Cap 27

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Yunho PoV

«I cancelli non devono essere molto lontani. Una volta raggiunta quella principale, dovremmo aggirare le guardie per penetrare nelle stanze reali. Solitamente il castello del Principe è diviso in diverse sezioni e, quando sua maestà va a consumare i suoi pasti, quelle stanze diventano incustodite agli occhi delle guardie.»

Sotto la debole luce di una torcia e nascosti nella vegetazione, io e Siwon stavamo studiando la cartina per poter entrare nel palazzo. Ne avevo una copia con me, appartenuta a mio padre anni addietro.
Non potevo sapere se la sua architettura fosse cambiata nel corso del tempo, ma pregai che non fosse così.

«Deduco che tu abbia frequentato il palazzo, Siwon.»

«Non io, ma mio padre lavorava al palazzo, tempo fa. Qualcosa mi raccontò, prima di lasciarci.»

«Mi dispiace, Siwon.» A quanto sembrava, tutti noi eravamo orfani di padre, ma lui non sembrò rattristato, perché mi accennò un piccolo sorriso, tornando a guardare la cartina.

«È passato molto tempo, ma grazie per il tuo dispiacere, Signore.»

«Yunho. Puoi chiamarmi Yunho.»

«Solo perché stai con l'uomo che amavo o perché potremmo non uscirne vivi?»
Stavolta fui io a sorridere, posando una mano sulla sua spalla.

«Riusciremo nel nostro intento. Non dubitare.» Non ne ero sicuro, ma avrei poi dato ordini a Siwon di scappare, se le cose si fossero complicate.

Tornai a studiare la cartina e a prendere parola su quel piano.

«Quindi suggerisci di attuare il piano questa sera stessa?»

«Questa è la mia proposta. Chiamamolo piano di salvataggio, Yunho. Oppure attendere la mattina del giorno dopo, ma in quel caso le guardie saranno ovunque.»

Non era una cattiva idea e sarebbe stata anche meno rischiosa per Changmin. L'oscurità l'avrebbe coperto, in caso di pericolo.

«Direi che è perfetto, come idea. Possiamo iniziare, allora. Siwon, solo un'ultima cosa.» presi la cartina, arrotolandola e mettendola nella sacca che era sul mio cavallo, osservandolo per un breve attimo prima di alzare la maschera nera che coprii parte del mio viso, lasciando scoperto solo gli occhi.

«Dimmi, Yunho.» lui salì sul proprio cavallo, aspettando che parlassi, le rendini tra le mani coperte da dei guanti neri.

«Sai che se dovessero circondarci, vorrei tu scappassi. Con o senza di Min. Va bene?»

«Mi stai dicendo di lasciarvi lì in caso di pericolo?»

«Ce la caveremo, ma tu dovrai promettermi che te ne andrai. Non è un ordine, solo un favore da amico.»

«Amico...» fu forse la prima volta che lo dissi, ma conoscendo la loro storia e sapendo che ad attendere Siwon c'era Khyuhyun, penso che era ciò che avrebbe voluto anche Changmin. Se solo avesse saputo della nostra "follia".

Lui non rispose, ma annuì con il capo dandomi la sua parola in quel modo silente. Solo allora ci mettemmo in cammino, seguendo il sentiero dentro i boschi, diretti verso il palazzo reale.

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Ci fermammo non molto distanti dal imponente palazzo. Sotto quella luce debole delle sue torce e la notte a coprire le sue mura, aveva un altro aspetto.

Non ci avvicinammo con i cavalli, lasciandoli molto distanti e nascosti nella vegetazione, avanzando cauti verso le mura che cingevano la dimora di sua altezza.
Sia io che Siwon costeggiamo le cinta di mura, evitando la via che conduceva alle porte principali e cercando un modo per scavalcare le mura non vigilate dalle guardie.
Come aveva detto Siwon, in quell'ora, si erano spostati tutti verso la sala dei pasti, lasciando poco custodita l'ala del sovrano.

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