'aria cupa che si era formata intorno a me. Il parchetto felice e spensierato, sembrava diventato improvvisamente un parchetto dell'orrore. Rimasi a terra, spaventata alcuni minuti, continuando a chiamare il ragazzo che amo infinitamente:

Non riuscivo proprio a smettere di chiamarlo, fino a quando da una stradina non iniziai a sentire una voce:

.

I miei occhi si illuminarono improvvisamente, mi alzai con una velocità impressionante e corsi in contro a quella voce: non l'avessi mai fatto. I miei passi sembravano infiniti, sembrava quasi che la distanza tra me e la voce aumentasse. Però non mi feci demordere da questa sensazione e la raggiunsi abbastanza da poter vedere qualsiasi cosa si poteva trovare davanti a me: notai lui in piedi, impalato come un salame da parte a parte. Un palo lo teneva perfettamente dritto, era conficcato dall'intestino retto, fino a fuoriuscire appena sotto il capo. Si trovava sangue ovunque sotto i suoi piedi, sembrava di vedere un vero e proprio lago di sangue. Ricordo ancora le emozioni di quel giorni e penso non se ne andranno mai via da me: terrore e senso di colpevolezza per averlo fatto uscire quello stesso giorno.

On the Edge of the SwordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora