Capitolo 6

129 13 2
                                    

CAPITOLO 6.

Carlotta...

 

 

Oramai erano ore che parlavamo in continuazione, di cose stupide fino a parlare di cose veramente importanti. Tutte questa parole ci dovevano servire per conoscerci meglio, per cercare di capirci ogni istante sempre di più e, più parlavo con tutti loro, più mi davano l’impressione di conoscerli tutti e 5, Luke e Carlotta esclusi, da una vita intera mi sembrava che ci conoscessimo tutti da una vita.

"Bene, quindi ricapitolando... Senza contare che io e Luke siamo di quarta, Carlotta fa terza, voi 5 siete tutti di prima superiore e quindi siete appena entrati qua dentro, giusto?"

Dissi io, cercando di far quadrare le età, mentre nella mia testa, stava iniziando a formarsi un piccolissimo piano che servisse, quantomeno, per uscire dalla scuola, da queste 4 mura che facevano sempre più paura, senza farci notare da quell’essere che stava in agguato da qualche parte all’interno della scuola.

I ragazzi si guardarono tutti negli occhi e risposero sempre tutti insieme, come se fossero all’interno di un coro.

"Si, e facciamo pure parte della stessa classe!".

Erano pressoché bambini, non sembravano nemmeno tanto terrorizzati all’idea di scontrarsi con uno di quei cosi che avevamo visto io e Carlotta… Anzi, quelli più impauriti sembravamo proprio io, Luke e Carlotta, proprio coloro che dovevano far vedere chi era il capo. Invece quei cinque. gagnetti… Erano lì, proprio davanti a noi, a fregarsene del rischio e del pericolo e a divertirsi, tra una risata e l'altra. Forse si erano già abituati a questo genere di aria, a questo posto così cupo, con quel colorito rosso sopra di noi, del cielo, che sembrava non ci facesse respirare.

Finalmente un po' di serenità e di tranquillità: mi sdraiai sul banco, con le braccia dietro il collo per farmi da cuscino: riuscivo, dopo più di cinque, massimo sei ore, secondo me, a riposarmi per bene. Dopotutto, avevo saltato i riposino della 1 e 4 ora, ai quali era abituato sin dalla seconda media. Ebbene sì, io dormo in classe, mi riposo il cervello dico sempre io… Infatti quando un professore mi chiede.

"Eclipse, svegliati!"

Io rispondo sempre, con aria assonnata, alzando appena lo sguardo.

"Sto cerando di far riposare il cervello prof... Sa, si è un po’ surriscaldato per colpa vostra… Non mi disturbi".

Con un tempismo perfetto, appena abbassai le palpebre, pronto per far riposare gli occhi, qualcosa iniziò a sbattere contro la porta.

"Cos'è stato?"

Disse Carlotta terrorizzata, non appena iniziò a sentire uno di questi, intensificarsi sempre di più, colpo dopo colpo.

"Saranno gli altri! Ci vorranno fare uno scherzo per ciò che abbiamo fatto prima molto probabilmente"

Disse uno dei cinque ragazzi di prima superiore. In realtà immaginavo pure io che fossero loro, forse per chiederci scusa, o addirittura per entrare nel nostro gruppo.

"Perché non la smettono?"

Pensai dopo qualche altra botta, ma un odore di ammoniaca e candeggina, iniziò a farsi sentire. Un odore, molto più forte e intenso rispetto a prima. Il mio cervello iniziò a capire che non erano gli altri, così dissi a tutti, capendo che potevamo trovarci in una situazione di vero pericolo.

"Non può essere... PRESTO, NASCONDIAMOCI!"

"Presto, nascondiamoci!"

Disse immediatamente dopo di me Luke, capendo immediatamente l’idea pazza che mi stava passando per la testa.

Ci alzammo tutti dai posti in cui eravamo seduti, e ci avviammo in fondo alla stanza, al posto degli armadietti che servivano per metterci libri, felpe o qualsiasi cosa non ci servisse per la lezione. Peccato solo che gli armadietti erano sette, mentre noi eravamo uno in più, ovvero otto! Una persona doveva rimanere fuori, faccia a faccia con quel mostro.

"Non preoccupatevi, starò fuori io, proverò a tenerlo occupato!:

Dissi io con aria abbastanza terrorizzata, ma allo stesso tempo al quanto forte e decisa. Stavo prendendo una decisone molto complicata: vivere e far morire qualcun altro, oppure morire per salvarli tutti, se avesse funzionato l'essere un'esca.

"Sono l'unico qui in grado di difendermi! Presto, ora andate!".

Tutti iniziarono ad avviarsi a me. Si, tutti eccetto uno, o meglio... Una.

"Carlotta, presto! Non c'è tempo da perdere…"

Gli dissi, mettendo le mie mani sulle sue spalle, ma lei mi scrollò la testa davanti al mio sguardo, prese la mia faccia, più esattamente le mie guance con le sue calde e morbide mani, tremolanti dalla paura e dall'emozione che provava in quell'attimo, e inizio ad avvicinarsi alle mie labbra molto lentamente e delicatamente: aveva gli occhi completamente chiusi e le sue labbra si stavano allungando. Voleva baciarmi!

Non opposi resistenza neanche resistenza, anche perché Carlotta era una ragazza straordinaria, bella, sensuale, simpatica... Dolce... Già, era la ragazza perfetta per me, la ragazza con cui, se non ci trovassimo in questa situazione mi sarebbe piaciuto costruire un rapporto ben diverso.

Ci baciammo. Fu un bacio alquanto inaspettato, o perlomeno io non riuscivo a crederci. Il mio primo bacio. L'ho dato a Carlotta, una ragazza conosciuta poco meno di 5/6 ore fa. Fu un bacio bellissimo e al quanto appassionato, non avrei mai immaginato di provare queste emozioni solo per un semplicissimo bacio. Le mie labbra screpolate si erano appena appoggiate alle sue piccole labbra umide.

Ci staccammo, e lei arrossì in maniera alquanto strana e inaspettata. Era così dolce... Dolce e, aggiungerei io, tenera: quel rossore sulla sua faccia la rendevano davvero tanto carina. Mise le sue mani davanti al petto e con uno sguardo ancora più tenero di quanto già non fosse lei, mi disse.

"Io... Ti amo Eclipse… non puoi morire ora, ricordatelo…".

I miei occhi si sgranarono in maniera improvvisa, non sapevo proprio cosa rispnderle. Così le dissi, senza pensarci abbastanza.

"Presto, ora va a nasconderti, ne parliamo dopo, ok?".

On the Edge of the SwordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora